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Data: 16/09/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Di Primio sfida i concorrenti «Io so unire, ho meno nemici»

«Ho molti meno nemici dei miei concorrenti: questo è fondamentale quando bisogna scegliere un candidato di coalizione. In più ho acquisito, dopo otto anni da sindaco, un'esperienza che altri non possono vantare: conosco i problemi della gente e so come affrontarli». Così Umberto Di Primio (Forza Italia), all'indomani delle dimissioni da primo cittadino di Chieti, lancia la sua sfida da aspirante candidato governatore per il centrodestra. E lo fa recapitando messaggi neanche troppo cifrati a coloro che, all'interno del suo stesso partito e non solo, gli contendono la leadership per la Regione: Mauro Febbo, Fabrizio Di Stefano, Paolo Gatti, Antonella Di Nino e Giuseppe Bellachioma. Il clima resta di fair play, tant'è che lo stesso Di Primio, ribadendo di essere disposto a confermare le dimissioni solo per puntare allo scranno più alto della Regione, afferma: «Il centrodestra abruzzese può contare su candidati di estrema qualità e ciò mi induce a essere fiducioso». Ma la sfida è appena entrata nel vivo. E Di Primio vuole giocarsela fino in fondo. Si dice «certo di poter unire tutte le espressioni del centrodestra», parla già di programmi e non nasconde di sentirsi il candidato ideale: «In questi mesi ho incontrato i cittadini, le associazioni di categoria, i rappresentanti degli imprenditori e ho cercato di comprendere quale debba essere la strada per costruire il progetto di governo». Più nel dettaglio: «Si partirà da un welfare in grado di contenere politiche per l'occupazione e il sostegno alle imprese abruzzesi: l'Abruzzo non può continuare ad essere una terra di addii ma un territorio di nuovi investimenti. Si proseguirà con una politica sanitaria che, tenendo a bada i propri bilanci economici, allo stesso tempo garantisca servizi: la mia idea è che un ospedale, e forse anche più di uno, possano tornare a funzionare».
E ancora: «Vorremmo più valorizzato l'Abruzzo dei parchi, della montagna, del mare, il riequilibrio tra aree interne e zone costiere, il dissesto idrogeologico; la risoluzione dei problemi riguardanti le città colpite dal terremoto, L'Aquila - che è e resterà capoluogo di Regione - e l'area teramana; la modernizzazione del territorio soprattutto dal punto di vista infrastrutturale, dalle strade al digitale». Il sindaco dimissionario si presenta come «portatore sano di campanile. Significa che salgo su San Giustino non per difendere la mia piazza ma per allargarla». Poi rimarca: «Ho maturato l'esperienza di chi ogni giorno, mettendoci tanta passione, fa i conti con la pochezza dei mezzi ma sa che da quel poco deve tirar fuori delle risposte per i cittadini. A Chieti sono stato eletto come sindaco di centrodestra, ma ho voluto essere il sindaco di tutti». Di Primio ha venti giorni per ritirare le dimissioni e restare alla guida del Comune per altri due anni, fino alla naturale scadenza del suo secondo mandato: «Correremo come pazzi, lavoreremo come se il ventesimo fosse il mio ultimo giorno da sindaco. Ma continueremo a pensare e a programmare avendo come obiettivo il 2020».

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