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Pescara, 24/11/2024
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Data: 04/09/2018
Testata giornalistica: Il Centro
La battaglia di Pescara e Chieti. I sindaci: il governo ci restituisca i soldi. Alessandrini, Di Primio e amministratori di Teramo e di altri Comuni oggi alla Camera per i fondi stanziati per le periferie. La deputata Torto: «Progetti incompleti». «Attacchi vergognosi, non c'è stato alcun taglio di risorse. Invertita la rotta dopo i disastri del passato»

PESCARA A Roma per riprendersi i soldi del bando delle periferie che il Governo ha temporaneamente sospeso. Altrimenti, oltre che battaglia civile, sarà anche legale. Ma un passo alla volta.Intanto oggi, compatti, superando ogni forma di campanilismo, si recheranno nella capitale il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, il primo cittadino di Chieti Umberto Di Primio, gli amministratori di Teramo e degli altri Comuni abruzzesi, una delegazione dell'Anci (Associazione comuni italiani) Abruzzo presieduta da Luciano Lapenna e diretta da Massimo Luciani.La decisione è stata resa nota nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri mattina nella sala numero 64 dell'aeroporto d'Abruzzo, a cui hanno partecipato, in rappresentanza del Comune di Teramo, anche gli assessori agli Affari istituzionali e Politiche sociali Sara Falini e Simone Mistichelli. il quale ha sottolineato il «disagio» che il congelamento dei fondi provocherebbe anche ai 4000 sfollati del terremoto. La delegazione abruzzese sarà ricevuta stamane dagli esponenti della commissione Bilancio della Camera che il prossimo 11 settembre esaminerà l'emendamento al decreto "Mille Proroghe", già votato al Senato, che contiene la sospensione dei fondi e il rinvio al 2020. Ciascun Comune andrà a reclamare il dovuto che gli è stato tolto dagli ultimi provvedimenti governativi. Nello specifico, 18 milioni di euro a Pescara, 11 milioni a Chieti, 16 a Teramo, 18 all'Aquila, per complessivi 64 milioni di euro. Fondi che servirebbero a riprogettare le periferie, nel caso di Pescara Rancitelli, Villa del Fuoco, Pescara sud, San Donato, Porta Nuova, la zona della Pineta, Zanni, Borgo Marino sud, Fontanelle. Non è prevista solo la riqualificazione urbana, ma anche il rilancio culturale e sociale di luoghi, scuole, associazioni benefiche e sportive, di queste aree sensibili e depresse. Finanziamenti più che promessi, in virtù della sottoscrizione della convenzione fra la presidenza del consiglio dei Ministri e il Comune di Pescara, che ha approvato con delibere di giunta comunale i progetti definitivi ed esecutivi di un gran numero di interventi. Pertanto ora i sindaci, con il portafoglio del "bando periferie" vuoto, si vedono costretti a figuracce istituzionali. Non si può dire agli elettori, scusate non ci sono più i soldi. Dietro ai progetti ci sono i quartieri e dentro i quartieri ci sono le persone. Di qui, la battaglia dei Comuni abruzzesi fino a Roma.Alessandrini riassume il concetto: «Non possiamo dire ai nostri cittadini di aver scherzato dopo aver detto alla gente di Fontanelle che riqualificheremo la loro piazza, che abbatteremo le barriere architettoniche per i disabili, che completeremo la strada Pendolo e dopo aver illustrato i progetti pronti per Zanni e Borgo Marino».Prosegue il sindaco: «Dietro il bando c'è il Sistema Italia, ci sono 2,1 miliardi di euro complessivi in ballo, che riguardano 25 milioni di persone, il 40 per cento del Paese che non può restare sospeso. Combatteremo con tutte le nostre forze contro questa scellerata decisione, contro questo scippo istituzionale perché abbiamo firmato degli atti ufficiali a palazzo Chigi con presidenza del consiglio e Corte dei conti che hanno vidimato e bollato tale passaggio. Per realizzare quanto è stato progettato e pronto per gli appalti dobbiamo portare avanti una battaglia tutti insieme: questo diremo insieme alla delegazione Anci in Parlamento». Il primo cittadino Di Primio ricorda che «sono 96 i Comuni italiani che rischiano di perdere gli stanziamenti a causa di questo sciagurato provvedimento votato in Senato» e annuncia «azioni legali con impugnazioni alla Corte costituzionale». L'assessore agli Eventi Giacomo Cuzzi, dal cellulare, ha fatto girare l'appello a «inviare una mail al Governo» per ricordare che «i patti si rispettano».

La deputata Torto: «Progetti incompleti». «Attacchi vergognosi, non c'è stato alcun taglio di risorse. Invertita la rotta dopo i disastri del passato»

PESCARA «Sono imbarazzata dalla conferenza stampa tenuta dai sindaci della città di Chieti e di Pescara uniti contro il governo M5S-Lega». Sul caso interviene la deputata del Movimento 5 Stelle Daniela Torto riguardo le dichiarazioni rilasciate dai sindaci Umberto Di Primio e Marco Alessandrini che ieri hanno annunciato battaglia per riavere i fondi ministeriali riservati alle periferie. «Ricordo ai sindaci», scrive Torto, «che negli ultimi anni le casse degli enti locali sono state prosciugate, costringendoli a tagliare i servizi essenziali per i cittadini. Sono sorpresa che il sindaco teatino di centro destra oggi scenda in polemica al fianco del sindaco Alessandrini, ignorando che negli anni a guida Pd gli investimenti della pubblica amministrazione sono crollati di oltre il 30%». E prosegue la deputata: «Con un nostro emendamento nel decreto Milleproroghe abbiamo liberato un miliardo per gli investimenti dei Comuni, invertendo la rotta rispetto ai disastri del passato. I vincoli di bilancio imposti in questi anni hanno infatti impedito ai sindaci di utilizzare gli avanzi di amministrazione accumulati negli esercizi precedenti, togliendo agli amministratori il diritto di scegliere come usare le risorse sui loro territori».Quindi, «è vergognoso oggi che gli attacchi a un provvedimento che ridà finalmente respiro agli enti locali provengano proprio da chi ha attuato queste scellerate politiche di austerity ed è ridicolo che si parli di emendamento-scippo o di perseguimento di vie giudiziarie con accusa di illegittimità incostituzionale». La deputata abruzzese rassicura i cittadini di Chieti e Pescara «che non verranno a mancare in alcun modo i fondi destinati alle periferie relativi a progetti locali che attualmente non hanno ancora i presupposti per poter essere approvati». E la promessa che i fondi non saranno cancellati: «Il Governo è intervenuto per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 74 del 2018, che ha rilevato l'illegittimità della gestione centralistica del Fondo previsto peraltro per meno di cento Comuni. Con il nostro intervento, realizziamo una rimodulazione dovuta al ritardo nell'elaborazione di progetti completi. Non è un taglio, ma uno sblocco degli investimenti a disposizione di oltre 7.000 Comuni», conclude Torto.

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