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Pescara, 24/11/2024
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Data: 28/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Abruzzo verso le regionali - Pronti a dimettersi sette primi cittadini. I sicuri sono Florindi, Quaresimale e Montepara. I quasi certi Di Primio e Luciani. Ma c'è anche un presidente di Provincia

PESCARA Chi si aspetta un'ondata di dimissioni resterà deluso. Saranno pochi i sindaci abruzzesi, di Comuni con più di 5mila abitanti che, nelle prossime settimane, e non oltre i 45 giorni dalla pubblicazione del decreto di scioglimento del consiglio regionale, avvenuta il 22 agosto, lasceranno la poltrona di primo cittadino per tentare la scalata alla Regione.Per molti il deterrente che spegne le ambizioni è legato al periodo in cui ricadono campagna elettorale e voto, e quindi ai conti in rosso dei Comuni. Sono tempi di bilanci che spingono tanti sindaci abruzzesi a desistere per evitare problemi anche con la Corte dei Conti in caso di mancata approvazione. Ma c'è chi andrà oltre l'ostacolo. Come farà, in Forza Italia, Umberto Di Primio, primo cittadino di Chieti oppure, sempre restando nel campo degli azzurri, Antonella Di Nino, primo cittadino di Pratola Peligna. Entrambi, quanto meno da un punto di vista formale, stanno già pensando a dimettersi dopo che il coordinatore regionale, Nazario Pagano, li ha inseriti nel un poker di papabili alle primarie forziste per la candidatura a governatore. Diamo invece per escluse le dimissioni del sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca. Mentre resta aperta la porta per il primo cittadino di Montesilvano, Francesco Maragno, come egli stesso ha lasciato capire a persone del partito a lui molto vicine. Passiamo ai leghisti di Salvini tra cui almeno due sarebbero (anzi sono) pronti a dimettersi, come confermano i vertici regionali del Carroccio che parlano di Fabrizio Montepara, sindaco ad Orsogna, e Pietro Quaresimale che può vantare il record di primo sindaco leghista d'Abruzzo.Nel centrosinistra e in particolare nel Partito democratico, chi ha già sciolto le riserve ed è in rampa di lancio per le regionali è il primo cittadino di Città Sant'Angelo, Gabriele Florindi. Chi invece non lo ha ancora fatto in modo esplicito ma lo farà, è il sindaco di Francavilla, Antonio Luciani. Un discorso a parte dev'essere fatto per Francesco Mastromauro che si avvia a completare il suo decimo anno da sindaco di Giulianova. Quindi, l'ex Pd avrebbe buoni motivi per dimettersi e tentare di entrare in consiglio regionale. E lui ci sta seriamente pensando su. Naturalmente non con il Partito democratico.Dal campo vasto e molto variegato delle civiche, sia targate Gerosolimo e Di Matteo sia Zelli e Toto, non arrivano segnali. I 5 Stelle invece non hanno sindaci in Abruzzo, ma consiglieri pronti a lasciare il posto in Comune per l'Emiciclo. Il caso più eclatante è quello dell'avvocato Ottavio Argenio, oppositore di Di Primio a Chieti, che compare nell'elenco degli aspiranti consiglieri in quelle regionarie improvvisamente annullate e rinviate a data da stabilirsi.Passiamo infine ai presidenti di Province ed escludiamo il salto in alto del sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo. Non sarà così per il collega di Pescara, Antonio Di Marco, che è anche sindaco di Abbateggio. Secondo i vertici regionali del Pd, Di Marco si candiderà certamente alle regionali anche perché il suo mandato alla Provincia è quasi scaduto. Il 31 ottobre infatti si rivota per i presidenti di Pescara, Chieti e Teramo. E Di Marco non ha neppure l'onere di dimettersi entro i 45 giorni perché è primo cittadino di un Comune di circa 400 abitanti, quindi sotto i 5mila, per il quale le dimissioni debbono avvenire ad elezioni fatte e non prima.

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