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Data: 13/09/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Trovati i fondi per il cavalcavia a rischio. Il Consorzio industriale blocca i lavori sulle traverse di via Piaggio e dirotta 137mila euro al ponte sull'asse attrezzato

CHIETI Trovati i fondi per i lavori al cavalcavia a rischio crollo sull'asse attrezzato. Il Consorzio industriale ha deciso di intervenire sul ponte di via del Fiume, in località Selvaiezzi, chiuso al traffico per «inagibilità» ma percorso ogni giorno da una famiglia di residenti che altrimenti non avrebbe modo di uscire di casa. Ma, per il Consorzio in liquidazione e alle prese con una valanga di debiti - l'ultima stangata è una maxi cartella di pagamento da 412mila euro notificata da Equitalia -, la coperta è sempre più corta: intervenire sul cavalcavia pericolante significa bloccare altri lavori in partenza. Più che trovati, i fondi sono stati dirottati. Lo conferma il commissario Camillo D'Angelo che, dal 2017, porta avanti una missione ragionieristica per rimettere l'ente in sesto: «Il ribasso d'asta per i lavori in corso del nuovo asfalto in via Piaggio avrebbe dovuto essere utilizzato per aggiustare altre strade adiacenti della zona industriale ma, vista la situazione, non sarà più possibile e quella somma sarà usata per effettuare uno studio e, poi, per intervenire per la messa in sicurezza del ponte». I lavori in via Piaggio sono costati 310mila euro: nelle casse del Consorzio restano, quindi, 137mila euro visto che la Regione ne aveva stanziati 447mila per riasfaltare circa tre chilometri di strada, livellare quasi 300 tombini e aggiustare diversi pali dell'illuminazione. «Speriamo che i fondi a disposizione bastino per i lavori in via del Fiume», dice D'Angelo, «se non fossero sufficienti dovrà intervenire per forza la Regione».Secondo il certificato di collaudo e idoneità statica dell'opera risalente al 2012, commissionato proprio dal Consorzio, il cavalcavia avrebbe dovuto essere abbattuto già 6 anni fa: il documento, acquisito dalla deputata del M5S Daniela Torto, rivela che il cavalcavia «non è collaudabile e non è staticamente idoneo. Pertanto, si rende necessario che venga demolito nella sua interezza, in quanto non esistono le condizioni per interventi di riparazione e adeguamento strutturale e funzionale che possano riportare la struttura alle condizioni di progetto».Ma, secondo D'Angelo, esiste anche un'altra relazione con una conclusione opposta: «Oltre alla prima relazione richiesta dal Consorzio secondo la quale sarebbe necessaria una manutenzione straordinaria così ingente», afferma il commissario, «siamo in possesso di un altro documento, stilato dall'università d'Annunzio, in cui si dice che sarebbero necessari altri tipi di lavori meno invasivi». Messa così, i lavori sul cavalcavia non dovrebbero essere immediati: per decidere come intervenire, il Consorzio dovrebbe affidare a un ingegnere l'incarico di controllare la struttura. Soltanto dopo, si deciderà se abbattere o aggiustare il ponte: potrebbero, quindi, passare anche 6 mesi prima dei lavori. Il caso di via del Fiume era stato al centro di una riunione in prefettura lo scorso 30 agosto quando il vice prefetto vicario Domenica Calabrese aveva convocato intorno a un tavolo D'Angelo, il sindaco Umberto Di Primio, il capo compartimento Anas Antonio Marasco, il vice sindaco di San Giovanni Teatino Giorgio Di Clemente e rappresentanti di Regione, Provincia e vigili del fuoco. In quell'occasione, il sindaco aveva abbandonato la riunione in aperta polemica con D'Angelo: il commissario aveva lamentato l'assenza di fondi per la messa in sicurezza del ponte e il sindaco aveva risposto con la minaccia di chiudere dell'asse attrezzato.

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