CERNOBBIO È uno scontro sui ruoli, sulle competenze, su chi deve o non deve ricostruire il ponte Morandi. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, allarga le braccia: «Io non voglio fare polemiche, la mia unica richiesta al governo è facciamo in fretta». Ma il confronto, nel giorno delle dimissioni di un altro uomo della commissione creata dal Mit dopo il disastro, non concede tregua: quando il presidente della Regione arriva al forum Ambrosetti ecco l'attacco del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, quando esce c'è la stoccata del vicepremier Luigi Di Maio. Toti replica a entrambi e annuncia: la procura di Genova ha autorizzato il monitoraggio del viadotto, ci sono due proposte di aziende fornitrici di sensori che verranno installati nei prossimi giorni e in un paio di settimane gli sfollati potranno tornare a casa per raccogliere i loro beni.
PROVVEDIMENTI
Ma il problema principale è che Toti continua a dialogare con Autostrade, in netta contrapposizione con la linea dell'esecutivo. Ribadisce il ministro delle Infrastrutture: ad Autostrade «spetta risarcire», «pagherà fino all'ultimo centesimo e non costruirà un ponte che ha fatto crollare per inadempienza». Spiega che «non c'è nessun contrasto con le autorità regionali, purtroppo il presidente Toti invece di fare il commissario all'emergenza sta facendo politica sul caso Genova, si preoccupi piuttosto di far rientrare in casa gli sfollati e di dar loro un nuovo alloggio». Nel frattempo arriva il messaggio di Di Maio: «Autostrade avrà un'altra brutta sorpresa nei prossimi giorni. Il ponte Morandi lo deve ricostruire un'azienda di Stato come Fincantieri, perché dobbiamo monitorare cosa si farà». Toti legge e respinge al mittente: «Se Di Maio invece di annunciare brutte sorprese ne annunciasse di belle per Genova, credo farebbe più efficacemente il suo lavoro». Il governatore, da parte sua, rivendica il lavoro fatto, le case agli sfollati «sono quasi tutte assegnate, su 250 famiglie circa 200 sono già sistemate in alloggi pubblici o con il contribuito di assistenza». E passa all'incasso, sottolineando come «in questa situazione, con il Mit che è un colabrodo e uno degli anelli deboli, Regione e Comune devono essere protagonisti». Consiglio a Toninelli: «Si occupi del suo ministero, visto che la composizione della commissione del Mit è piuttosto complicata e i commissari ruotano più rapidamente che giocatori in una partita di calcio». La tensione con Roma resta alta, sul ruolo di Autostrade Toti non arretra: «I governi devono parlare con atti di legge. Al momento la legge dice che quando il ponte Morandi sarà sbloccato dalla magistratura tornerà ad Autostrade. La realpolitik deve superare un mal interpretato giustizialismo». La Regione Liguria è «pronta a partire» e «stiamo solo seguendo le procedure previste: governo, enti locali e Autostrade sono d'accordo su Fincantieri, allora lo siamo tutti». Questo, secondo Toti, è il problema minore, quello maggiore è ricostruire il ponte. E in fretta, al di fuori del codice degli appalti, «se il governo vuole farci un favore faccia un decreto Genova che consenta di appaltare a chi vuole, a Fincantieri, se ci sentiamo garantiti da loro senza passare per una gara europea. Quella di Fincantieri è una decisione squisitamente politica».
LA DECISIONE
Intanto il ministero annuncia: «L'ingegner Bruno Santoro ha rassegnato spontaneamente le proprie dimissioni dalla Commissione ispettiva del Ministero delle Infrastrutture che opera per individuare le cause del crollo del ponte Morandi». È rimasto in carica poco più di cinque mesi, la sua nomina a dirigente della Divisione 1 (Vigilanza tecnica e operativa della rete autostradale in concessione) della Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali risale al 23 marzo. Ma, specifica il Mit, «non ha competenza alcuna sul progetto di manutenzione straordinaria presentato da Autostrade» per il viadotto collassato. Per lui, come per gli altri 19 indagati, le accuse sono disastro colposo, omicidio colposo stradale plurimo e omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme antinfortunistiche. La posizione di Santoro ha fatto discutere anche prima dell'avviso di garanzia, perché è stato consulente di Autostrade. Con le sue dimissioni la Commissione ispettiva composta dal ministro Danilo Toninelli per fare luce sul disastro perde il terzo uomo: prima di lui se ne sono andati il professor Antonio Brencich - «per opportunità», dato che faceva parte del comitato che a febbraio ha approvato il piano di ristrutturazione - e il provveditore Roberto Ferrazza, a cui il Mit ha revocato l'incarico.