|
|
|
Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.933
|
|
|
|
|
|
29/08/2018
Il Centro
|
C'è ancora l'effetto-crisi, solo L'Aquila cresce. Confronto tra il 2008 e il 2016: la Regione non recupera ciò che ha perso. Fa eccezione il capoluogo, a causa degli effetti di terremoto e ricostruzione l'aquila: +5,64% pescara: -2,13% teramo: -1,59% chieti: -1,8% |
|
PESCARA La crisi erode i guadagni degli abruzzesi, e L'Aquila è l'unico capoluogo di provincia che nel 2017 ha visto aumentare il reddito dichiarato dai contribuenti. Un boom del 5,64%, e verrebbe da gridare al miracolo, se non fosse per il fatto che il termine di paragone è il 2009. IL TERREMOTO. Dal 2009 (ma l'anno di imposta è il 2008) al 2017 (anno d'imposta 2016), i contribuenti del capoluogo abruzzese (70,6 ogni cento abitanti), hanno visto aumentare il loro reddito medio fino a 21.681 euro. Il 2009, come si ricorderà, è anche l'anno del terremoto che il 6 aprile devastò la città e molte località limitrofe, e che determinò effetti anche a livello fiscale, con la sospensione temporanea dal pagamento delle tasse. L'analisi che trae dai dati Lelio De Santis, ex assessore alle finanze durante la giunta Cialente, è che «comunque i milioni stanziati per la ricostruzione negli anni che hanno seguito il sisma, con la creazione di nuove imprese e l'apertura di nuove partite Iva, hanno contribuito a raggiungere un tale risultato» Quel 5.6% che fa gridare al miracolo, dunque, è un dato "drogato" dagli effetti scaturiti dal terremoto e dalla ricostruzione, soprattutto considerando che nonostante l'exploit clamoroso, il reddito dichiarato è ancora inferiore a quello di Pescara, che ha avuto addirittura un decremento in termini percentuali, ma che in assoluto è il posto dove si guadagna di più. LA CRISI NON MOLLA. A elaborare i numeri, sulla scorta dei dati contenuti nel database del Mef, è il quotidiano Il Sole 24 Ore. Vanno male le cose negli altri capoluoghi abruzzesi. Pescara, come si diceva, è quello dove la contrazione del reddito (nello stesso periodo di riferimento) è stata più elevata (meno 2,13%), e dove per ogni 100 abitanti si registra la percentuale di contribuenti più bassa di tutta la regione, pari a 65,9. Il contribuente medio pescarese ha denunciato, tuttavia, 22.930 euro, il livello più elevato d'Abruzzo. A Chieti (con 67,4 contribuenti ogni 100 abitanti) il reddito si è ridotto dell'1,8%, attestandosi a 21.249 euro. Teramo è il capoluogo con la contrazione meno marcata (meno 1,59%), con il reddito medio che si attesta a 20.962 euro e 68,2 dichiaranti ogni 100 residenti. LA DEBACLE. A livello nazionale la media dei capoluoghi italiani è di 25.170 euro, con un calo dell'1,92% e 66,6 contribuenti ogni 100 residenti. In Abruzzo, il livello di reddito è vistosamente più basso della media nazionale, e colloca la regione nei posti più bassi della classifica, ma c'è chi dal punto di vista percentuale sta peggio di noi. È il caso di Isernia, dove il calo è stato del 9,39%. In termini assoluti, tuttavia, il livello di reddito nel 2017 si è attestato sui 21.444 euro. Gli altri capoluoghi dove il crollo è stato più marcato sono Crotone (-7,97%), Agrigento (-7,09%), Palermo (- 6,38%) e Caltanissetta (-6,31%). RICCHI E POVERI. Percentuali a parte, le province dove si sta meglio, almeno sotto il profilo del guadagno, guarda caso sono tutte al Nord. Al primo posto Milano, con 34mila euro, seguita da Monza e Bergamo (30mila), Pavia (29mila). In fondo alla classifica Barletta-Andria-Trani (15.989 euro, in discesa del 4,58%), Ragusa (17mila euro), Crotone (18mila). Sarà sempre un caso, ma in tutte le province dove si sta meglio, c'è la percentuale più alta di contribuenti, a cominciare dal 76% di Belluno (24mila euro di reddito medio).
|
|
|
|
|