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Pescara, 24/07/2024
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Data: 14/09/2018
Testata giornalistica: Il Centro
I sindaci: «Pronti a occupare i caselli». Nuova manifestazione il 19 settembre a Roma per chiedere di abbassare le tariffe e aumentare la sicurezza delle tratte. Anche Cgil, Cisl e Uil in piazza per dire no al caro-pedaggi

PESCARA Non si placa la protesta dei sindaci abruzzesi e laziali, che chiedono di tagliare del 50% i pedaggi lungo le tratte autostradali gestite dalla Strada dei Parchi, e maggiore sicurezza. Dopo aver disertato l'incontro con i vertici della società che gestisce il tratto autostradale, fissato mercoledì all'Aquila, che avrebbe dovuto fare luce sullo stato di salute dell'arteria che collega l'Abruzzo a Roma, ieri mattina, in una conferenza stampa convocata all'interno dell'aeroporto di Pescara, è stata annunciata un'importante manifestazione per il 19 settembre a Roma.
SI TORNA IN PIAZZA. A farlo è stata una delegazione dei circa 90 sindaci delle due regioni, che dal 3 gennaio scorso, molto prima del crollo del ponte Morandi di Genova, chiedono al Governo di bloccare gli aumenti e di verificare la solidità dell'infrastruttura. Tra i presenti il primo a prendere la parola è stato il sindaco di Chieti Umberto Di Primio: «I costi su questo tratto autostradale sono diventati esorbitanti», esordisce. «Oggi ci vogliono 50 euro per partire dal casello di Chieti-Pescara e raggiungere Roma, una cifra assolutamente spropositata. Questo perché il tratto autostradale è inquadrato come montano, ma in realtà così non è, o almeno non completamente. La Strada dei Parchi costa quanto l'autostrada del Brennero, con la differenza che quella è realmente montana e viene manutenuta in maniera esemplare, qui invece cadono i calcinacci dai ponti». E continua: «Ogni giorno decine di migliaia di pendolari che la percorrono e sono proprio loro a rimetterci più di ogni altro. Mercoledì saremo al Ministero dei Trasporti: finora hanno fatto finta di sentirci, ma ora ci dovranno ascoltare».
LA PIÙ CARA D'ITALIA. Accanto a lui Velia Nazzarro, sindaco di Carsoli (L'Aquila), la promotrice del movimento di protesta che è cresciuto nel corso dei mesi: «La nostra autostrada è la più cara d'Italia. Abbiamo richiesto l'accesso agli atti riguardanti il pedaggio e la sicurezza, che ci è stato negato per l'opposizione di Strada dei Parchi. Avremmo voluto un tavolo istituzionale per comprendere la ragione dei costi così alti. Avevamo già in programma una manifestazione lo scorso 27 giugno, poi sospesa a seguito dell'apertura del Ministero. Ma dopo un primo incontro all'apparenza positivo, il 30 luglio siamo stati liquidati in poco tempo e con frasi poco chiare. Non ci interessa sederci al tavolo con Toto, vogliamo garanzie dal Ministero. Se non ci ascolteranno siamo pronti a riprendere la manifestazione nei caselli autostradali».
AZIONE TRASVERSALE. Con loro la consigliera della provincia di Pescara Leila Kechoud: «La nostra è un'azione politicamente trasversale, che non ha colori né bandiere. Oltre al caro autostrade, abbiamo visto con i fatti di Genova che il problema sicurezza è sempre più impellente. Domani (oggi, ndc) seguirà un incontro nel Lazio perché tutti noi vogliamo delle risposte chiare». Dello stesso tenore le parole di Alfonsino Scamolla, consigliere provinciale dell'Aquila: «La nostra è una battaglia di civiltà. L'aumento dello scorso gennaio porterà nelle casse di Strada dei Parchi 18 milioni di euro d'incasso: se il Governo vuole può trovare questi soldi per bloccare le tariffe». A chiudere i lavori le parole di Marco Giusti, sindaco di Scoppito e delegato di Anci Abruzzo: «Vengo da un comune del cratere sismico del 2009. La contraddizione è che da un lato lo Stato dà il 4% dei fondi per la ricostruzione, e dall'altro rende impraticabile l'unica infrastruttura che abbiamo. L'Aquila ha tanti pendolari su Roma. Così facendo si rischia di rimanere isolati». All'incontro con Strada dei Parchi mercoledì all'Aquila era presente anche il Comune di Celano con il vicesindaco Ezio Ciciotti.

Anche Cgil, Cisl e Uil in piazza per dire no al caro-pedaggi

AVEZZANO Cgil, Cisl e Uil al fianco dei sindaci di Abruzzo e Lazio per «un'autostrada in sicurezza e con pedaggi equi». Una sorta di ritorno alle origini, per quell'infrastruttura che, negli anni passati, ha consentito di vivere, risiedere, lavorare e studiare in aree difficili, «garantendo quel progresso che si genera solo nel contatto tra centri minori e grandi agglomerati urbani. Oggi», affermano le segretarie regionali di Cgil, Cisl e Uil, «quei collegamenti che nel tempo hanno creato opportunità e vantaggi vengono drasticamente messi in discussione per via di livelli tariffari insostenibili». Partendo da quest'assunto, i sindacati sposano in pieno la battaglia degli amministratori in vista della mobilitazione in agenda il 19 settembre a Roma. «La tenuta e lo sviluppo del nostro territorio», aggiungono, «sono strettamente correlate a sicurezza, fruibilità ed economicità di una infrastruttura strategica quale è quella delle autostrade A24 e A25 che va messa subito in sicurezza sismica, ma non con l'attuale schema concessorio e le attuali regole di remunerazione degli investimenti, che tornerebbero a impattare ancora una volta sulla tariffa già troppo esosa». Per queste ragioni i sindacati saranno alla manifestazione promossa dai sindaci dinanzi al Mit nella speranza che la giornata «non sia solo di protesta, ma divenga la base di un'interlocuzione di merito ».

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