L'AQUILA Anche il Pd abruzzese ha varato la sua staffetta, a mo' di quella Renzi-Martina. Forse con ritardo rispetto agli esiti del voto delle Politiche, ma alla fine è arrivato il passo indietro del segretario regionale Marco Rapino, che ieri ha diffuso una lettera con cui ha fatto sapere di aver rassegnato le dimissioni in nome di «un passo avanti, uno sforzo congiunto, unitario, per affrontare in piena forza le tornate elettorali che ci attendono». Coordinamento ad Andrea Catena ma soprattutto reggenza piena a Renzo Di Sabatino, formalmente vice segretario e vicinissimo a Legnini: starà a lui traghettare il partito nelle acque insidiose delle prossime regionali, fino al congresso previsto per l'inizio del 2019. Durissimo Antonio Castricone: «Neanche nel momento delle dimissioni Marco Rapino è riuscito a dare la giusta dignità al ruolo che ha ricoperto in questi anni. Un'uscita di scena forzata, per di più accompagnata da un ultimo atto di totale asservimento alle solite logiche che lo hanno guidato in questi anni».
Da metà agosto in poi è iniziato il lavoro sotto traccia per favorire la transizione, passaggio obbligato anche in ottica regionali per dare un segnale concreto di cambiamento e per cercare di ricomporre una tela piuttosto sfilacciata, basti pensare allo scontro-web piuttosto clamoroso tra Camillo D'Alessandro e Michele Fina sulla convocazione dell'assemblea regionale, ancora da tenere. Anche perché bisogna tener conto anche delle dinamiche nazionali ed è evidente un riposizionamento in corso anche in Abruzzo. Zingaretti dovrebbe essere l'uomo forte dei prossimi mesi, ma la geografia è tutta da acclarare. Nel frattempo Rapino ha salutato dicendo che «in questo momento storico deve prevalere più di sempre l'interesse della comunità rispetto all'ambizione individuale. Spero che attraverso il mio gesto il Pd possa ritrovare spirito di coesione e proposte per affrontare il cammino nuovo che lo aspetta». «Questi anni da segretario ha aggiunto - sono stati i più belli della mia vita, ho potuto conoscere, capire, incontrare uomini e situazioni che non avrei mai immaginato di poter raggiungere. Voglio ringraziare ognuno di voi per il viaggio straordinario. Ci sono stati momenti difficili che lasciano nel mio bagaglio una grande ricchezza. Ringrazio gli iscritti, gli elettori, i segretari di circolo, tutti gli amministratori ed ognuno di voi che in questi anni non si è sottratto. Fare il segretario era il sogno della mia vita e oggi che si conclude la mia esperienza, posso dire di provare solo una grandissima gratitudine verso la nostra comunità politica. Adesso ci aspettano mesi e anni fondamentali dove dovremo essere in grado di voltare pagina, cambiare e fare del Pd un nuovo soggetto politico all'altezza del mondo dove viviamo. Continuerò a dare il mio contributo quotidianamente. Ritengo che in questo momento ci sia bisogno di tutti e che tutti si sentano coinvolti in un processo di cambiamento inevitabile. Lasciatemi dire che non dobbiamo spaventarci, ma dobbiamo metterci tutto il nostro coraggio». Non è mancato un passaggio sugli errori personali («in questi anni so di aver fatto molti errori»), ma Rapino si è detto «convinto però di non aver mai anteposto la mia ambizione all'interesse della nostra comunità politica». «Con la scelta di oggi ha concluso - ritengo di creare le condizioni affinché anche in Abruzzo il Pd avvii una discussione profonda che lo porterà a Congresso subito dopo le elezioni regionali. La tornata elettorale che ci apprestiamo a vivere va affrontata con la certezza di aver governato bene la nostra Regione e con la sicurezza di proposte che parlino di cose da fare per il futuro». Il futuro, soprattutto quello elettorale, porta dritto a Giovanni Legnini, che tra dieci giorni terminerà il suo incarico di vice presidente del Csm. Da quel momento in poi, forse, si capirà qualcosa in più. Compresa la fatidica data del voto, con vista sul prossimo anno.