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Data: 06/09/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Abruzzo, il superticket non sparisce più. Doccia fredda del governo gialloverde sulla Regione: il Mef boccia la proposta di Paolucci di tagliare la tassa sulla salute. Fasce deboli penalizzate

PESCARA Il ministero dell'Economia e delle Finanze dà lo stop alla compartecipazione statale che avrebbe permesso di eliminare in Abruzzo i superticket sulle prestazioni sanitarie specialistiche. Si tratta di 10 euro per ciascuna ricetta che, alla fine dell'anno, determinano un'entrata di 11 milioni di euro. Soldi che i cittadini pagano dal 2007 come tassa extra per garantirsi il diritto alla salute. La decisione del Mef, emersa durante il tavolo di monitoraggio a Roma sulle spese della sanità abruzzese, ha messo la Regione con le spalle al muro costringendola a trovare la copertura in altro modo, per esempio aumentando ulteriormente il costo del ticket delle prestazioni più care, oppure per chi è più ricco e paga il superticket pieno.
EQUA E SOLIDALE. Per i tecnici della Regione Abruzzo nessuna delle due soluzioni sarebbe però sufficiente per coprire la quota di compartecipazione statale che ammonta a 1.100.000 euro. La proposta di abbattere i superticket è stata fatta dalla giunta regionale con una delibera che, in sintesi, crea due fasce di reddito.La prima, la più bassa, che avrebbe goduto del totale annullamento della spesa extra; la seconda, la fascia media, invece, di un abbattimento del 50%. «Era una proposta equa e solidale», afferma l'assessore alla Sanità, Silvio Paolucci. Una soluzione che aveva soddisfatto anche i sindacati della sanità impegnati in prima linea nella battaglia per abbattere le spese imposte ai cittadini.
SUDDIVISI COSÌ. La delibera prevedeva un impegno finanziario di 3 milioni e mezzo, di cui uno e cento a carico dello Stato e, per il resto, della Regione che avrebbe facilmente reperito i fondi dal plus valore delle entrate per i ticket sui farmaci, grazie al fatto che, a causa di un maggior consumo di medicine, la sanità pubblica abruzzese ha incassato due milioni in più nel 2016.Sembrava una cosa fatta, un obiettivo raggiunto, visto che che la quota statale, determinante per coprire la spesa, è prevista nella Finanziaria.
CORRERE AI RIPARI. Ma il ministero del governo gialloverde non ci sta: il milione e 100mila euro restano congelati, mentre è stata rinviata al mittente la proposta fatta dalla Regione Abruzzo invitata a trovare altrove le somme aggiuntive per coprire l'equivalente quota statale. È l'ennesima doccia fredda sulla nostra regione.In queste ore i tecnici regionali della sanità stanno comunque lavorando per studiare vie alternative in modo che si possa portare a termine l'operazione eliminazione superticket che, secondo il piano dell'assessore Paolucci, prevedeva, a luglio, l'abbattimento per le fasce di reddito più basse, e l'eliminazione totale del balzello a gennaio del 2019. Il problema si può risolvere? Sono due i tentativi in corso. La somma sottratta potrebbe essere sopperita attraverso l'aumento dei ticket per le prestazioni più care. Ma in questo modo si negherebbe il diritto alla salute garantito per tutti, anche per i più poveri. In altre parole, aumentando il ticket per prestazioni verrebbe cancellato anche il principio delle fasce di reddito. L'altro tentativo punta invece sull'aumento riservato alle fasce più ricche. Ma anche in questo caso i tecnici nutrono grosse perplessità perché la scala sociale abruzzese ha una forma piramidale.
PIÙ POVERI CHE RICCHI. La base della piramide, più larga, comprende le fasce di reddito più basse ed è nettamente prevalente rispetto all'apice composto da quei "ricchi" che, pagando più ticket, dovrebbero alimentare il fondo per il diritto alla salute di tutti.Ma la quota extra che i più abbienti dovrebbero sborsare non basterebbe a raggiungere l'obiettivo. Entrambi i tentativi quindi andranno a vuoto. E non è difficile immaginare che oggi la notizia dello stop imposto all'eliminazione dei superticket determini la reazione dei sindacati di categoria e delle associazioni che difendono i diritti dei consumatori.Anche la politica potrebbe reagire dopo l'ennesimo taglio che piomba sulla testa degli abruzzesi.NON È IL PRIMO. Non dimentichiamo i recenti casi che riguardano possibili tagli decisi dal nuovo governo alla cultura abruzzese, vedi la vicenda del Bimillenario Ovidiano, oppure i ritardi nell'erogazione dei venti milioni contro il dissesto idrogeologico che non fanno dormire notti tranquille in 26 comuni d'Abruzzo.Ma per i superticket l'interesse è maggiore perché riguardano l'intero Abruzzo e chi, ogni giorno, ha a che fare con problemi di salute e con la necessità di sottoporsi a prestazioni mediche specialistiche. I 10 euro a testa, che complessivamente ammontano a 11 milioni l'anno, sono un'imposta sul diritto alla salute. L'assessore Paolucci che aveva tentato, e sta ancora tentando, di tagliare la tassa sulla salute, investendo risorse regionali come compartecipazione all'aiuto non più previsto dallo Stato, chiama ora a raccolta tutti i portatori di interesse affinché alzino la voce.
FORSE È FINITA. La legge Finanziaria approvata lo scorso anno - conclude Paolucci - destinava già fondi aggiuntivi per aiutare l'Abruzzo a cancellare lo spettro del superticket. Ma questi fondi non sono mai arrivati. E forse non arriveranno neppure quelli della nuova finanziaria.

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