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Pescara, 24/07/2024
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Data: 05/09/2018
Testata giornalistica: Primo piano
Zes, si chiude con la Puglia. Dopo Bari l’iter a Roma e il programma strategico. Ieri il vertice operativo fra dirigenti. Toma tira dritto: siamo già agganciati, non potevamo restarne fuori oltre. Assindustria sconcertata «L’Abruzzo resti riferimento: più simile alla nostra terra»

CAMPOBASSO. Per Donato Toma è la soluzione migliore. Lo dice con parole semplici: «Noi già siamo agganciati alla Puglia…». Diventare partner della regione attualmente guidata da Emiliano per lui è naturale. Il percorso era iniziato verso nord, con il cambio della guardia è cambiata la direzione e il Molise a trazione centrodestra guarda a sud. Dopo la richiesta di adesione alla Zona economica speciale Adriatica, ieri a Bari il primo incontro operativo. Al confronto coi colleghi dirigenti della Regione Puglia, il capodipartimento di Palazzo Vitale Massimo Pillarella e il direttore del Servizio Competitività dei sistemi produttivi Gaspare Tocci. «Abbiamo agganciato un’iniziativa agli sgoccioli, non potevamo starne più fuori», ancora le parole di Toma. A Bari la riunione ha messo sul tavolo le linee essenziali della partecipazione del Molise a un piano strategico che è già tarato sul territorio pugliese interessato. Si tratta ora di inserire organicamente ed efficacemente la zona portuale di Termoli nell’area che offrirà alle imprese agevolazioni fiscali, contributive e amministrative. Dopo il vertice di ieri, ci saranno ora un paio di passaggi coi Ministeri interessati e poi sarà definito il piano strategico complessivo. Il percorso, come già spiegato, era iniziato con l’Abruzzo. Non si è poi concretizzato e i motivi di dettaglio non sono ancora ben noti. Ma sono al centro di una polemica rovente: la Regione tornerà presto al voto dopo le dimissioni di D’Alfonso da presidente (perché è senatore) e fra centrodestra e centrosinistra non mancano i motivi di attrito in chiave elettorale. Dopo le accuse sul mancato accordo col Molise, il centrodestra che punta a vincere in Abruzzo ipotizza (lo ha fatto in particolare il forzista Pagano) di provare a entrare a questo punto nell’area vasta che andrebbe da Montenero di Bisaccia a Brindisi. L’assessore del Pd Paolucci, invece, ha smorzato i toni definendo legittima la scelta della giunta Toma per la Puglia, scelta che comunque «che non pregiudica in alcun modo il percorso della Regione Abruzzo, che sceglierà nelle opzioni offerte dalla legislazione senza neanche tralasciare la possibilità di configurare il territorio della Zes all’interno dei confini della stessa regione». Il tema è proprio questo: l’Abruzzo da solo non ha i requisiti per ottenere l’istituzione di una Zes.

Assindustria sconcertata «L’Abruzzo resti riferimento: più simile alla nostra terra»

CAMPOBASSO. Confindustria è sconcertata dalla decisione della giunta Toma di aderire alla Zona economica speciale Adriatica della Puglia. Due le Zes di cui l’amministrazione Emiliano chiederà l’istituzione con decreto: quella Adriatica, appunto (che riguarda geograficamente i porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi), e quella Jonica. Il 2 agosto l’esecutivo di Palazzo Vitale ha deliberato la richiesta di aderire alla Zes Adriatica. Il 7 agosto, come nulla fosse, la giunta abruzzese allora ancora guidata da Luciano D’Alfonso delibera la possibilità di proporre l’istituzione della Zes insieme al Molise. A voler fare sarcasmo sulla casta, la cosa fa sorridere. E il misunderstanding è già diventato terreno di scontro politico fra il centrodestra e il centrosinistra abruzzesi in vista del ritorno alle urne per le regionali. Ma è anche vero che prima del cambio della guardia in via Genova le amministrazioni D’Alfonso e Frattura di una Zes comune avevano ragionato, il porto ‘centrale’ sarebbe diventato quello di Ortona. Nessun atto, ma la discussione doveva pur essere iniziata. Lo conferma proprio Confindustria Molise che con il presidente Massimo Giaccari segnala «lo sconcerto su una decisione che va in senso contrario a quanto, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, si è fatto sulla Zona economica speciale da strutturare con l’Abruzzo». Giaccari chiarisce che gli industriali non hanno intenzione di «polemizzare con nessuno, ma non possiamo non registrare lo sconcerto perché siamo stati ripetutamente coinvolti sulla costituzione della Zes con l’Abruzzo. Abbiamo espresso la nostra condivisione per ragioni storiche, per opportunità economiche e per valutazioni di prospettive future e ci sembrava che il percorso fatto rappresentasse un impegno istituzionale, al punto che abbiamo coinvolto anche Confindustria nazionale. La decisione contraria - che sostanzialmente annulla il lavoro finora svolto con la condivisione delle parti sociali - ci sorprende nel merito e ci mortifica nella forma, perché adottata senza aver interessato i soggetti del partenariato in precedenza coinvolti. Auspichiamo che la scelta della giunta Toma sia supportata da elementi migliorativi rispetto al percorso precedentemente avviato, anche se avremmo gradito un nostro coinvolgimento, così come quello degli altri soggetti interessati sulla Zes con l’Abruzzo, per condividere un eventuale cambio di posizione ». Nonostante tutto, l’opinione di Assindustria non cambia. «Ribadiamo – conclude infatti Giaccari - l’opportunità di continuare a guardare all’Abruzzo come la regione più affine alla nostra e quella con la quale dovremmo mantenere un rapporto di continua collaborazione, essendo il territorio del centro-sud con i migliori indicatori economici di sviluppo».

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