PESCARA Ferro "scarnificato", arrugginito, esposto alle intemperie e al trascorrere del tempo. È così che si presentano alcuni piloni della A25, fotografati da un lettore del Centro che si è trovato a percorrere la Tiburtina, nel tratto che correre parallelo all'autostrada, dopo il casello di Bussi e in direzione Pescara. «Non sono un tecnico», dice P.C., che ogni giorno si reca all'Aquila per motivi di lavoro, «e non ho competenze in materia di infrastrutture autostradali, ma percorrendo la Tiburtina mi sono accorto di quelle macchie scure che si intravedono dalla strada e mi sono fermato su un viottolo in terra battuta. E mi sono trovato davanti agli occhi questa situazione».
FERRO E RUGGINE. La situazione di cui parla il lettore è quella che le foto pubblicate accanto evidenziano in tutta chiarezza. «Andando ancora avanti», racconta, «ho notato che i piloni sono diversi. Probabilmente quelli con i ferri scoperti risalgono all'origine dell'autostrada». Come molti pendolari anche P.C., anziché prendere l'autostrada, preferisce la Tiburtina. «Il costo del pedaggio è davvero eccessivo», dice, «soprattutto per chi è costretto per motivi di lavoro a percorrere tutti i giorni quel tratto».
TROPPO CARO. Bussi-Chieti costa 3.60 euro, che significa 7.20 euro al giorno, che a sua volta si traduce in 180 euro al mese (considerando 25 giorni lavorativi), solo di pedaggio. Costi a parte, resta il problema della sicurezza, che il crollo del ponte di Genova ha riportato in primo piano, in tutta la sua drammaticità. Il ministro alle infrastrutture, Danilo Toninelli, intanto, in audizione alla Camera dei Deputati, ha annunciato un provvedimento per le autostrade abruzzesi.
LE PROMESSE. «In considerazione dell'allungamento dei tempi per il perfezionamento del nuovo Piano finanziario», ha detto per quanto riguarda il concessionario Strada dei Parchi, «il Governo sta valutando di provvedere con un provvedimento normativo ad hoc. La disposizione normativa è finalizzata a consentire la prosecuzione degli interventi di adeguamento delle tratte autostradali A24 e A25 divenuti urgenti e improcrastinabili a seguito degli eventi sismici del 2009 e proseguiti, con differente intensità, sino all'anno corrente, che renda utilizzabili anticipatamente le annualità, sino all'importo residuo di 192 milioni».
SLITTA TUTTO. Toninelli ha quindi spiegato che nel Tavolo di lavoro istituito presso il Ministero, «le Amministrazioni competenti, con la presenza della società Strada dei Parchi, hanno proceduto ad una verifica sulle modalità di revisione del rapporto concessorio relativo alle autostrade A24/A25. Nel corso dei lavori sono state sviluppate molteplici ipotesi operative senza addivenire all'individuazione di una soluzione unanimemente condivisa. In considerazione delle differenti posizioni manifestate dalla società, si prevede un allungamento dei tempi per il Piano finanziario».
PARLA FABRIS. «Finalmente c'è un cambio di attenzione da parte del ministero sulla questione della messa in sicurezza antisismica delle autostrade A24 e A25. D'altra parte», dice invece il vice presidente di Strada dei Parchi, Mauro Fabris, «fin dal giorno dell'insediamento abbiamo avuto un confronto costruttivo con il gabinetto del ministro Toninelli, quindi ci aspettiamo lo sblocco dei 192 milioni di euro, previsti dalla legge, per continuare l'intervento di messa in sicurezza».
E la 5 Stelle Torto scopre il documento choc sul cavalcavia a rischio dell'Asse attrezzato
Il cavalcavia a rischio sull'Asse attrezzato Chieti-Pescara all'altezza di Dragonara «era da demolire già sei anni fa». Lo ha scoperto, dopo un'inchiesta-denuncia del Centro, la deputata 5 Stelle Daniela Torto sulla base del certificato di collaudo e idoneità statica risalente al 2012 e commissionato dal Consorzio Asi Valpescara, proprietario dell'infrastruttura. La parlamentare fa notare che nel certificato si legge che il cavalcavia "non è collaudabile e non è staticamente idoneo. Pertanto si rende necessario che venga demolito nella sua interezza, in quanto non esistono le condizioni per interventi di riparazione e adeguamento strutturale e funzionale che possano riportare la struttura alle condizioni di progetto". «Resto basita dalla lettura dei documenti», conclude Torto, «il fatto grave è che tutti sapevano. Sapeva il Comune di Chieti e sapeva la Regione. Eppure si è arrivati al 2018 e quel cavalcavia è ancora lì».