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Pescara, 24/11/2024
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Data: 03/09/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il colloquio con Matteo Salvini. «Il nome la Lega non si tocca. Sfioreremo il 3% dolcemente». Il vicepremier e la grana legata al simbolo: «Stop politica nei tribunali, non siamo il Pd. Toccheremo con la nostra grazia il vincolo Ue. No al partito unico, governerò pure da San Vittore»

«Il nome Lega non si tocca» sibila, prima di salire sul palco. Scusi, Salvini, ma Di Maio dice che prima si fa il reddito di cittadinanza e solo dopo la flat tax? «Reddito di cittadinanza prima della flat tax? Di Maio mi ha inviato un sms prima alle 8 del mattino e ha smentito». Matteo Salvini, rimbalzando da una telecamera all'altra, alla festa della Lega nel profondo bergamasco, snocciola il suo programma economico, che in fondo è anche un messaggio vocale ai suoi alleati («i sondaggi dicono che ormai siamo il primo partito» si lascia scappare): «Sulla Fornero, il primo obiettivo per le pensioni è quota 100. E poi abbasseremo le tasse, partendo dai più piccoli, dai commercianti, dalle partite Iva. E per Equitalia, ci sono milioni di cartelle che voglio chiudere, per fare tornare a vivere quegli italiani, perché se lavoreranno pagheranno le tasse. Poi, per carità nel contratto di governo, c'è anche reddito di cittadinanza, ma priorità è ridurre tasse. Anche se flat tax non la fai in tre mesi, però già sarebbe importante a fine anno fare pagare meno di tasse».
LA TV FRANCESE
Ci sarà qualcosa con cui non andate d'accordo con i 5Stelle? «Sulle infrastrutture: l'Italia ha bisogno di più infrastrutture, di più strade, di più Ferrovie, magari su questo saremo distanti con M5S ma non ci faranno litigare».
Arriva la tv francese: «Macron? Non capisco come mai abbia tanto tempo per occuparsi di me?». E poi la domanda del giorno, il nodo della manovra economica: «Supereremo la soglia del 3 per cento? A noi interessa fare le cose che servono per la gente, i numeri vengono dopo. Cercheremo nel limite del possibile di rispettare i vincoli dell'Europa, ma prima viene il benessere degli italiani. Il 3 per cento diciamo che lo sfioreremo. Dolcemente. Lo vedremo». Tria e la Cina? «Il rapporto con la Cina è utile, stanno investendo molto in Africa, ricordiamolo».
Matteo Salvini arriva alla festa della Lega ad Alzano Lombardo, provincia di Bergamo, e prima di immergersi nel solito bagno di folla di migliaia di militanti visto che gioca in casa E che gli urlano «capitano», deve rispondere alle domande delle tv francesi e tedesche, perché è lui, nel bene o nel male, lo spettro che si aggira per l'Europa («se teniamo duro l'Italia cambia l'Europa» dice).
«Al procuratore di Agrigento che mi indaga per sequestro di persona vorrei dire che se domani arrivasse un'altra nave come la Diciotti, farei esattamente la stessa cosa. L'anno scorso, dal primo giugno al primo settembre, ci furono 40mila sbarchi, quest'anno seimila. Penso che un giudice di Agrigento impiegherebbe meglio i soldi degli italiani indagando un mafioso e non Salvini».
Scattano gli applausi, perché questo è uno dei temi forti che piacciono ai militanti bergamaschi. Il giornalista che lo intervista sul palco, Mario Giordano, gli fa notare che alla fine quelli della Diciotti sono rimasti in Italia, lui non vacilla: «È stata una bella soddisfazione sentirsi dire sì dall'Albania, e soprattutto dalla Cei che ha già detto che si farà carico di tutte le spese».
E se già nei quadri dirigenti si riflette su cosa sarà della Lega, dopo il 5 settembre se sarà confermato il sequestro dei 49 milioni di euro, Salvini respinge ogni ipotesi di cambio nome: «Non siamo mica il Pd, non si cambia alcun nome». Ancora: «La Lega c'è e ci sarà con i soldi e senza soldi, con le condanne o senza condanne, perché la Lega è il popolo. Siamo nati senza soldi. Preferisco avere il cervello pieno e le tasche vuote, piuttosto che le tasche piene e il cervello vuoto come il Pd». Svicola però quando lo incalzano sul progetto di creare un partito unico del centrodestra.
Salvini nega che stia già pensando a nuove elezioni: «No, abbiamo sottoscritto un contratto di governo e voi mi pagate perché sia rispettato. Possono indagarmi, arrestarmi... al massimo governo da San Vittore». E infine, forse per il clima di festa, rischia pure lo scivolone. Accade quando ad un certo punto mette in relazione, tramite un meme che gli ha girato il figlio, i minorenni lasciati sbarcare dalla Diciotti con il caso di Asia Argento.

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