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Pescara, 24/11/2024
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Data: 17/09/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Intesa Berlusconi-Salvini su vertici Rai e regionali. L'irritazione di Di Maio: «Sono fatti loro» E torna l'incubo delle elezioni anticipate

ROMA Un equilibrio difficile che sembra reggere, almeno per ora. Al governo con il M5S, nelle regioni e nei comuni con la vecchia alleanza di centrodestra composta da FI, FdI e, ovviamente, dalla Lega. Derubricare il vertice di ieri sera ad Arcore a semplice incontro «privato» per vedere la partita del Milan, serve a Matteo Salvini per non irritare ulteriormente l'alleato. L'incontro a quattro di due ore, Berlusconi e Tajani da un lato, Salvini e Giorgetti dall'altro, è stato molto più di una semplice rimpatriata o l'unico modo che il segretario della Lega aveva per provare a sbloccare la vicenda della presidenza Rai che vorrebbe affidare a Marcello Foa. Gli argomenti di attualità ovviamente non sono mancati e non hanno riguardato tanto il servizio pubblico, ma soprattutto le politiche «pauperiste» e «molto assistenzialiste» che il M5S intende inserire nella manovra di bilancio. Un mix che preoccupa non poco il Cavaliere insieme all'idea del sottosegretario all'Editoria Vito Crimi di mettere un tetto, e magari nuove tasse, alla raccolta pubblicitaria. Su questo ultimo punto Salvini avrebbe tranquillizzato il Cavaliere con un lapidario, «non è nel programma di governo», anche se la serie di annunci provoca scossoni in borsa. Sul resto ha assicurato che la Lega non farà passi indietro sulla flat tax.
LA MANO L'alleanza di centrodestra comunque sembra reggere al punto che i quattro si dovrebbero rivedere domani insieme alla Meloni che ieri sera hanno chiamato al telefono. D'altra parte, insieme, FI e Lega governano le più importanti regioni del Nord e in ballo ora c'è il voto in Abruzzo come in Basilicata. L'obiettivo di Berlusconi era cercare di capire sino a che punto l'alleato intendesse tenere in piedi l'alleanza che, sondaggi alla mano, supera ora abbondantemente il 40%. Raccontano che il ministro dell'Interno si sia lamentato del rapporto con le pattuglie azzurre di Camera e Senato difese invece a spada tratta da Antonio Tajani che, in qualità di vicepresidente del partito ha ora il compito di lavorare per trovare l'intesa con gli alleati nelle due regioni dove si andrà presto al voto. «Andremo avanti cinque anni», aveva detto poche ore prima Salvini nel salotto tv di Barbara D'Urso. Un auspicio diretto più a tranquillizzare l'alleato grillino che a convincere Berlusconi al quale non avrebbe invece nascosto le difficoltà che soprattutto il sottosegretario Giorgetti incontra a palazzo Chigi per trovare ogni volta la quadra su un'attività di governo che arranca. La cena di ieri sera - dove si è parlato anche delle nomine in Consob come del ponte di Genova - è servita a ristabilire quel «metodo» che FI ritiene calpestato dalla Lega al momento dell'indicazione di Foa ai vertici di viale Mazzini. Ristabilire una sorta di concertazione tra vecchi alleati significa per il Cavaliere non dare l'alleanza per morta e considerare l'apporto della Lega al governo come un fatto più o meno transitorio. Via libera, quindi, a Foa, ammesso che in commissione di Vigilanza si possa rivotare il nome a suo tempo bocciato. Un nodo, quello della praticabilità di un nuovo voto, controverso e che rischia di aprire un contenzioso legale che qualche consigliere del cda-Rai non intende sopportare. Forti dubbi li ha non solo il consigliere eletto dai dipendenti Rai Riccardo Laganà, ma anche Beatrice Coletti, eletta nel cda in quota M5S.
A Berlusconi il fatto che anche il M5S chieda a Salvini di trovare un nuovo nome che eviti un contenzioso legale che rischia di paralizzare il servizio pubblico, importa poco. Molto più interessato è nel ripristino di un rapporto con Salvini. D'altra parte a Salvini conviene tenere aperto e funzionate il forno che ha in società con Cavaliere e Meloni. E' un'arma di pressione fortissima nei confronti di un alleato, il M5S che appare del tutto imbrigliato nella tela che il leader della Lega ha continuato a tessere anche ieri notte ad Arcore.



L'irritazione di Di Maio: «Sono fatti loro» E torna l'incubo delle elezioni anticipate

ROMA «Sono fatti loro», dice Luigi Di Maio che sfoggia la massima tranquillità sull'incontro ad Arcore tra Berlusconi e Salvini. E si toglie anche lo sfizio di ripagare con la stessa moneta l'alleato leghista che aveva derubricato le uscite dei compagni di Di Maio come «una questione interna al Movimento». Il problema è che anche Berlusconi diventa una questione interna al Movimento. «Non ci sono scambi politici in agenda», assicurano i fedelissimi del capo politico M5S. Che è quello che preme agli ortodossi. Il riavvicinamento tra il Cav e Salvini infatti agita le acque. «L'importante è evitare lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate», trapela dai vertici. E in realtà lo confessa più di un Cinquestelle in forma anonima.
In più, il presidente Tajani che annuncia il voto favorevole di Forza Italia alla flat tax basta e avanza per mettere in subbuglio l'anima ortodossa che ha radici lontanissime: ambientalista, giustizialista ma soprattutto anti berlusconiana.
GLI STORICI Gli storici sono parlamentari come il senatore Nicola Morra che sta lavorando alecremente per l'istituzione della commissione Antimafia che è l'unica bicamerale che ha ancora non ha visto la luce e che fa dire a più di un falco: «C'è da vergognarsi, non è questo il governo del cambiamento se non si riparte da lì». Poi c'è Paola Nugnes che proclama «Siamo tutti clandestini», quando il ministro dell'Interno insiste contro i migranti. C'è Elena Fattori, iscritta all'Anpi, e molto legata ai valori originari del M5S. Ma la componente anti Cav in questa legislatura si è molto annacquata, per la verità, con l'inserimento di new entry in Parlamento che non sono mai scesi in piazza contro Berlusconi. Emblematico il caso del senatore emiliano Gabriele Lanzi, prima fierissimo anti Cav. Ora si muove solo sul solco del contratto di governo. Intanto un deputato felpatissimo sta lavorando a un settore delicato: la riforma delle Telecomunicazioni. Il tema delle concessioni tv e dei tetti alla pubblicità c'è, spiega una fonte ma nel momento in cui «si metterà mano al mondo caro al Biscione si farà in modo organico: siamo contro le leggi ad personam ma anche a quelle contra personam», riferisce la stessa fonte. Ma non si può dire a gran voce, niente slide o hashtag sul conflitto di interessi agitati invece quando andò in scena la trattativa lampo, e finita male, con il Pd.
Però i pochi veterani che hanno un peso specifico nel Movimento hanno letto la mossa di Salvini con molto fastidio perché certifica un legame mai scisso tra il leader del Carroccio e il fondatore di Forza Italia. «Siamo in mezzo a questi vasi comunicanti a nostra insaputa», si lamentano i parlamentari più lontani dall'inner circle che guardano con sospetto alla riunione di Villa san Martino.
Torna la paranoia che l'alleanza stipulata con Matteo Salvini sia con tutto il centrodestra. D'altronde di rospi da ingoiare ce ne sono e la medicina con cui i più riottosi hanno deciso di farsi passare il mal di pancia è il reddito di cittadinanza. Non a caso Di Maio rassicura in continuo: «Sarà la centro della manovra».
Promesse che vengono rinnovate ogni giorno e che sono al centro di estenuanti negoziati come dimostrano i messaggi in bottiglia che si sono scambiati ieri Salvini e Di Maio. «Conte e con Di Maio sono persone ragionevoli e andremo avanti 5 anni», ha detto il leader della Lega dal salotto di Barbara D'Urso. E, poi: «L'alleanza con il M5S la rifarei domani mattina». Messaggio distensivo che blinda la legislatura e che sorvola sui malumori. Sono tanti. Soprattutto in Senato dove la legittima difesa non è accolta con entusiasmo. Così come il ddl anti corruzione desta molte perplessità nella compagine leghista che risente della vicinanza forzista. Sulle droghe leggere c'è una distanza siderale. Sarà per questo che dal Pd hanno presentato una proposta di legge simile a quella presentata dal Movimento durante la passata legislatura. Qualcuno potrebbe testare le alleanze a geometria variabile che ieri sera sono andate in onda ad Arcore.



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