PESCARA Il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, finisce coinvolto in un'inchiesta che risulta strettamente collegata a quella più complessa sul disastro di Rigopiano. Il sostituto procuratore Andrea Papalia gli ha notificato un avviso di garanzia, contestandogli i reati di falso e omissione di atti d'ufficio, a seguito di una denuncia presentata nell'ottobre dello scorso anno da tre consiglieri comunali di minoranza del Comune di Farindola: Vincenzo De Berardinis, Marco Camplese e Maria Cirone. La vicenda è legata all'approvazione del nuovo Piano di emergenza comunale proprio a seguito del disastro dell'hotel Rigopiano, spazzato via da una valanga il 18 gennaio del 2017 e dove persero la vita 29 persone.Il sindaco è accusato di aver omesso di rispondere tempestivamente all'istanza di accesso agli atti avanzata dagli esponenti di minoranza e di aver successivamente «fornito loro un falso documento denominato "rapporto preliminare Vas (valutazione ambientale strategica), comunque differente da quello originale depositato in Comune», oggetto di specifica delibera. Stando alla relazione stilata dagli investigatori carabinieri forestali, quella mancata consegna di documenti «potrebbe celare un'attività di inquinamento probatorio posta in essere dal sindaco Lacchetta nell'ambito del procedimento inerente il crollo dell'hotel Rigopiano». E anche per questo motivo il sostituto procuratore Papalia ha convocato il sindaco Lacchetta in procura il primo ottobre prossimo, per l'interrogatorio. Il Comune di Farindola, dopo la tragedia di Rigopiano avviò il procedimento amministrativo per l'aggiornamento del Piano di emergenza comunale. Questa Vas, con i relativi allegati, richiesta in copia dai denuncianti che nella denuncia la definiscono «uno strumento fondamentale per la conoscenza del territorio e delle sue criticità», è stata elaborata nell'ambito del procedimento di approvazione del nuovo Prg di Farindola. Nel luglio 2017, esaminando il Piano di emergenza da varare, i denuncianti segnalarono al sindaco la mancanza di qualsiasi riferimento alla Vas. Nella copia fornita in ritardo ai consiglieri di opposizione mancava ad esempio il riferimento «al sistema infrastrutturale che presenta diversi punti di disconnessione e malfunzionamento, ma tuttavia sufficiente a servire gli insediamenti urbani e le aree di fruizione turistica di Rigopiano». Così come non si faceva cenno al fatto che nelle aree interessate dalle azioni messe in atto dalla pianificazione bisognava fare riferimento anche agli studi specialisti elaborati. Dall'istruttoria degli inquirenti, e in particolare da uno scambio di sms tra il sindaco e il tecnico della ditta Di.Val (incaricata per la realizzazione del Piano di emergenza) si capisce come quest'ultimo abbia «analizzato la Vas, questo importante documento», scrivono i denuncianti «solo a Piano già consegnato e in un arco temporale di circa 3 ore». Secondo gli inquirenti, si sarebbe cercato di "nascondere" ai consiglieri di minoranza l'esistenza della relazione geologica di Iezzi, nonché la relazione preliminare Vas, «probabilmente per rendere più agevole», come scrivono gli investigatori nell'informativa «l'approvazione del nuovo piano di emergenza comunale come atto difensivo in favore del sindaco Ilario Lacchetta». E infatti, gli investigatori chiudono la loro relazione con un passaggio significativo: «Emerge che il consulente del Comune stia già approntando una difesa per un eventuale processo penale a cui saranno sottoposti i rappresentanti del Comune di Farindola, affermando, nonostante la valanga caduta a Rigopiano che ha distrutto l'hotel, che Farindola è interessata da un rischio valanghe, ma ancora è necessario individuare le zone». Tesi accusatorie che il sindaco (assistito dall'avvocato Cristiana Valentini) avrà la possibilità di confutare nel corso dell'interrogatorio.