PESCARA «Tre ore e mezza per venire qui da Roma in treno: faccio prima io con il motorino». Giorgia Meloni apre la campagna elettorale di Fratelli d'Italia mettendo il dito sulla fragilità delle infrastrutture che attraversano il territorio abruzzese. Lo fa nella sala del Museo Vittoria Colonna di Pescara, dove un video della Mirus dal titolo: L'Abruzzo è speciale, una terra fragile e bellissima mette il dito proprio sulla grande contraddizione della regione dei parchi, dove paesaggi incantevoli sono spesso sottoposti ai sussulti della natura (il terremoto) o ad azioni scellerate dell'uomo (la discarica dei veleni di Bussi). Intanto c'è da chiamare a raccolta il centrodestra, perché le regionali sono alle porte e Giorgia Meloni fa capire di essere qui per questo: «Vogliamo costruire un programma per l'Abruzzo con tante persone della società civile che intendono darci una mano». Partendo da dove? «Occorre dare a questa regione le risposte che aspetta da tempo - precisa la leader di Fratelli d'Italia», che non prescindono però all'alleanza storica messa in crisi dalla scelta di governo della Lega. «Il centrodestra unito può vincere, non avrebbe alcun senso presentarsi divisi alle regionali. L'Abruzzo - prosegue Giorgia Meloni - è una terra tenuta in ostaggio dal Pd di D'Alfonso. Noi diciamo che si deve andare al voto entro l'anno. Loro no, e si capisce anche perché: sanno che questa volta si faranno male». Ce n'è anche per il M5S: «Non sanno dare risposte. Io sono romana e lo vedo tutti i giorni». L'altro grande tema delle regionali è quello del candidato presidente, che nel centrodestra non c'è ancora. Proprio nelle ultime ore Matteo Salvini ha fatto il nome del deputato e coordinatore regionale della Lega Giuseppe Bellachioma, per riempire la casella del centrodestra in Abruzzo. Giorgia Meloni non si scompone: «Il candidato non tocca mai a un partito. E' quello più bravo che deve governare, partendo dal programma. Per questo è sempre sbagliato dire tocca a me». La parlamentare di FdI non ha neanche escluso il ricorso alle primarie per individuare l'uomo (o la donna) di punta della coalizione: «Mai stata contraria, le abbiamo usate spesso anche all'interno del partito per selezionare la nostra classe dirigente». Poi arriva un assist all'alleato della Lega sulla questione dell'avviso di garanzia spedito a Salvini dalla procura di Palermo per il caso della Diciotti: «Nessuno è al di sopra della legge, ma è surreale indagare un ministro dell'Interno che vuole fermare l'immigrazione irregolare». Ad accogliere Giorgia Meloni a Pescara erano in tanti ieri mattina, dall'ex presidente della Provincia Guerino Testa, al sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, ai due coordinatori regionali di Fratelli d'Italia, Etelwaldo Sigismondi e Giandonato Morra. In platea si è visto anche l'ex parlamentare di Forza Italia Fabrizio Di Stefano, impegnato a proporsi come anello di congiunzione nell'alleanza del centrodestra, dove il cartello delle liste civiche sta tentando di ritagliarsi un ruolo non marginale. Intanto Sara Marcozzi è la prima candidata presidente a presentarsi allo start dopo aver vinto, senza destare troppe sorprese, le regionarie del M5S attraverso il voto online. Nel Pd si attende la risposta del vice presidente del Csm Giovanni Legnini, ormai vicinissimo alla scadenza del mandato (il 24 settembre) a Palazzo dei Marescialli.
Saverio Occhiuto
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