GENOVA Istanza accolta: la Lega avrà ottant'anni per saldare il conto di 49 milioni di euro. Nel 2094, se nei bilanci certificati non risulteranno entrate extra, il Carroccio avrà chiuso i conti con lo Stato: 100mila euro ogni bimestre assicurati alla procura su un deposito aperto ad hoc a disposizione della Guardia di Finanza, per risarcire il mal tolto, attribuito dal Tribunale all'operato dell'ex segretario Umberto Bossi e dell'ex tesoriere Francesco Belsito. A rivolgere la richiesta alla procura di Genova era stato l'attuale tesoriere del Carroccio, Giulio Centemero, che ha prospettato anche la possibilità di affittare la sede di via Bellerio, pur di evitare che l'esistenza del partito potesse essere compromessa. Ma l'exit strategy, escogitata per uscire dall'impasse, non ha trovato una convergenza unanime nel Carroccio. Sembra, per esempio, che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, non volesse scendere a patti con i magistrati. A prevalere è stata invece la linea del segretario Matteo Salvini: chiudere il conto con i pm anche per evitare altri scontri con i Cinquestelle. Ma adesso potrebbe toccare ai parlamentari, che versano già tremila euro al mese, farsi carico dell'onere economico. L'opposizione insorge: «Ci metteranno più o meno lo stesso tempo di quello che impiegheranno per rimpatriare i clandestini: 80 anni», twitta la Dem Maria Elena Boschi. «Quasi un secolo per restituire il bottino di una truffa ai danni degli italiani? Una furbata mai vista, una colossale presa in giro», rincara la dose il deputato Pd Andrea Romano.
L'ACCORDO
Il procuratore di Genova, Francesco Cozzi, e l'aggiunto, Francesco Pinto, ci tengono a precisare: «Non si tratta di una decisione straordinaria, perché il sequestro dilazionato è già stato previsto per altre società». Le modalità sono chiare: 600mila euro l'anno a partire dal 2019. A far fede saranno i bilanci certificati e se tra entrate e spese ci sarà un'ulteriore differenza quei soldi finiranno allo Stato, nel Fondo unico giustizia. Intanto la Finanza sequestrerà i 130mila euro che sono in cassa.
«L'esecuzione immediata e integrale del provvedimento di sequestro sulle attuali disponibilità economiche del partito, neppure lontanamente rapportabili a quelle oggetto del provvedimento aveva scritto Centemero ai pm avrebbe l'effetto di determinare l'impossibilità della Lega Nord di svolgere le proprie funzioni e comprometterebbe la sua stessa esistenza per totale mancanza di risorse». Il tesoriere ha offerto garanzie: «La Lega è proprietaria, tramite la società Pontida Fin, di un immobile idoneo a garantire redditi tali da far fronte all'impegno». Poi la proposta dei 100mila euro a bimestre su un conto dedicato. Un eventuale avanzo di esercizio finirà sul conto, garantisce Centemero.
LE LINEE
Nel partito, nelle ultime settimane, si sono confrontate due linee. Qualcuno, come Giorgetti, avrebbe voluto cavalcare in campagna elettorale la persecuzione giudiziaria per gonfiare ancor di più le vele del consenso in vista delle Europee. Ha prevalso la linea Salvini, anche per voltare pagina. Adesso il problema è trovare le risorse. Non basta il due per mille. Nei prossimi giorni il segretario dovrebbe convocare il Consiglio federale per definire le prossime mosse, ma l'obiettivo è prendere atto della situazione e completare il percorso che porterà la Lega ad abbandonare la dicitura Lega nord per l'indipendenza della Padania, con la nascita delle associazioni regionali sotto un'unica holding' con sede sempre a Milano ma non più in via Bellerio.