Vince Sara Marcozzi: sarà lei la candidata presidente dei Cinquestelle alle prossime elezioni regionali. Le regionarie pentastellate (Presidenziarie) si sono svolte in sordina, anzi in sordinissima per tutta la giornata di ieri: ma chi sapeva, ha votato. I candidati erano solo due: Sara e Marco Cipolletti, teramano, che ha riportato solo 349 voti contro i 1032 della Marcozzi.
Esito scontato, visto che tutti da mesi la chiamavano “il nostro presidente”, e visto che molti dei consiglieri regionali hanno rinunciato a candidarsi proprio per non intralciarle la strada. Adesso inizia il lavoro più grosso: tentare di vincere le elezioni. E se i sondaggi danno i grillini favoriti, in Abruzzo sarà il centrodestra l’ostacolo già grosso, visto che il centrosinistra è in caduta libera.
Sara Marcozzi
Lo sfidante, Marco Cipolletti
Ma anche se sotto traccia, anche nel Movimento cinquestelle impazza la polemica: non solo per la scarsa trasparenza con la quale si sono svolte le Regionarie per la scelta dei futuri consiglieri regionali ma anche per la candidatura alla Regione di tantissimi consiglieri comunali in carica. Tanto che della deroga invocata da molti di loro non c’è traccia.
Enza Blundo con Grillo
Invece è ben chiaro ciò che scrisse Beppe Grillo suo suo blog qualche anno fa, e commentato dai lettori fino a ieri (potete leggerlo qui):
“Il Movimento 5 stelle è fatto da cittadini, non da eletti ed elettori. Qualche eletto non lo ha forse capito. Ci si candida per spirito civico, per attuare un programma, non per presenzialismo, per carriera politica. L’eletto é importante, come tutti, ma non necessario, è il terminale di una rete. Il limite massimo dei due mandati, qualunque sia il tipo di mandato, da consigliere o da deputato, vale per tutti. Inoltre chi è stato eletto non può lasciare il suo incarico per candidarsi altrove. Queste regole sono chiare e lo sono state dall’inizio. Qualcuno può non essere d’accordo, ma in quel caso può candidarsi in un partito. Non nel MoVimento 5 Stelle. L’ho già scritto, ma lo ripeto ancora una volta per chiarezza. Il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non ci sono, né ci dovranno essere leaderini, ma solo cittadini”.
Era il 5 gennaio 2012, e da allora ne hanno fatta di strada. Anche lastricandola di contraddizioni.