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Pescara, 24/07/2024
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Data: 26/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
«Io pendolare fino a Cattolica penalizzata dai treni soppressi». Ogni giorno centinaia di chilometri da Giulianova per raggiungere l'ufficio postale in cui lavora. Mamma di tre figli di Val Vomano denuncia: «Disagi continui per i convogli annullati e anche multe»

TERAMO Quando va bene cinque ore al giorno per andare e tornare dal lavoro. Una parentesi abitudinaria tra due vite: famiglia e impiego. Giorno dopo giorno tra Giulianova e Cattolica con l'incubo delle coincidenze e dei treni soppressi. Marilena Di Pietro ha 43 anni, tre figli e dal 2009 un posto part-time alle Poste. La sua giornata inizia alle 5.35 quando parte da Val Vomano per raggiungere Giulianova dove sale sul treno che la porta a Cattolica. Poi alle 17.24 si rimette sul treno destinazione Giulianova. Quasi duecento chilometri all'andata, altrettanti al ritorno. Così da maggio, in attesa di rientrare in Abruzzo. La sua storia racconta l'odissea dei pendolari italiani: bistrattati dai tagli statali e regionali, umiliati da collegamenti sempre più precari che spesso sono una scommessa quotidiana. Come è successo a Marilena nel mese di luglio quando, denuncia, molti treni regionali sono stati soppressi. «Così da un momento all'altro senza che nessuno abbia detto niente a noi poveri pendolari», dice. E allora, pur di arrivare a Cattolica, la decisione di salire sulla Freccia bianca con l'abbonamento per i regionali e la multa. «La multa di 18 euro l'ho pagata e ho fatto reclamo», dice la donna, «perchè non è certamente così che si viene incontro alle esigenze dei pendolari lavoratori. Sopprimete i treni senza avvertire e la gente come fa a raggiungere il posto di lavoro? E' veramente tutto assurdo». Così come l'abbonamento per la Freccia bianca fatto ad agosto. «Siccome in Abruzzo non c'è l'estensione regionale», spiega, «mi dicono che non lo possono fare. E allora una collega me lo fa in un'altra regione. Ancora disagi, sempre disagi. Ma come è possibile? Viviamo nell'era della globalizzazione, basta niente per spostarsi da un capo all'altro del mondo e viaggiare in treno risulta sempre più difficoltoso?».Marilena lavora alle Poste dal 15 dicembre del 2009. Prima di Cattolica c'è stata Bologna e poi una parentesi a Pescara concessa con il terremoto del 2009. Perchè Marilena vive a Val Vomano, frazione di Penna Sant'Andrea, Comune che nel 2009 è rientrato nel cratere sismico. Ma non è stato così per i successivi sismi e così, sulla carta, anche lo status di terremotata è finito. Quindi basta Pescara e di nuovo su e giù per l'Italia aspettando di scalare i posti di una graduatoria che potrebbe riavvicinarla. «Certo i disagi non mancano», dice Marilena che di forza, coraggio e pazienza ne ha da vendere, «ma il posto di lavoro è sacro e quindi benvengano i sacrifici. Mi chiedo però perchè aggiungere anche i disagi di un treno soppresso, di un abbonamento che non si può fare». Storie di pendolari che vedono le Frecce bianche, rosse e multicolori scintillare negli spot con malcelata invidia. Il quotidiano è fatto di linee spezzettate, di cambi continui appena varcati i confini regionali, di giornate scandite da stazioni e coincidenze. Paradossi dell'Italia dei trasporti.

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