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Pescara, 24/11/2024
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Data: 24/09/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Forza Italia e Lega: «Subito i nomi veri». Gli alleati mettono alle strette Fdi. Bocciate le proposte finora trapelate tranne Petri. Oggi comitato regionale azzurro

PESCARA «Che Forza Italia abbia perso questa presidenza grida vendetta. Sarà il tema di questa sera, almeno da parte mia. Farò un intervento politico molto forte e chiederò una risposta esauriente al coordinatore regionale Nazario Pagano», così esordisce Lorenzo Sospiri, capogruppo di Forza Italia alla Regione, facendo intendere che oggi, alle 19, a Pescara, nel quartier generale degli Azzurri, andrà in scena una sorta di resa dei conti sulla settimana terribile di due terzi del centrodestra abruzzese. Ma solo Forza Italia, a differenza delle Lega, ha deciso di riunirsi per elaborare il lutto, anche se il comitato regionale era già stato fissato prima che il tavolo romano scegliesse Fratelli d'Italia per esprimere il nome del candidato presidente della coalizione alle regionali del 10 febbraio 2019. Gli azzurri, oggi, rivendicano il potere di condividere il nome e dicono no, in modo secco, alle prime indiscrezioni trapelate da ambienti di Fratelli d'Italia, vicini a Guerino Testa e Andrea Pastore. «Ma non fatte dai responsabili regionali del partito», sottolinea Etel Sigismondi che insieme all'altro coordinatore, Giandonato Morra, in settimana incontrerà Giorgia Meloni. L'accordo nazionale prevede che il centrodestra vada unito e che a Fratelli d'Italia tocca proporre una rosa di almeno tre nomi al resto della coalizione. Il partito di Meloni però non ha ancora trovato chi può mettere tutti d'accordo. La partita per ora è ferma a due personaggi: a Michele Russo, imprenditore della comunicazione, si aggiunge Roberto Petri. Il resto, per Forza Italia, è bocciato sul nascere. Mauro Febbo definisce l'ipotesi Augusto La Morgia «fantapolitica». Sospiri la liquida con un laconico «È inaccettabile», pur riconoscendo all'avvocato pescarese una grande capacità professionale. E La Morgia oggi chiarirà di non far parte della partita. Su Pierluigi Biondi pesa un doppio veto di Forza Italia e Lega. La figura di Russo, candidato in pectore, è invece voluta da Meloni per la quale Mirus ha curato la campagna elettorale del 4 marzo. Ma il ruolo di Russo è più funzionale che effettivo, nel senso che il 53enne imprenditore francavillese è un esploratore che sta tastando il polso degli alleati su chi candidare realmente. Così ieri è rispuntato il nome di Petri, su cui Forza Italia spende parole positive soprattutto per il passato di questo personaggio pescarese di 69 anni, dal 2011 al 2014 membro del cda Eni e capo della segreteria del ministero della Difesa nel Berlusconi IV. «Abruzzese di origine e romagnolo di adozione, presidente provinciale di An a Ravenna. Una vita nel Msi, immancabili foto giovanili con Giorgio Almirante, poi l'incontro con il federale locale Filippo Berselli che lo valorizza un po' ovunque. E quando nel 2001 il suo capo arriva alla Difesa come sottosegretario, Petri fa il grande balzo nei palazzi romani: capo della segreteria di Berselli, nel cda in Fintecna nel 2002 e poi, dal 2006, la poltrona più strategica, consigliere di amministrazione in Finmeccanica. Carica che ha abbandonato il 23 maggio 2008 per traslocare direttamente nelle stanze del ministero della Difesa, Ignazio La Russa». Così si legge su Google. Su Roberto Petri per ora non ci sono veti. Ma la vera rosa dei candidati non c'è ancora e Forza Italia incalza per conoscerla, lo ribadirà chiaramente questa sera. Così annuncia Pagano che cerca l'appoggio della Lega per mettere alle strette Fratelli d'Italia. Ma la Lega non dà fretta agli alleati che fanno capo a Meloni. «Né porremo alcun veto. Ci esprimeremo solo su nomi certi», è il commento del segretario regionale del Carroccio, Giuseppe Bellachioma.È Forza Italia quindi che non riesce a baciare il rospo. Pensava di avere la bacchetta del direttore d'orchestra ma si ritrova a suonare da violinista di seconda fila. Persino il sondaggio, che resterà segreto, era ormai giunto in porto con i quattro nomi testati. Chi ha vinto? «Non lo svelerò mai», risponde Pagano. Anche se da Roma giunge la notizia che al primo posto ci sarebbe stato il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, che lo conferma rammaricandosi perché è solo una medaglia di legno.

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