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Data: 25/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ponte, braccio di ferro sull'abbattimento Scatta l'allarme meteo. Il sindaco: «Mai più case sotto al viadotto» Due ipotesi per la rimozione dell'opera

GENOVA Da un lato Regione e Comune che premono per il rapido abbattimento di quel che resta del viadotto sul Polcevera. Dall'altro la procura di Genova che procede a tappe forzate verso l'incidente probatorio (con le necessarie iscrizioni al registro degli indagati) ma fino ad allora punta a non far toccare il ponte. O, in ogni caso, a non farlo smontare all'azienda, Autostrade, i cui dirigenti potrebbero presto finire sul registro degli indagati. L'unico motivo per abbattere tutto senza aspettare tutte le analisi necessarie al processo sarebbe il rischio per l'incolumità pubblica: «È evidente che questo prevale su ogni decisione. Se non ci fosse questa esigenza la procura metterà prima le esigenze di salvaguardia e acquisizione. Se un pezzo di ponte non crolla e bisogna verificarlo magari in un ipotetico incidente probatorio quel pezzo resta lì se non c'è un'esigenza di salvaguardia dell'incolumità, spiega il procuratore Francesco Cozzi, smorzando anche l'allerta meteo per la pioggia prevista per oggi.
A spingere per affidare i lavori di demolizione alla concessionaria sono sia il sindaco di Genova sia il governatore della Liguria. «Atlantia deve darci entro cinque giorni il progetto per la demolizione del troncone est e del troncone ovest» del ponte Morandi crollato, ha detto Marco Bucci. Toti per il momento punta sulla strada a mare che passerà nella sede dell'Ilva: «Entro 30 giorni tutto il traffico pesante proveniente dai due grandi terminal portuali di Genova, Voltri e Sampierdarena, sarà convogliato nella nuova strada a mare in costruzione nelle aree Ilva di Cornigliano a seguito del crollo del ponte Morandi». È l'obiettivo indicato dal presidente della Regione Liguria e commissario per l'emergenza Giovanni Toti oggi pomeriggio a Genova in una conferenza stampa. «Libereremo dal traffico pesante le vie cittadine, - ha detto Toti - creando un polmone per compensare la mancanza del ponte, almeno parzialmente». Nel frattempo, proseguono le verifiche della Guardia di finanza sulla società concessionaria: raccolti tutti i documenti, è partita l'analisi. E ogni elemento viene analizzato, di tutta la storia del ponte inclusa la qualificazione dei lavori che dovevano partire in autunno: su indicazione della procura, la Finanza vuole capire se quell'intervento di retrofitting era destinato ad essere ripagato con un aumento di pedaggio.
VARCHI PER ANSALDO
Qualche preoccupazione per l'allerta meteo di oggi, che però non dovrebbe portare all'ingrossamento del Polcevera visto che è un allerta giallo. E frenata all'abbattimento in tempi rapidi. Secondo gli esperti della procura non si rischiano crolli imminenti, anche se i due lati vanno monitorati attentamente. Per quello Ovest, che passa sulla sede di Ansaldo Energia, potrebbe essere valutata l'apertura di varchi per riprendere il lavoro. A proposito del greto del torrente, l'assessore regionale alla Protezione Civile della Liguria Giacomo Giampedrone è stato, tutto sommato, tranquillizzante: «Sul Polcevera rimangono circa 1200 metri cubi di materiale sui 5mila iniziali, ne stiamo rimuovendo circa 200-300 metri cubi al giorno e i lavori sono iniziati dal ritrovamento dell'ultimo disperso. Tra martedì e mercoledì prossimo dovremmo essere ritornati a normalità».
Per ora, è guerra di posizione. L'altra sera, il procuratore Cozzi e l'aggiunto Paolo D'Ovidio hanno lanciato un primo segnale.
I CONSULENTI
Accompagnati dai consulenti tecnici Pier Giorgio Malerba e Renato Buratti erano presenti alla riunione con i rappresentanti degli enti locali per ripartire le competenze tra i vari enti locali in tema di incolumità pubblica - ovvero decidere a chi spetti l'ultima parola anche sul coordinamento degli interventi. Ma quando il sindaco Marco Bucci e il governatore Giovanni Toti hanno proposto di passare a discutere degli aspetti tecnici con i rappresentanti di Autostrade, i pm hanno preferito lasciare la riunione. Un modo neanche troppo velato per dire che con Aspi per ora preferiscono non avere alcun rapporto diretto.

Il sindaco: «Mai più case sotto al viadotto» Due ipotesi per la rimozione dell'opera

RIMINI «Sa che per demolire ciò che resta di un ponte come quello quasi quasi serve più tempo che costruirne uno nuovo?». Marco Bucci, sindaco di Genova, quando arriva nei padiglioni della Fiera di Rimini dove si sta svolgendo il Meeting di Cl, porta tutti a visitare uno degli stand dove, stretto tra decine di ristoranti che propongono piadina e fritto di pesce, si vende a un euro la focaccia genovese. È un cruccio di Bucci rivendicare il fatto che Genova non si ferma, che i suoi prodotti - il pesto e la focaccia prima di tutto - sono buoni come sempre e i turisti devono continuare a visitare la città e la Liguria.
I TEMPI
Poi però anche lui sa che i giorni difficili non sono finiti. E parla della demolizione dei due tronconi del ponte: «Tra cinque giorni Autostrade ci presenterà il progetto, ancora la tecnica scelta non è stata confermata, però sappiamo già che serviranno almeno due-tre mesi per completare la demolizione». E la città è divisa in due, anche se sono stati trovati percorsi alternativi ad esempio all'interno dell'Ilva, per il trasporto merci; preoccupano ad esempio gli itinerari delle ambulanze che devono raggiungere gli ospedali. È stato potenziato il trasporto pubblico - racconta Bucci - ci sono linee gratuite e i genovesi si stanno abituando ad utilizzarle. Ma è chiaro che se già oggi Genova è in difficoltà, le complicate operazioni di demolizione aggraveranno la situazione e per quei due o tre mesi con i tecnici al lavoro bisognerà trovare alternative, come dice da Genova, Paolo Fanghella, assessore ai Lavori pubblici. A settembre riaprono le scuole e la città funzionerà a pieno regime, non sarà semplice e il rischio di paralisi del traffico va scongiurato.
IL RICORDO
C'è poi l'idea del parco, «un'idea bellissima - dice Bucci, mentre ormai ha raggiunto lo stand della focaccia genovese - perché dobbiamo partire da un dato certo: nessuno dovrà più abitare sotto il ponte». Perché si parla di un parco? Partiamo dalla conferma di Bucci da Rimini: «Nessuno degli abitanti della decina di palazzi evacuati potrà più rientrare nel proprio appartamento, se non per brevissimo tempo e solo per recuperare le proprie cose. Offriremo loro delle nuove sistemazioni, ma sotto il ponte che sarà costruito non dovranno esserci più dei quartieri residenziali». Di qui l'idea del parco al posto dei condomini, sotto il nuovo ponte che secondo Autostrade può essere realizzato in otto mesi. Nel parco si ricorderanno le vittime del crollo del 14 agosto. «Potremmo chiamarlo Parco dei 43 o Parco del Ricordo, vedremo».
IL PIANO
In attesa del piano di Autostrade, si ragiona sulle tecniche da utilizzare per la demolizione dei due tronconi, partendo da quello a est, considerato il meno stabile. L'utilizzo della cariche esplosive garantirebbe un'azione più veloce, partendo però dai palazzi che stanno sotto. Al Comune di Genova stanno ragionando sulle controindicazioni dell'uso dell'esplosivo: se qualcosa va storto, si rischia di danneggiare la ferrovia; inoltre, il tempo che si guadagna, lo si perde poi per rimuovere le macerie, parliamo di migliaia di tonnellate, che si producono. Ecco allora che si valuta con attenzione - ma la stesura del piano tocca ad Autostrade - alla rimozione, pezzo per pezzo, dei due tronconi del ponte. In teoria, questo potrebbe salvare i palazzi, ma Bucci insiste: sotto il nuovo ponte, non ci dovranno essere nuove case, procederemo agli espropri e daremo la possibilità ai proprietari di avere abitazioni più belle e sicure da un'altra parte. Sintesi finale del sindaco di Genova: «Il ponte dovrà essere distrutto naturalmente, sia nella parte est sia nella parte ovest e noi cercheremo di farlo il più in fretta possibile, compatibilmente con le esigenze della magistratura, che deve essere rispettata. Le ultime da Genova sono che la città è sempre bella e sempre stupenda e il pesto ha sempre il suo eccezionale gusto. Non sono scherzi, è la realtà. La città si sta riprendendo molto bene, ha dimostrato forza e coraggio nel risorgere dalla disgrazia. Vogliamo fare una città ancora più bella di quella che era prima, questa è la nostra visione e l'obiettivo».

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