Le tre riforme cardine del contratto di Governo gialloverde partiranno tutte insieme con questa manovra: per flat tax, reddito di cittadinanza e riforma del sistema Fornero i margini di bilancio ci sono, assicura il governo e saranno i «pilastri» della legge di bilancio. Per il ministro dell'economia Giovanni Tria gli spazi ci sono e vanno soltanto calibrati bene, con un confronto che è più politico che tecnico, per capire dove indirizzarli maggiormente. «Faremo una manovra seria, terremo conti in ordine, ma saremo coraggiosi», ha sintetizzato il premier Giuseppe Conte dalla Fiera del Levante. Al termine della due giorni di lavori dell'Ecofin di Vienna, Tria sintetizza il senso degli incontri avuti con i commissari che dovranno a breve valutare la manovra italiana. Rispetto a giugno e luglio, nella discussione con la Ue «la base non è mai cambiata », si discute «di una manovra che consenta la riduzione del rapporto debito/Pil e discutiamo dell'aggiustamento strutturale del nostro bilancio». Una linea invariata insomma, reiterata dalle dichiarazioni ufficiali del governo, ma a cui «è evidente che i mercati non hanno creduto », reagendo invece ad altre singole dichiarazioni. Ma «per fortuna adesso si passa dalle dichiarazioni alle azioni e c'è più ottimismo», e anche i mercati «iniziano a crederci». Il premier Conte rassicura il mondo imprenditoriale e finanziario di Cernobbio: «alcune misure saranno dosate sui cinque anni» afferma spiegando il bisogno di rispettare i vincoli, che non sono tanto quelli europei ma quelli per convincere i risparmiatori a prestare all'Italia 400 miliardi l'anno. Il governo - ha sottolineato - ha chiaro che i risparmiatori guardano alla nostra capacità » di ripagare debito e interessi ». Prima di lui in riva al lago anche il vicepremier Salvini aveva usato parole misurate: »faremo quello che serve all'Italia rispettando nei limiti del possibile i vincoli esterni, faremo di tutto per crescere e far pagare meno tasse e dare più lavoro agli italiani anche mantenendo gli impegni presi a livello internazionale ». Certo il rialzo dello spread, che comporta una maggiore spesa per interessi, ha anche come conseguenza il fatto che bisognerà aspettare le nuove stime Istat intorno al 20 settembre per conoscere il numero preciso dell'aggiustamento. Ma, è ancora Tria a spiegare, si tratterà di uno zerovirgola, e quindi si farà perché con cifre di questo tipo la differenza tra «non peggioramento e miglioramento» del saldo strutturale è talmente sottile da non incidere. Intanto si aspettano le stime del Pil: »È stato annunciato un rallentamento dell'economia all'inizio dell'estate, i nuovi dati che arrivano sono un po’ più confortanti», ha spiegato. Ma ricordando che i rischi sono sempre presenti: «Ci sono stime che dipenderanno anche dall'andamento del tasso d'interesse nelle prossime settimane perché è chiaro che le stime fatte a luglio devono tener conto di quello che è successo in agosto». La speranza è che lo spread «continui a calare come accaduto questa settimana», grazie al fatto che «tutto il Governo ha chiarito quali saranno i limiti del nostro bilancio». Una cosa è certa: nella manovra «ci sono margini per far partire le varie riforme», che verranno modulate per essere attuate «gradualmente » durante la legislatura. Per quanto riguarda gli investimenti, invece, non c'è bisogno di chiedere nuova flessibilità alla Ue. «I fondi ci sono nel bilancio, non si tratta di avere più fondi ma creare le condizioni per utilizzarli. In Italia c'è un'assenza di progetti, le amministrazioni hanno i fondi ma non la capacità progettuale. Se riusciamo a portare in porto queste operazioni ci aspettiamo un aumento del tasso di crescita». Per Tria, sbloccando tutti i progetti l'effetto sul Pil sarà «immediato».