ROMA Silvio Berlusconi torna a battere un colpo prima della riapertura ufficiale settembrina del palcoscenico politico. E lo fa su un terreno a lui congeniale: la riforma della giustizia. Il leader di Forza Italia ha colto la palla al balzo dell'indagine della Procura di Agrigento su Matteo Salvini per lanciare un ponte verso la Lega e tentare di insinuare un cuneo antigiustizialista fra il Carroccio e il suo alleato governativo pentastellato che da sempre fa dell'azione delle Procure uno dei pilastri della sua azione politica.
«Esprimo la mia vicinanza a Matteo Salvini la cui assurda ed inconsistente vicenda giudiziaria non potrà che avere un esito a lui favorevole - ha scritto Berlusconi in una nota stampa - Ancora una volta l'autorità giudiziaria è intervenuta su una vicenda esclusivamente politica su cui non dovrebbe minimamente interferire».
Segnale chiarissimo di disponibilità ad una riforma della giustizia italiana, eterno cavallo di battaglia di Forza Italia al quale la Lega non nasconde qualche sensibilità ma anche un asso giocato contro il Movimento 5Stelle. Che anche ieri - per bocca del vicepremier Luigi Di Maio - ha ribadito di avere il massimo rispetto della magistratura anche se non ritiene che l'avviso di garanzia a Salvini impedisca al ministro ell'Interno di continuara a rimanere al suo posto.
IL TERRENO PIÙ CALDO
Non è detto che il terreno della giustizia sia quello che potrà dividere i due partners di governo. Si vedrà nelle prossime settimane quando emergeranno i primi seri ostacoli economici all'azione dell'esecutivo in vista della Finanziaria per il 2019 e del lieve rallentamento dell'economia ipotizzato da tutti gli istitui internazionali.
Ma intanto Forza Italia batte il ferro finché è caldo. Anche il presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani si dice «vicino» a Salvini e sottolinea la necessità di una «riforma della giustizia». «Ipotizzare la commissione di un reato da parte del ministro Salvini appare incomprensibile - sottolinea la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini - Le norme costituzionali sul punto sono più che chiare e quindi la decisione del ministro, che può essere condivisibile o meno, di certo non può trovare sindacato da parte dell'autorità giudiziaria».
«Il presidente Berlusconi ha espresso solidarietà al ministro Salvini perché è l'ennesima vittima di uno scontro che purtroppo dura da troppo tempo nel nostro Paese tra la politica e la giustizia. Detto questo, è evidente che la vicenda della nave Diciotti non vede dei vincitori, perché questo muro contro muro tra l'Italia e l'Ue non fa bene a nessuno», conclude la Gelmini.
«Ancora una volta la politica italiana finisce ostaggio di una magistratura che non riesce proprio a non interferire nei processi politici di questo Paese - sottolinea Anna maria Bernini, capogruppo forzista al senato - Lega e 5 Stelle non rendano a loro volta gli italiani ostaggio della confusione che regna nella maggioranza, come dimostrano le acrobazie verbali di Luigi Di Maio, costretto a rassicurare tutti: Conte, Moavero, Salvini, i suoi compagni di partito e anche i magistrati».