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Pescara, 24/11/2024
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13/09/2018
Il Centro
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Mattarella dà lo stop a Salvini «Nessuno al di sopra della legge». Il presidente ammonisce sul rispetto delle regole, che ricorda «è indispensabile alla democrazia». Il ministro dell’Interno replica: «Io la legge l’ho rispettata, Indagatemi e processatemi, ma vado avanti» |
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«Nessun cittadino è al di sopra della legge». Il Presidente della Repubblica lancia il suo monito mentre imperversa, da giorni, il braccio di ferro ingaggiato dal leader della Lega, vicepremier e ministro dell'Interno nei confronti dei magistrati che lo hanno iscritto nel registro degli indagati per le direttive impresse sulla vicenda dello sbarco di oltre cento migranti dalla nave Diciotti. Le parole del capo dello Stato vengono lette nella maggioranza come un chiaro avvertimento proprio al leader leghista, che sostanzialmente respinge al mittente l'avvertimento: «Rispettando la legge, la Costituzione e l'impegno preso con gli italiani ho chiuso e chiuderò i porti a scafisti e trafficanti di esseri umani. Indagatemi e processatemi, io vado avanti», è stata la sua reazione. In sostanza, con la sua presa di posizione Mattarella ha cercato di riportare con decisione il confronto politica-giudici nell'alveo del rispetto della divisione dei poteri dello Stato. Quindi l'avvertimento, si ragiona in ambienti parlamentari, è rivolto anche ai pm. «La magistratura non può e non deve fermarsi mai nella sua opera di giustizia nei confronti di chicchessia. Ma non si deve neppure dare l'impressione che in questa opera vi possa essere la contaminazione di una ragione politica», afferma il Capo dello Stato, citando Oscar Luigi Scalfaro nel centenario della sua nascita. È una precisazione che rafforza il suo ruolo super partes - si spiega ancora negli stessi ambienti - e che lo porta anche ad invocare una leale collaborazione tra politica e toghe nell'interesse generale («È buona regola che i poteri statali non si atteggino ad ambienti rivali »). Luigi Di Maio che ancora l’altroieri era tornato a stigmatizzare i toni «da Seconda Repubblica » del suo alleato di governo, ieri ha taciuto, ma è stato il presidente del Consiglio a difendere la linea del governo. Giuseppe Conte, in Senato, ribadisce la correttezza dell'operazione Diciotti che ha garantito «la salvaguardia delle vite umane» con «l'altrettanto necessario rispetto degli obblighi derivanti dalla vigente normativa sul salvataggio in mare e sul diritto d'asilo». La linea sui migranti resta: «l'Italia - ribadisce Conte - non è più disponibile ad accogliere indiscriminatamente » supplendo «alla responsabilità che spetta all'Unione europea» tanto più che le operazioni di sbarco sarebbero dovute spettare a Malta. Affermazioni che non sono piaciute a La Valletta che le ha definite «inaccurate» e che ha invitato il governo a «smetterla con pubbliche dichiarazioni che sono false». Intanto, Salvini incassa il sostegno pubblico dei suoi parlamentari, che fuori dal Senato inscenano un sit-in a suo favore. E tira dritto difendendo a spada tratta la sua linea aprendo un nuovo fronte: «La tubercolosi è tornata a diffondersi, gli italiani pagano i costi sociali e sanitari di anni di disastri e di invasione senza regole e senza controlli» ha twittato commentando un episodio di un migrante malato in fuga avvenuto in una struttura di accoglienza profughi in Veneto. Parole considerate dal Pd (tramite il suo deputato, Ubaldo Pagano)come una provocazione: «Per cercare di tenere i Migranti nelle aperture di tg e giornali, e quindi andare avanti con la sua propaganda, Salvini spara la sua balla del giorno sul fantomatico ritorno della tubercolosi in Italia. Immediatamente viene smentito dal direttore di Malattie Infettive del Gemelli, dalla prefettura di Vicenza e dal presidente della Societa' italiana di medicina delle migrazioni».
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