Honoré de Balzac sfotteva quelli che «si credono più belli in uniforme che in abito borghese». Avranno letto La cugina Bette anche i conducenti dell'Atac che disdegnano la divisa aziendale e si presentano al lavoro in jeans e con scarpe di ogni foggia e colore (c'è chi azzarda perfino tonalità fluo)? Chi può dirlo. Certo è che l'azienda dei trasporti del Campidoglio ha deciso di mettere in riga i propri dipendenti. Con una circolare firmata il 7 settembre dal nuovo direttore del Personale, Cristiano Ceresatto, sono stati invitati «tutti i responsabili a sensibilizzare all'uso del vestiario uniforme fornito in dotazione dall'azienda il personale che svolge attività di carattere operativo». Quindi autisti e macchinisti, ma anche controllori dei biglietti, addetti di ferrovie e metrò, operai della manutenzione, ausiliari del traffico. Nella direttiva vengono citati una sfilza di regolamenti, codici interni, pure un Regio decreto del 1931, tutti a ricordare che gli autoferrotranvieri, quando sono in servizio, devono indossare la divisa «senza alcuna variazione di modello o aggiunta di indumenti estranei rispetto alla foggia prescritta».
LE MULTE
Non è un consiglio. Chi sgarra, d'ora in poi, rischia di essere sanzionato. La direttiva delle Risorse umane è piuttosto chiara: «Si ricorda che l'uso del vestiario uniforme è un obbligo in capo al personale, la cui violazione potrebbe comportare l'avvio di appositi iter disciplinari». I responsabili delle varie strutture sono già stati «richiamati» per «vigilare» sul rispetto del dress code.
Niente più jeans quindi. Le scarpe? Solo nere, come vuole la prassi. Appena ricevuta la circolare, qualche conducente ha cominciato a lamentarsi, ricordando che la fornitura delle divise è rimasta congelata per un anno, perché l'azienda, ora sotto concordato, aveva smesso di pagare la ditta che le produceva. Ma ora l'appalto è stato sbloccato e per Natale dovrebbero arrivare anche le uniformi nuove di zecca. Qualche sindacalista polemizza lo stesso. Claudio De Francesco, battagliero leader della Faisa Sicel, ieri sosteneva che «gli spogliatoi non sono a norma» e che per qualcuno «è troppo alto il rischio di essere aggredito» dai passeggeri per andare in giro con giacca e camicia dell'Atac. Viene in mente una scenetta del Federale, quella in cui Tognazzi protestava quando gli dicevano «non hanno picchiato te, ma la tua divisa!». La replica: «Sí, ma nella divisa c'ero io».