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Pescara, 24/07/2024
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Data: 19/09/2018
Testata giornalistica: Prima da Noi
Elezioni Abruzzo, Febbo candidato presidente, fuori Di Stefano e Di Primio Accordo del centrodestra unito: ecco i particolari

ABRUZZO. L’accordo è fatto al 90% e nel centrodestra si respira aria più serena perchè si è trovata la quadra (che non era scontata) per una coalizione unita per le prossime tornate elettorali regionali.

Tutto definito anche se mancano gli ultimi dettagli da concordare con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che è comunque componente minoritaria e che dunque dovrà accontentarsi di incarichi proporzionali al suo bagaglio elettorale.

Dall’incontro tra Salvini e Berlusconi è emersa chiara la spartizione regionale arrivata subito dopo quella delle poltrone in Rai che riguardano a loro volta anche l’accordo Lega-M5s.

Oltre la Rai i vertici nazionali del centrodestra hanno deciso che il candidato alle prossime elezioni regionali in Trentino andrà alla Lega, giudicata più forte e maggiormente in grado di supportare una vittoria data per certa.

Per le quattro regioni rimanenti due andranno alla Lega (Sardegna e Basilicata) e due a Forza Italia (Piemonte e Abruzzo).

Nell’incontro in programma a Roma per oggi con la Meloni, Berlusconi e Salvini tenteranno di accontentare le richieste dei “fratelli”, probabilmente su ruoli secondari come assessori o candidati sindaci in alcune città.

Tornando all’Abruzzo qualche punto fermo c’è nell’ex casa delle libertà.



DI PRIMIO E L’INCHIESTA CHE PENDE

Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, potrebbe revocare le proprie dimissioni perchè dal partito lo hanno invitato a rimanere in sella fino al 2020, soffocando le sue mire presidenziali.

Lui lo ha detto chiaramente: o presidente o niente.

Ha pesato sulla richiesta dei suoi anche il problema giudiziario del sindaco che potrebbe ritornare di attualità e riguarda l’inchiesta sul Megalò 3.

Al centro dell’inchiesta, denominata ufficialmente “Terre d’oro”, sulla quale hanno indagato carabinieri forestali e Squadra Mobile di Pescara, ci sono scenari occulti dietro la costruzione del Megalò 3 ad opera dell’imprenditore Enzo Perilli, titolare della ditta Akka.

Perilli è cliente dello studio legale di Umberto Di Primio, sindaco di Chieti, al quale avrebbe promesso soldi per pagare i suoi debiti oltre ad aiuti per la campagna elettorale 2015.

Per questi fatti Di Primio è indagato per corruzione.

Sempre per corruzione è indagato Michele Colistro, segretario generale dell’Autorità dei bacini.



Milia il suggeritore: «sue le modifiche di altre norme per favorire i costruttori»
Gli altri precedenti certificati dagli investigatori di Pescara

Il periodo di interesse va da metà del 2013 all’inizio del 2015 e dall’inchiesta emerge una «sinergia e unità di intenti» tra Perilli ed il pubblico ufficiale Colistro, che con il sindaco Di Primio cercavano di agevolare il progetto edilizio in zona esondazione.

Tra le molteplici azioni intraprese (sollecitazioni persino del Ministro Maurizio Lupi) anche una serie di incontri non istituzionali con l’avvocato Milia sia nello studio e sia nella sua abitazione nei pressi dello stadio, riunione che si è giovata anche della ulteriore consulenza di un notissimo personaggio, nonchè storico ex cliente di Milia e da anni collaboratore fidato: Giancarlo Masciarelli ex dominus della Fira arrestato nel 2006.

Il procedimento già vecchio di tre anni giace sui tavoli della procura di Chieti in attesa che si decida sul rinvio a giudizio.

Un problema dunque di opportunità anche perchè gli avversari potrebbero far riesplodere il caso in campagna elettorale. E dal centrodestra ci si proietta anche molto in avanti: alcuni hanno fatto notare che una eventuale condanna potrebbe travolgere il neo presidente (nell’eventualità della vittoria) con la mannaia della Severino che lo porterebbe a dover lasciare lo scranno già dopo la sentenza di primo grado.



PAOLO GATTI L’INDECISO

Paolo Gatti, invece, ultimamente si è mostrato poco coerente e alquanto indeciso. Dopo l’annuncio del suo ritiro dalla politica è ritornato attivo ma le sue quotazioni all’interno del centrodestra sono scese di molto a causa della sua condotta non in linea con quanto gli aveva consigliato il vertice di Forza Italia.

Il partito di Berlusconi, infatti, era contrario a far esplodere la crisi al Comune di Teramo e a far cadere il sindaco Brucchi ma Gatti ha insistito ed ha ottenuto il risultato di nuove elezioni e questo non è stato dimenticato, così come la sua candidatura nel 2013 con Fratelli d’Italia.

Ad oggi Gatti, secondo alcuni osservatori, avrebbe perso parte della sua forza elettorale ma potrebbe concorrere comunque alla carica di presidente essendo uno dei nomi che circolano più per diversivo che altro.

Gatti, infatti, non avrebbe molta voglia di candidarsi preferendo dare una mano dall’esterno per poi essere ricompensato con qualche incarico dirigenziale nella futura giunta (eventuale) di centrodestra.



DI STEFANO E LE LISTE CIVICHE CHE NON DECOLLANO

Poco spazio pure per Fabrizio Di Stefano che non è uomo di Lega e non è di Forza Italia, avendo abbracciato da poco le liste civiche di Gianluca Zelli e Daniele Toto. Il progetto politico si sta facendo strada tra qualche difficoltà di troppo e qualche spaccatura a Teramo e all’interno del centrodestra non si crede che possano incidere oltre il 3% per cui si tende a considerarli poco.

Questo non fa di Fabrizio Di Stefano un possibile candidato alla presidenza.



L’ATTIVISSIMO FEBBO

Alla fine della scrematura forzista quello che rimane è l’unico uomo forte, attivissimo più di tutti gli altri per tutta la legislatura D’Alfonso, Mauro Febbo. Grazie al suo ruolo di presidente della commissione vigilanza è stato quello che ha creato maggiori grattacapi al presidente D’Alfonso su moltissimi argomenti a quest’ultimo molto cari.

A lui si attribuiscono numerosi esposti che non hanno avuto alcun effetto, fino ad ora, su molteplici argomenti: solo per citare gli ultimi e più attuali la vicenda dell’ospedale Maltauro, quelli del Masterplan e delle vicende del presidente incompatibile di Tua spa.

Ad oggi se l’accordo dovesse davvero essere sottoscritto davanti al notaio per un centrodestra unito in Abruzzo il candidato per il centrodestra sarebbe Febbo che si scontrerà direttamente con Sara Marcozzi del M5s.

E’ chiaro che si tratterà di una corsa a due...

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