PESCARA - Nel Pd si chiude l'era Rapino, con le dimissioni dell'ex segretario arrivate proprio in prossimità del voto delle regionali e si apre quella di Renzo Di Sabatino, a cui il partito di D'Alfonso ha affidato le sue sorti. Un incarico delicato in una fase estremamente delicata non solo perché a poca distanza temporale dal voto, ma perché anche in regione il Pd è la rifondare.
Dopo il passaggio delle consegne, è lo stesso presidente della Provincia di Teramo a spiegare che per lui non sarà una passeggiata traghettare il Pd abruzzese verso lidi più sereni senza l'aiuto del partito e se non si porrà fine alle divisioni che ancora oggi segnano il dibattito interno. La determinazione non manca: «Seppur l'orizzonte politico di questo mandato è limitato nel tempo - sottolinea Di Sabatino -, intendo esercitarlo con pienezza di poteri e con tutte le prerogative conferite alla figura del segretario, ben consapevole che abbiamo alle porte un appuntamento istituzionale davvero importante».
Di Sabatino annuncia anche di avere deciso di sospendere, dopo una rapida consultazione con i quattro segretari provinciali, l'insediamento dei nuovi organismi: «Sono assolutamente consapevole che troppo spesso sono saltati importanti passaggi di riflessione e condivisione. Ecco perché, prima di qualsiasi decisione rispetto all'assetto del partito, penso che occorra prendere del tempo per recuperarli».
Una riflessione che il neo segretario prova a condurre fuori dal dibattito interno: «Lo dobbiamo agli iscritti e anche ai cittadini, ancora tanti, che non hanno la tessera del Pd ma che guardano a noi come l'ultima spiaggia contro la deriva di una nuova destra che nulla ha che vedere con quanto abbiamo visto nel recente passato, ma che somiglia in maniera spaventosa a ciò che ha preceduto il ventennio fascista». Poi la fase operativa: «Ritengo - dice ancora Di Sabatino - che occorra riunire i coordinamenti provinciali per ascoltare e capire cosa sta succedendo nei territori».
Il segretario aggiunge che parteciperà direttamente a ognuno di essi: «Solo successivamente farò convocare la direzione regionale e, se sarà necessario, l'assemblea. Decisione che prenderemo insieme. Al termine di questo percorso saranno individuati i nuovi organismi di cui non farà parte, per ovvie ragioni di opportunità, chi è candidato alle regionali». Si torna al noi: «Dovremo parlare e capirci senza flagellarci. Dovremo smontare gli steccati - avverte Di Sabatino - che ci hanno rinchiuso nelle gabbie di conventicole e correnti. Confido nella responsabilità di tutti per ritrovare la serenità di cui abbiamo bisogno per costruire un'alleanza ampia».