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Pescara, 24/11/2024
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Data: 25/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Le scuse di Bellachioma: una leggerezza. Salvini dà lo stop al coordinatore regionale del Carroccio che ammette l'errore. Con 2 post ha creato veri casi nazionali. Ma D'Alfonso lo denuncia in procura

PESCARA Non voleva minacciare «persone e istituzioni». Sono le 19,45 di ieri quando arrivano le scuse dell'onorevole Giuseppe Bellachioma. È sempre facebook il canale al quale il coordinatore regionale della Lega affida le sue riflessioni, dopo una giornata scandita da polemiche e reazioni al suo post di giovedì: «Se toccate il Capitano vi veniamo a prendere sotto casa. Occhio», pubblicato dopo l'apertura di un'inchiesta a carico di ignoti, per il permesso negato allo sbarco di circa 150 migranti dalla nave Diciotti, ferma al porto di Catania. Decisione della quale Matteo Salvini, sempre su facebook, ha rivendicato la paternità invitando gli inquirenti a dare un nome e un cognome, il suo, agli ignoti indagati. Il primo post di Bellachioma ha stimolato un'ondata di sdegno e di reazioni veementi, con il senatore Luciano D'Alfonso che promette una denuncia, e l'Anm che parla di «inaccettabile tentativo di interferire nella attività dei magistrati». Senza contare le altre prese di posizione e la conferenza stampa convocata per annunciare nuovi ingressi, annullata e rimandata a data da destinarsi. Non è escluso che siano intervenuti direttamente i vertici nazionali, invitando a tenere un profilo basso. Lo fanno capire dalla Lega Abruzzo, dopo che a Roma, il Guardasigilli, Bonafede, aveva espresso malumore con Salvini e Giorgetti.
LE SCUSE. E a fine giornata sono arrivate le scuse. «Sinceramente colpito e profondamente rattristato dalle reazioni seguite a un mio post», scrive Bellachioma, «intendo scusarmi e chiarire: in nessun modo intendevo attaccare, tantomeno minacciare la Magistratura, del cui lavoro ho profondo rispetto. Il mio commento era mosso solo dalla reazione alle migliaia di insulti e attacchi a cui ogni giorno sono sottoposti Matteo Salvini e la Lega, dalle minacce di morte - sia sui social sia sui muri delle città -, fino all'ordigno fatto esplodere recentemente davanti a una nostra sede. Ho ora ben compreso come le mie parole, scritte con leggerezza in un momento di forte emotività, possano aver generato sconcerto e aver offeso persone e istituzioni, non era questa la mia intenzione. Come sempre, oggi come ieri, io e la Lega dell'Abruzzo affronteremo la durezza della battaglia politica unicamente con la forza delle nostre idee e con l'amore per il nostro Paese».
I NUOVI INGRESSI. Dopo l'annullamento della conferenza i nuovi ingressi, sono stati ufficializzati con un comunicato stampa. Sono quelli di Nicoletta Verì, Mario Crivelli, ex sindaco di Sant'Eufemia a Maiella, Alessio Orlando, consigliere comunale di Collecorvino e Christian Di Domenico, consigliere comunale di Elice. Ieri Bellachioma non se l'è sentita di rilasciare subito dichiarazioni, ma alla notizia che D'Alfonso presenterà una denuncia nei suoi confronti, ha detto che «aspetterà la denuncia e poi risponderà». Poi il post di scuse.
D'ALFONSO VA IN PROCURA. «Le dichiarazioni dell'onorevole leghista abruzzese Giuseppe Bellachioma sono di una gravità inaudita e destano grande preoccupazione. Sul piano politico», dice D'Alfonso, «sembra essere ritornati al periodo fascista, durante il quale l'indipendenza della magistratura fu completamente annullata e qualche magistrato coraggioso subiva atti di intimidazione». D'Alfonso, capogruppo dem in commissione Finanze a Palazzo Madama, aggiunge: «Dire, rivolto ai magistrati: Se toccate Salvini veniamo a prendervi a casa equivale alle parole di minaccia Chi tocca il Duce avrà piombo, rivolte al magistrato Mauro Del Giudice che mise sotto accusa i fascisti indiziati dell'omicidio di Matteotti».E poi l'annuncio. «Sul piano più strettamente giuridico», prosegue D'Alfonso, «le parole di Bellachioma integrano, a mio avviso, il reato previsto dall'articolo 338 del Codice penale, per il quale presenterò formale denuncia alla Procura della Repubblica. Si tratta infatti di una minaccia al corpo giudiziario per impedirne in tutto o in parte o per turbarne comunque l'attività». Sempre secondo D'Alfonso, «il premier Conte e i due vice Salvini e Di Maio hanno il dovere di prendere le distanze dalle affermazioni di un parlamentare che sostiene il governo. Risulta poi inammissibile il silenzio del ministro della giustizia Bonafede, che ha il dovere di intervenire a difesa della autonomia della magistratura».
L'ANM. Già giovedì, dopo il post di Bellachioma, era intervenuta l'Associazione nazionale magistrati. «Si tratta di una azione di una inaudita gravità che rappresenta un inaccettabile tentativo di interferire nella attività dei magistrati impegnati nella delicata vicenda. È un fatto senza precedenti, tenuto conto della provenienza da un parlamentare, da chi dovrebbe rispettare l'attività che svolgono tutte le istituzioni, tra esse la magistratura. L'Anm respinge ogni tentativo di interferenza e di intimidazione, assicurando che tutti i magistrati svolgono e continueranno a svolgere i propri compiti rispondendo esclusivamente alla legge, per cui ogni tentativo di condizionamento sarà vano».
ARTICOLO 1 MDP. La frase, per Mdp Articolo 1, è «di una gravità inaudita, con l'aggravante di essere stata espressa da un Deputato della Repubblica che dovrebbe agire rispettando e osservando la Costituzione italiana».L'ANPI. La sezione pescarese dell'Associazione nazionale dei partigiani critica Bellachioma, apprezzando «l'impegno del senatore D'Alfonso il quale, superando palesi contraddizioni manifestate, sembra essere stato folgorato sulla via di Damasco e ravveduto sull'antifascismo».RETE ABRUZZO. Secondo Sabatino Prosperi di Rete Abruzzo «le dichiarazioni di Bellachioma segnano il punto più basso mai toccato da un politico abruzzese dal dopoguerra ad oggi. Mai» dice «con tanta facilità si sono pronunciate pubblicamente frasi di minaccia e di intimidazione».
INTERVIENE IL PD. «Squadrismo al governo della Regione? No grazie». Lo dice il segretario provinciale del Pd dell'aquila, Francesco Piacente. «Le dichiarazioni deliranti del segretario regionale della Lega Bellachioma rappresentano un fatto gravissimo che offende la coscienza civile del Paese e la Costituzione».
POTERE AL POPOLO. Infine Potere al Popolo ricorda che «minacciare un corpo giudiziario è reato punito dal codice penale con la reclusione fino a sette anni. Le parole espresse da Bellachioma sono di inaudita gravità anche in ragione del ruolo istituzionale ricoperto dallo stesso».

Con 2 post ha creato veri casi nazionali

È del 10 agosto scorso il primo post di Bellachioma, lanciato sempre attraverso Facebook, con il quale il deputato della Lega e coordinatore regionale del partito annuncia che il Carroccio correrà in splendida solitudine alle prossime elezioni regionale. «Chi ci ama ci segua», scrive, e si scatena il putiferio. Poi ci ripensa. Giovedì scorso, il secondo post, poi rimosso. «Se toccate il Capitano vi veniamo a prendere sotto casa. Occhio», in riferimento alle vicende della nave Diciotti, ferma a Catania con 150 migranti a bordo per il "niet" allo sbarco del ministro Salvini. E anche stavolta su Bellachioma si accendono i riflettori su scala nazionale. Ma poi chiede scusa.

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