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Data: 08/09/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il taglio delle tasse in due mosse: nel 2020 seconda aliquota al 26%

ROMA La Flat tax a tre aliquote entro la fine della legislatura. Passando attraverso un piano intermedio di riduzione progressiva dell'Irpef che, nel biennio 2019-2020, interessa i due scaglioni di reddito più bassi. Ecco la strategia che sta mettendo a punto la Lega, vero motore della riforma fiscale che ha in mente il vicepremier Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ha delegato ai sottosegretari del Carroccio Massimo Bitonci, Armando Siri e Massimo Garavaglia il compito di elaborare un piano di riduzione delle tasse che possa coinvolgere persone fisiche, autonomi e imprese. Le ambizioni e i risultati, ovviamente, dipendono dalla quantità di risorse finanziarie che si renderanno disponibili nel corso della legislatura. Ma su un punto la Lega è stata chiara con il socio di maggioranza pentastellato: la curva Irpef deve essere ridotta costi quel che costi. Così, come anticipato ieri dal Messaggero, dal 2019 l'ultima delle 5 aliquote, oggi fissata al 23%, scenderà a quota 22 consentendo così a tutti i contribuenti con redditi superiori a 15 mila euro (13,5 milioni, pari al 34% del totale) di incassare una riduzione di imposte di 150 euro l'anno. Altro giro nel 2020: secondo quanto filtra da ambienti che maneggiano il dossier fiscale di Via Bellerio, fra due anni l'operazione sarà replicata toccando la seconda aliquota dell'Irpef. In programma un altro taglio di un punto così da ridurre il prelievo dal 27 al 26% del reddito. Un intervento piuttosto incisivo considerando che nell'area di reddito del secondo scaglione Irpef (la forbice va da 15 a 28 mila euro) navigano circa 14 milioni di contribuenti.
IL CETO MEDIO
Si tratta del ceto medio per antonomasia, considerato che secondo i dati statistici del ministero dell'Economia il contribuente medio italiano dichiara 21 mila euro. Ebbene, l'effetto combinato del doppio taglio delle prime due aliquote consentirebbe a questo lavoratore di ottenere un risparmio di tasse di 210 euro l'anno. Ovviamente il beneficio salirebbe con la crescita del reddito raggiungendo quota 280 euro da 28 mila euro in su. Servono 8 miliardi per realizzare questa strategia ma nella Lega sono convinti che le coperture ci saranno. Molto più difficile, sulla base della situazione economica attuale, immaginare in che modo sia possibile finanziare la Flat tax in un'ottica di più ampio respiro. Anche perché la riforma in cantiere non solo riduce le aliquote da 5 a 3, ma riscrive anche le classi di reddito rendendo più gravoso l'impegno economico. Le ipotesi delle quali si discute prevedono infatti un'aliquota al 21% per lo scaglione di reddito compreso tra i 15 e 28 mila euro, al 38% per lo scaglione tra i 28 e i 75 mila euro e al 43% per i redditi superiori ai 75 mila euro. Sulla base di questo schema, la Uil ha realizzato alcune simulazioni spiegando che, ad esempio, per un lavoratore con un reddito annuo lordo di 15 mila euro il beneficio sarebbe pari a 300 euro, ovvero 23 euro netti al mese su 13 mensilità. Intanto trova conferma, in vista della prossima legge di Bilancio, l'idea di ridurre le imposte al mondo degli autonomi. In vista un'aliquota unica del 15% sulle partite Iva con un volume d'affari fino a 65 mila euro all'anno e l'aliquota salirà al 20% sulla parte eccedente 65 mila euro fino a 100 mila. Questa operazione, costo 1,5 miliardi, coinvolgerà circa 1,5 milioni di contribuenti. Quanto alle imprese, l'ipotesi alla quale si lavora prevede la riduzione dell'aliquota Ires (attualmente al 24%) a quota 15%, a patto che le aziende reinvestano gli utili per assumere personale o per realizzare investimenti in macchinari.

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