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Pescara, 24/11/2024
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19/09/2018
AbruzzoWeb
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A24-A25: Ramadori (Sdp), «Arterie sicure, sblocco fondi forse già in decreto Genova» |
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L'AQUILA - "Potrebbero essere nel decreto Genova alla firma del Presidente della Repubblica i 192 milioni di euro per completare la prima fase della messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25, in particolate per interventi su ponti e viadotti".
Lo ha detto l'amministratore delegato di Strada Parchi spa, concessionaria delle autostrade abruzzesi e laziali A24 e A25, Cesare Ramadori, a margine dell'audizione in Commissione Territorio riunita all'Aquila alla presenza, tra gli altri, di consiglieri regionali regionali Pierpaolo Pietrucci (Pd), Sara Marcozzi e Riccardo Mercante (M5S) e forze che stanno dibattendo sul tema della sicurezza nelle due arterie.
Una tematica diventata di forte attualità dopo la tragedia del Ponte Morandi.
Era stato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, ad annunciare nei giorni scorsi in Commissione Ambiente alla Camera un provvedimento ad hoc per le A24 e A25.
E proprio su questi argomenti domani, mercoledì 19 settembre, i sindaci laziali e abruzzesi, impegnati da inizio anno contro il caro pedaggi sulle due arterie autostradali, hanno organizzato una manifestazione davanti al ministero delle Infrastrutture e Trasporti a Roma e un incontro con Toninelli.
Nelle scorse settimane, gli amministratori locali hanno annunciato anche "l'occupazione dei caselli", qualora le loro richieste "vengano nuovamente disattese".
"Siamo pronti ad operare anche se i fondi non dovessero essere subito disponibili - spiega ancora - perché con il decreto si andrebbe all'anticipazione da parte delle banche".
In riferimento al dibattito in Commissione consiliare, Ramadori chiarisce che "Strada dei Parchi ha fatto tutto quello che doveva in termini di manutenzione ordinaria e straordinaria, quindi le arterie sono sicure, quello che si vede esternamente e che potrebbe far preoccupare, è sotto controllo perché sono in atto puntuali e continue verifiche".
Alle domande poste dai commissari regionali, l’amministratore delegato Ramadori, ha risposto affermando che “Le autostrade abruzzesi sono sicure dal punto di vista statico e vengono monitorate costantemente: i controlli sono trimestrali e poi c’è un controllo annuale più approfondito. La manutenzione straordinaria è già partita con il progetto dell'antiscalinamento che aiuta ad aumentare la sicurezza in caso di sisma. Siamo l’unica concessionaria autostradale che ha l’obbligo di fare l’adeguamento antisismico".
"Resta da avviare l’adeguamento sismico delle pile e lo potremmo fare con i 192 milioni di euro che probabilmente verranno inseriti nel decreto che riguarda Genova. Con la firma del decreto - ha continuato - potremmo completare l’adeguamento antisismico delle autostrade e renderle ancora più sicure, per l’avvio dei lavori siamo pronti a partire subito anche chiedendo un anticipo agli istituti bancari. Le opere che ci apprestiamo a realizzare avranno come priorità proprio quei viadotti segnalati giorni fa dalla stampa e dai cittadini".
Ramadori ha risposto anche sulla questione delle aree di servizio non realizzate e previste nel Piano economico finanziario: "Le aree andavano messe a gara perché non le gestiamo noi direttamente. Le ultime due gare sono andate deserte perché c’è poco traffico e quindi poca utenza, ci apprestiamo a realizzarla direttamente come Strada dei Parchi.” Sulla questione delle barriere antirumore assenti in alcuni tratti autostradali, l’Ad di Strada dei Parchi ha confermato che “Verranno installate entro il 2023 e che vi è una mappatura che fa il Ministero dei punti dove possono essere installate".
Mentre sul caro pedaggi: "I sindaci chiedono di intervenire sul caro pedaggi, ricordo che per ogni euro che incassiamo dai pedaggi restituiamo 56 centesimi allo Stato a cui in questi anni Strada dei Parchi ha versato 840 milioni di euro. Io gestisco una società che è stata in perdita fino al 2017 e se mi abbattono ulteriori tariffe vuol dire che avrò ulteriori perdite. Se il Ministero ci viene incontro riducendo la percentuale che dobbiamo conferire allo Stato, potrebbe esserci un minore impatto sull’utenza".
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