L’AQUILA Comincia una settimana molto importante sulla strada che porterà alle prossime regionali. Intanto arriverà, è cosa certa, la definizione della data del voto. Si vedranno di nuovo il vice presidente della giunta, Giovanni Lolli (foto) oggi presidente vicario, il presidente dell’assise Giuseppe Di Pangrazio e quella della Corte d’Appello, Fabrizia Francabandera. La decisione finale spetta a Lolli, d’accordo con la Francabandera e sentito Di Pangrazio. Un primo vertice già si è tenuto, masolo per mettere sul tavolo il corposo dossier che concerne l’interpretazione delle norme vigenti in merito. Ha giocato un ruolo anche la pressione del centrodestra, che nei giorni scorsi ha alzato il tono dello scontro con Forza Italia che ha occupato simbolicamente l’aula consiliare, di fatto spingendo Lolli a convocare un repentino faccia a faccia. Cosa accadrà? Difficile dirlo. Il centrodestra è pronto a portare al Tar qualsiasi opzione che scavalli il 2 dicembre, data ritenuta ultima accettabile. I pareri dell’Avvocatura e del servizio legislativo regionale conducono al 23 dicembre – e quindi, di fatto all’anno nuovo – e non è un mistero che anche il centrosinistra spinga per uno slittamento. E’ probabile che alla fine prevalga una mediazione che garantisca un po’ tutti. Sul fronte candidature solo il Movimento Cinque Stelle l’ha definita con la vittoria di Sara Marcozzi alle cosiddette “regionarie” sulla piattaforma Rousseau. Oggi si saprà qualcosa in più del centrodestra, all’indomani della cena di ieri ad Arcore, davanti alla tv per Cagliari-Milan, tra Salvini, Berlusconi e Tajani. Filtra un “ballottaggio” Abruzzo- Basilicata, che alla fine potrebbero essere spartite tra Forza Italia e Lega, equamente. Dunque oggi si saprà qualcosa in più. Il centrosinistra lavora per Giovanni Legnini, ma dovrà attendere i primi di ottobre, quando il vice presidente del Csm, in scadenza a giorni, scioglierà la riserva su una candidatura su cui c’è ancora una grande incertezza.