Eccoli qua gli ultimi papocchi della giunta D’Alfonso. Portano la firma del vice presidente Giovanni Lolli ma che fa, l’imprinting è lo stesso. E la Regione che sarà consegnata ai vincitori delle prossime elezioni sarà formata da tutti gli uomini del (vecchio) presidente.
Martedì scorso la giunta ha prorogato per un anno gli incarichi ai dirigenti regionali e un nottambulo ufficio stampa della Regione ne ha dato notizie a mezzanotte, con i giornali chiusi già in tipografia. Della serie: almeno oggi non se ne accorge nessuno. E tanto che fa, l’importante è prorogare. Non tre anni, come dice la norma, ma per un anno, dopo la prima proroga di 40 giorni decisa il 16 luglio scorso.
I fedelissimi invece hanno avuto un trattamento di favore: Vincenzo Rivera, il direttore generale senza titoli (secondo una sentenza del tribunale dell’Aquila) insieme a Emidio Primavera e Fabrizio Bernardini sono stati prorogati per tre anni, così la nuova amministrazione se li troverà serviti su un piatto d’argento.
“Se buffa e bizzarra sembra la decisione di prorogare i contratti per un anno – dice Mauro Febbo di Forza Italia – lo è ancor di più la motivazione, ovvero l’esistenza di “un’esigenza di continuità amministrativa poichè sono in corso programmi e progetti dei quali è necessario assicurare il completamento per il raggiungimento di obiettivi di indirizzo e gestione”. Una motivazione che strappa sorrisi amari ed incredulità considerando che arriva dopo aver accumulato ritardi su ritardi nella gestione e nella spesa dei fondi comunitari Fse, Fesr e Feasr, tanto da portare all’immobilismo una intera regione fanalino di coda per spesa ed indici di efficienza”
Poco prima, quando era ancora in carica il presidente-senatore Luciano D’Alfonso (che ieri, in piena crisi di astinenza da conferenze stampa ne ha organizzata una col fido Camillo D’Alessandro e una serie di aspiranti candidati alla Regione al Comune di Pescara), la giunta ha approvato la stabilizzazione di una serie di precari. No, non quelli previsti dalla legge Madia e già stabilizzati (questo lo hanno già fatto: leggete qui): tutti gli altri, tra i quali i dipendenti assunti con colloquio lo scorso anno e titolari di un contratto a tempo determinato con la Regione e senza i requisiti del decreto 75 che si pone come obiettivo la soluzione della penosa situazione dei precari storici.
Tutti gli altri, quindi. E’ questo un altro regalino che lascia ai suoi fedeli: la delibera è la 635 del 7 agosto scorso, passata finora un po’ sotto silenzio. E siccome, spiega la delibera, dalla precedente ricognizione “son rimaste escluse alcune figure ad oggi coinvolte in attività lavorative strategiche ed essenziali per il disbrigo di attività ricadenti anche in ulteriori ambiti di particolare rilievo quali la tutela delle acque, al sicurezza del suolo, il completamento degli obiettivi del Masterplan, l’efficientamento delle capacità di acquisto dei beni, servizi e forniture”, allora meglio assumerli tutti: prima ci sarà l’ennesima ricognizione, poi il direttore generale, il fedelissimo Rivera, farà un elenco “dinamico” di figure professionali interessate alla stabilizzazione, poi un altro elenco di servizi “particolarmente bisognevoli e meritevoli” di risorse umane qualificate, badate bene meritevoli perché senno’ anche se sono bisognevoli niente, non ne avranno diritto, e alla fine la stabilizzazione.
Un papocchio, ben confezionato per tempo: Rivera era stato nominato ad aprile scorso per tre anni; Angelo Muraglia insediato a capo del dipartimento Salute e Welfare anche lui ad aprile (quindi un mese dopo l’elezione di Dalfy a senatore) anche lui per tre anni; Fabrizio Bernardini, nominato direttore delle Risorse e organizzazione ad aprile 2017, sempre tre anni; Antonio Di Paolo, messo a capo della Pesca sempre nel fatidico mese di aprile, tre anni; Piergiorgio Tittarelli, molto vicino all’ex segretario di Dalfy Claudio Ruffini, anche lui nominato ad aprile 2018 direttore dello Sviluppo economico per tre anni; Emidio Primavera mandato alle Infrastrutture per tre anni anche lui.
Ecco pronta la Regione completamente dalfonsizzata che sarà servita all’amministrazione che vincerà le prossime elezioni regionali. Gli uomini del presidente ben saldi sulle loro poltrone per altri tre anni. Alla faccia di chi vincerà le prossime elezioni.
ps: ecco a cosa serviva l’estenuante prolungamento della doppia poltrona, per chi non ancora lo avesse capito. E oggi, purtroppo, niente è cambiato.