CHIETI Comincia lo scontro in Comune dopo le dimissioni del sindaco Umberto Di Primio che punta a candidarsi presidente della Regione per Forza Italia. Non è scontata la candidatura di Di Primio e, durante la riunione di maggioranza di venerdì scorso in municipio, il sindaco ha lanciato messaggi a consiglieri e assessori del centrodestra: se Forza Italia non lo candiderà governatore e sarà costretto a ritirare le dimissioni entro il 4 ottobre prossimo per tornare sindaco, in Comune qualcosa cambierà. Il sindaco ha fatto capire che se il partito metterà il veto sulla sua candidatura, dovrà aspettarsi una reazione: Di Primio, durante il suo intervento, è rimasto sul vago ma quello che ha detto è apparso chiaro. Se Forza Italia punterà su un altro nome, i rapporti ne risentiranno. Un rimpasto? Potrebbe essere. Altra ipotesi è un eventuale avvicinamento alla linea della Lega che, a Chieti, conta già un assessore, Alessandro Bevilacqua che ha abbandonato Forza Italia accusando il partito di gestione troppo personalistica. I prossimi 18 giorni passeranno sotto il segno delle trattative, ma la certezza sembra già una: se Di Primio non sarà candidato, in municipio potrebbe aprirsi un tutti contro tutti e gli ultimi due anni di mandato del sindaco non sarebbero proprio una passeggiata. Anche perché Di Primio deve fare già i conti con una maggioranza risicata, a partire dai ribelli del centrodestra con Stefano Rispoli e Mario Troiano, ex di Forza Italia passati al gruppo misto, Diego Costantini della Lega, Mario De Lio e Roberto Melideo dell'Udc. E poi c'è un altro dettaglio: alla conferenza stampa di sabato scorso in cui Di Primio ha ufficializzato l'intenzione di correre per la Regione, si sono seduti accanto a lui solo 4 assessori su 9 (Giuseppe Giampietro, Valentina Luise, Emilia De Matteo e Raffaele Di Felice), il presidente del consiglio Liberato Aceto e i consiglieri Stefania Donatelli e Franco Di Pasquale: assenti tutti gli altri.Un'altra curiosità, che potrebbe non essere un caso, riguarda le assenze durante l'ultima riunione di giunta di venerdì mattina, stesso giorno della firma delle dimissioni: mancavano gli assessori Bevilacqua e Mario Colantonio (Forza Italia), ufficialmente impegnati il primo a Roma e il secondo all'Aquila per motivi istituzionali. Di qui al 4 ottobre, giorno in cui le dimissioni del sindaco diventeranno irrevocabili, tutto può succedere anche se Di Primio ha già escluso un'eventuale candidatura in Regione da consigliere: o governatore o niente, è la convinzione del sindaco. «Qualora non fossi io il candidato al ruolo di presidente», ha detto, «continuerò ad occuparmi della mia città come sindaco; non sarei disponibile a concorrere per la carica di consigliere regionale». Ma in politica, adesso, sono tanti a ripetere l'adagio «mai dire mai e mai dire sempre» per lasciare intendere che più di due settimane di trattative potrebbero aprire una breccia.