ROMA Sarà una task force tecnica tra Autostrade, Fincantieri e altre società di ingegneria, insieme all'architetto Renzo Piano, i rappresentanti degli enti locali liguri e del governo a seguire passo passo il piano di demolizione e ricostruzione del ponte Morandi di Genova, che sarà pronto a ottobre 2019. La prima pietra di quel ponte che «dovrà durare mille anni», giura Piano, è stata posta nel maxi vertice di ieri presso la Regione Lombardia proprio per presentare il maxi-progetto dell'archistar, con tanto di plastico in parte franato a terra dopo una mossa maldestra dell'ad di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci. Ma è un battesimo di fuoco che può «portare fortuna», per l'architetto. tutto deciso, dunque? Non proprio per il premier, Giuseppe Conte, che dopo l'apertura di due giorni fa al consorzio, ha precisato ieri che «nulla è stato deliberato». Non solo. Se Autostrade finanzierà il nuovo ponte, benissimo, ma non ci sarà pregiudizio per la possibilità di arrivare alla caducazione della concessione». Insomma i nodi nel governo non sono ancora sciolti ma intanto una rotta è tracciata.
LA ROTTA
E dunque sarà un'opera tutta d'acciaio, «costruita davvero come se fosse una nave, di parti e componenti che vanno assieme, coniugando normalità e semplicità con la forza dell'immaginario». Sarà un po' come una nave sospesa, ma anche «come il ponte di Brooklyn, dove ogni pezzo d'acciaio, ogni giunto, è accessibile e visibile. dice il bollino di Renzo Piano. E a farlo sarà un consorzio, probabilmente un'Associazione temporanea d'impresa, che farà perno sull'asse tra Autostrade per l'Italia, titolare della concessione, chiamata a farsi carico dei costi, e Fincantieri, garante per il governo. Ma ci sarà anche l'acciaio di Ilva-ArcelorMittal e saranno in campo anche altre imprese pubbliche e private, un vero pool che dovrà comprendere senz'altro una società di reengineering per il controllo dello stato e la qualità dei lavori. Ci sarà anche Cdp? La società del Tesoro ha già in ballo accordi a livello territoriale per Genova, dunque potrebbe essere a vario titolo della partita. Ma in questo consorzio «aperto e flessibile» potranno avere un ruolo anche le Ferrovie, visto che una delle priorità è rilanciare il porto di Genova.
IL VEICOLO LEGISLATIVO
L'obiettivo è stringere i tempi, come ribadito ieri dal governatore Toti, che insiste nella rotta avviata con Aspi per niente gradita ai Cinquestelle e al ministro delle infrastrutture, Danilo Toninelli, che insiste per la revoca della concessione. Ecco perchè già a metà settimana, tra mercoledì e giovedì, ci sarà una prima riunione tecnica della task force per stabilire agenda e tabella di marcia. «Troveremo le modalità per creare e consolidare questo concetto di squadra», fa sapere Castellucci confermando l'ok al consorzio. Ma, anche questo tassello è legato a doppio filo ai dettagli del decreto Genova che potrebbe approdare in Cdm già la prossima settimana. In realtà molti dettagli sono ancora da definire, e dipendono dagli equilibri nel governo, ma il primo capitolo del provvedimento dovrebbe essere proprio il riconoscimento del consorzio che consenta di varare il progetto e affidare i lavori senza gara in deroga al codice degli appalti. Non è escluso, però, che si scelga di lasciare il ruolo di pivot dei lavori ad Aspi, chiamata in un passaggio successivo a dare in affidamento i lavori a società indicate dal governo. «Sul decreto si sta arrivando al dunque, ci sono molti ministeri coinvolti, incluso il Mef e la Presidenza del consiglio I tempi saranno veloci», ha spiegato, il sottosegretario alle Infrastrutture, Edoardo Rixi (Lega). «Sarà una realizzazione a km 0», per l'ad di Fincantieri, Giuseppe Bono.