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Pescara, 24/11/2024
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Data: 24/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Molise, paura sisma: «Possibile una scossa ancora più forte»

MILANO E' il secondo allarme in due giorni. «C'è il terremoto, e non è prevedibile. Gli esperti dicono che è aumentata la probabilità che ci possa essere una scossa ancora più forte, regoliamoci di conseguenza. Questo è il messaggio che deve passare», afferma il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Lunedì ha diramato l'avviso alla popolazione in un vertice alla prefettura di Campobasso - «non possiamo escludere ulteriori scosse, anche di più elevata intensità», ha annunciato - ieri al termine di un incontro a Montecilfone con i sindaci locali e i tecnici della regione per affrontare l'emergenza sisma in Molise.
NUOVA FAGLIA
Qui la terra continua a tremare, dopo la violenta scossa di 5,2 gradi del 16 agosto gli assestamenti continuano. La popolazione è impaurita e snervata: «Si balla sempre, anche ieri è stato un susseguirsi di scosse tra 2 e 2,5 gradi», raccontano gli abitanti. Le relazioni redatte dalla Commissione grandi rischi segnalano che «la sequenza mostra un rapido e progressivo aumento del tasso di sismicità a partire dal 11 agosto, il contesto tettonico non permette di escludere la possibilità di terremoti con magnitudo più elevata». Essendo in possesso di questa informazione, spiegano dalla Protezione civile, «l'abbiamo condivisa con il territorio». I sindaci molisani e gli esperti che hanno partecipato alla riunione riferiscono di non aver avuto ulteriori informazioni rispetto a un «generico, intensificato allarme: non ci hanno spiegato sulla base di quali dati ritengano la situazione pericolosa, né sono entrati nei dettagli del rapporto della Commissione grandi rischi». Ciò che preoccupa gli abitanti è la nuova faglia, sconosciuta fino a quattro mesi fa, che si è aperta tra Montecilfone e Acquaviva di Collecroce, si spinge fino alla zona garganica e coinvolge anche le Tremiti. È profonda, rilevano i geologi, e con movimento orizzontale, altro al momento non si sa. Se non che, come spiega Borrelli, «non possiamo escludere ulteriori scosse, anche di più elevata intensità». Quindi bisogna essere pronti e verificare che i piani di emergenza funzionino: controllare ed evacuare gli edifici già danneggiati dalle scosse o a rischio, testare la staticità di ospedali e ponti (i due viadotti della Fondovalle del Biferno, chiusi da otto giorni, potrebbero riaprire prima della prossima settimana), preparare le aree per ospitare le tendopoli.
ALTRI SENSORI
Sono già in tanti a dormire in macchina o nei rifugi di emergenza, dopo la scossa di metà agosto. A Montecilfone, dove il serbatoio dell'acqua è stato lesionato e verrà demolito, le richieste di intervento ai vigili del fuoco sono state 405 e le case inagibili già 35. Nel frattempo la Protezione civile sta installando nuove stazioni sismiche per i rilievi: verranno posizionati cinque sensori nell'area dei diciotto comuni epicentro del terremoto. Per ora restano in vigore i piani di protezione civile organizzati da ciascun comune, ma quando la regione avrà completato i rilievi ne verranno preparati di nuovi, aggiornati sulla base delle criticità emerse. «L'attenzione è massima», sottolineano i tecnici. Anche se quello di Borrelli «è un discorso puramente statistico, non una previsione, e in questi termini va interpretato», precisa il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Carlo Doglioni. Che aggiunge: «Da un punto di vista statistico, più ci sono eventi con magnitudo significativa, più può aumentare la probabilità di ulteriori terremoti nel breve termine. È appunto un calcolo probabilistico, non una previsione deterministica». È una teoria, prosegue il geologo, che «si basa sulla frequenza dei terremoti e sulla meccanica della deformazione crostale». Ogni terremoto infatti modifica l'area vicina, inducendo variazioni nello stato di stress al quale le rocce sono sottoposte. Il Molise dunque è sorvegliato speciale e il governatore Donato Toma sta preparando la relazione per la richiesta dello stato di emergenza nazionale. «Appena pronta - assicura Borrelli - la porterò al premier e al Consiglio dei ministri». In questo modo gli interventi saranno più rapidi, le procedure snelle e verrà creata una corsia preferenziale per l'accesso ai fondi.

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