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Pescara, 24/11/2024
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Data: 24/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Bellachioma «Prenderemo chi tocca il Capitano». Il deputato della Lega “avverte” su Salvini. Articolo uno «Deve chiedere scusa»

PESCARA «Messaggio da parte della Lega Abruzzo: se toccate il Capitano vi veniamo a prendere sotto casa... occhio! ». È l’avvertimento postato su Fb da Giuseppe Bellachioma, segretario regionale della Lega in Abruzzo e deputato del Carroccio, il quale prende le difese del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti in merito a un possibile intervento della magistratura. Un post che ha scatenato le proteste. «L’onorevole Bellachioma chi vuole intimidire? Chieda scusa». Lo chiede pubblicamente il segretario provinciale di Art.1 Mdp Francesco D’Agresta, «conseguentemente alle gravi esternazioni del deputato e segretario regionale della Lega Giuseppe Bellachioma apparse questa mattina sul suo profilo facebook». «Bellachioma - spiega D’Agresta - nel rilanciare le parole del proprio leader Salvini in merito alla possibile indagine nei sui confronti da parte della Procura di Catania ha aggiunto il suo avvertimento. Le sue parole sono squadriste, gravi e pericolose. Assolutamente inappropriate per un deputato della Repubblica che dovrebbe, come recita la nostra Costituzione, adempiere ai suoi doveri con disciplina ed onore e non perdersi in squallide minacce». «Chi è - si legge ancora - nella nota di D’Agresta - che l’onorevole Bellachioma andrà a prendere sotto casa con i suoi sodali? Forse la Procura? La Lega Nord non è nuova a esternazioni intimidatorie, ricordiamo il “prenderemo i fucili” di Umberto Bossi che poi invece si è rivelato più bravo nel truffare lo Stato e i cittadini con i rimborsi elettorali. L’onorevole Bellachioma farebbe bene a chiedere scusa alla Procura di Catania e a tutti i cittadini della Repubblica che dovrebbe onorarsi di rappresentare e non di infangare », chiude D’Agresta. Da ricordare che Bellachioma aveva già sconvolto la politica regionale con un post che annunciava la rottura elettorale con Forza Italia, salvo poi tornare su una linea molto più conciliante con i forzisti.

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