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Data: 19/09/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ponte, pagherà Autostrade tutti i poteri al commissario

ROMA Adesso è anche scritto nero su bianco. A pagare sarà Autostrade. Dovrà essere infatti il «concessionario del tratto autostradale tenuto in quanto tale responsabile del crollo a far fronte alle spese di ripristino della viabilità». E dovrà farlo «entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto», mettendo a disposizione del commissario straordinario le «somme necessarie al ripristino» del Ponte crollato il 14 agosto a Genova. Nel testo del provvedimento, che il Messaggero ha potuto visionarie, c'è l'indicazione chiara di come si dovrà muovere la società che fa capo ai Benetton. Non c'è invece scritto in maniera esplicita, come forse volevano il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro Danilo Toninelli, che non potrà essere chiamata a ricostruire il viadotto. Una sottigliezza, inserita dall'ufficio legislativo di Palazzo Chigi per mettersi al riparo da contenziosi miliardari. O quanto meno per avere più margini di manovra anche in sede di eventuale trattativa con Autostrade.
I DETTAGLI
Nel decreto, nell'ultima bozza in circolazione, l'affidamento dei lavori spetterà al commissario, d'intesa ovviamente con il governo. Sarà lui a scegliere, avvalendosi di poteri amplissimi, chi dovrà realizzare l'opera. Potrà operare «in deroga ad ogni disposizione di legge, fatto salvo il rispetto dei principi fondamentali derivanti dall'appartenere all'Unione europea» e «previa comunicazione alla Commissione Ue». Il nodo da sciogliere è proprio qui. Bisogna infatti convincere Bruxelles a concedere una deroga. Perché l'attuale normativa europea e la convenzione siglata tra Stato e Autostrade prevedono, in buona sostanza, che sia proprio il concessionario a ricostruire.
Al Mit sono convinti di riuscire a trovare un'intesa. A Palazzo Chigi c'è invece maggiore prudenza. Tant'è che nel decreto, proprio per evitare un frontale con l'Unione, si specifica che in caso di mancato pagamento da parte «del concessionario», cioè di Autostrade, può subentrare «un soggetto pubblico o privato che anticipi le somme necessarie alla integrale realizzazione delle opere». Insomma, una banca o la stessa Cdp possono essere coinvolti per mandare avanti, dal punto di vista finanziario, la complessa la ricostruzione. Potranno poi ovviamente rivalersi indirettamente su Autostrade. Il decreto infatti prevede che il privato o Cdp intervenga «a fronte della cessione pro solvendo» dei crediti che lo Stato vanta o vanterà nei confronti del concessionario.
IL VERTICE
«Il decreto, modificato, è pressoché pronto» - ha detto ieri Giovanni Toti dopo il vertice con il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Il governatore della Liguria ha ribadito le richieste per gli indennizzi alle imprese e ai professionisti, per il porto, la viabilità. «Ora - ha aggiunto - vedremo se ci sono le coperture. Poi c'è il dopo: la ricostruzione». Insieme al sindaco di Genova Marco Bucci, il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi, fa capire che il nome del nuovo commissario straordinario ancora non c'è. E che ci vorranno altri giorni per decidere. L'enorme partita della ricostruzione, densa di incognite, ricade soprattutto sulle spalle del commissario che il premier dovrà nominare insieme a due vice. Gli enti locali portano a casa, nel decreto, una cifra per Genova, la sua rete economica, le sue infrastrutture (al netto del ponte) che stimano in 200 milioni spalmati in 24 mesi. Ma manca la bollinatura della Ragioneria dello Stato. Nell'incontro a cui hanno preso parte anche i due vice premier Di Maio e Salvini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti, «nomi non se ne sono fatti», giurano tutti. L'indicazione arriverà una decina di giorni dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, e sarà «un nome molto importante», dice il ministro delle Infrastrutture Toninelli, che non ha partecipato però al summit.

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