PESCARA L'Abruzzo resta senza alleati per la costruzione della Zes, la cosiddetta Zona economica speciale, nella quale creare condizioni di vantaggio, in termini economici, finanziari e amministrativi, per lo sviluppo delle imprese già operanti e per l'insediamento di nuove. La Regione Molise, individuata inizialmente dall'Abruzzo come alleato naturale, ha infatti deciso, con una delibera di giunta approvata il 2 agosto scorso a firma del governatore Donato Toma, di chiedere l'adesione alla Zes Adriatica, una delle due in corso di istituzione da parte della Regione Puglia: quella Adriatica, appunto, legata ai porti di Manfredonia, Bari, Brindisi e quella dell'area Jonica connessa con l'area portuale di Taranto. Per il Molise la scelta è motivata dai «consolidati rapporti di collaborazione istituzionale in atto» tra le due regioni, e dalla contiguità territoriale di tipo economico-produttivo, turistico e storico-culturale tra i territori. Senza i cugini molisani, l'Abruzzo non ha più i numeri per varare la sua area di fiscalità di vantaggio (complessivamente 1.702 ettari) e deve necessariamente mettersi in cerca di altri alleati. Un «ennesimo fallimento della politica del centrosinistra», a giudizio di Forza Italia, che ieri in conferenza stampa in Regione a Pescara ha svelato il contenuto della delibera molisana, presenti il coordinatore regionale, senatore Nazario Pagano, il presidente della commissione di vigilanza del Consiglio regionale Mauro Febbo e il sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca. Per Febbo «la vicenda è ancora più incredibile se si pensa che solo pochi giorni fa, a delibera già approvata, la Regione ha rassicurato Confindustria sulla realizzazione della Zes con il Molise. Ora vorrei capire che cosa farà l'Abruzzo».«Forte preoccupazione» è stata espressa dal sindaco Magnacca, rappresentante di un territorio e di un distretto industriale che contano su due presenze strategiche come la Denso e la Pilkington, e che sulla Zes scommettono molto in termini di recupero di competitività e di attrattività per nuovi investimenti. «Ho sempre aderito agli inviti della Regione a partecipare ai forum divulgativi della Zes», ricorda Magnacca, «in uno di questi fu detto che la Zes sarebbe partita dal gennaio 2018, e i sindaci vennero invitati a attivarsi per la perimetrazione. Avevamo avuto rassicurazioni. Pensavamo che la Regione avesse capito i bisogni del nostro territorio, invece questa vicenda denuncia la totale estraneità di quella classe dirigente al futuro dell'Abruzzo. Ora mi aspetto una risposta forte dagli imprenditori e mi auguro un recupero velocissimo con la Regione Molise». Per il senatore Pagano la Zes («ennesimo disastro della mala politica del Sud») «diventa da oggi uno dei temi principali della nostra campagna elettorale». Nello stesso tempo Pagano si ripromette di agire perché «nel progetto di Zes tra Puglia e Molise possa entrare anche l'Abruzzo».
E Civitavecchia firma un patto con Brindisi
Non solo la Zes, anche il corridoio intermodale Tirreno-adriatico vira a sud, verso la Puglia, a Brindisi. Giovedì scorso il presidente dell'Autorità portuale del Mare Adriatico Meridionale (Brindisi) Ugo Patroni Griffi e il presidente dell'Autorità portiale del Mar Tirreno Centro Settentrionale (Civitavecchia) Francesco Maria di Majo hanno sottoscritto un accordo di collaborazione, della durata di due anni, finalizzato a sviluppare il corridoio intermodale Tirreno Centrale-Adriatico Meridionale, attraverso i porti di Civitavecchia/Gaeta e Bari/Brindisi, mediante la promozione dei collegamenti stradali, ferroviari e logistici tra il Tirreno Centro-Settentrionale e l'Adriatico Meridionale.L'accordo ricalca l'accordo firmato due anni fa dall'Abruzzo con la Regione Lazio ma rimasta lettera morta per il passaggio dei porti abruzzesi sotto l'Autorità portuale di Ancona.