Dopo la prima protesta a luglio tornano a incrociare le braccia i circa 10 mila lavoratori che si occupano di pulizia e ristorazione sui treni e nelle stazioni. Secondo i sindacati, "partecipazione fino al 100% in alcuni territori"
“Altissime adesioni fino al 100% in alcuni territori”, affermano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fast Confsal sullo sciopero degli addetti ai servizi ferroviari in appalto, aggiungendo che “sono in corso presidi in molte stazioni e città tra cui Torino, Genova, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Bari e Paola, dove sono a rischio centinaia di posti di lavoro a causa dell’esaurimento degli ammortizzatori sociali”. “Al ministero del Lavoro - spiegano le organizzazioni sindacali - spetta il compito di risolvere la questione degli ammortizzatori che scadono oggi ed alle Fs Italiane di attivarsi affinché tali situazioni di crisi occupazionale possano trovare fattive e definitive soluzioni”.
I lavoratori sono scesi in sciopero per l’intero turno di lavoro oggi, lunedì 24 settembre. Si tratta della seconda giornata di astensione dal lavoro dopo lo sciopero pienamente riuscito del 20 luglio. Ad incrociare le braccia sono di nuovo le lavoratrici e i lavoratori che si occupano della pulizia dei treni, delle stazioni e dei servizi accessori, della ristorazione e pulizia a bordo treno e dell’accompagnamento sui vagoni notte. A proclamare la protesta sono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fas Confsal.
I sindacati denunciano che “nel settore la crisi occupazionale è già in corso, in quanto, a causa dell’esaurimento degli ammortizzatori sociali, sono già state avviate procedure di licenziamento collettivo, mettendo complessivamente a rischio 2 mila addetti su 10 mila totali”.
Al ministero del Lavoro, spiegano le organizzazioni, "spetta il compito di risolvere la questione degli ammortizzatori, la cui scadenza coincide con il giorno dello sciopero, e della validazione delle tabelle, convenute tra le parti, che stabiliscono il costo del lavoro minimo in caso di cambio appalto. Alle Fs Italiane - affermano infine le sigle - invece chiediamo, nelle procedure di affidamento dei lotti messi a gara, di non premiare l’offerta con ribassi eccessivi e di applicare, nel rispetto delle disposizioni di legge del settore, le clausole sociali e contrattuali nei continui cambi appalto che inoltre devono essere limitati”.
Molte le iniziative svolte a livello locale per accompagnare lo sciopero. A Firenze i sindacati toscani Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti, Fast e Ugl hanno organizzato un presidio coi lavoratori dalle 10 alle 12 in via Cavour a Firenze davanti alla Prefettura. "Anche in Toscana ci saranno pesanti ricadute occupazionali in quanto avremo decine di lavoratori in esubero (quasi 50 su un totale di 700 lavoratori circa) - scrivono in una nota i sindacati toscani -. Tutto questo avviene in uno scenario che da circa quattro anni avrebbe dovuto vedere un aumento del numero dei lavoratori grazie all’assegnazione del nuovo servizio di pulizia a bordo treno, che invece, a causa di gare assegnate con ribassi eccessivi, ha prodotto ad oggi precariato e in futuro produrrà esuberi".
Presidi nelle principali stazioni anche in Veneto, dove, spiegano i sindacati regionali, "sono 500 i lavoratori del settore, polverizzati su tutto il territorio, da Calalzo ad Adria, da Peschiera a Portogruaro e da Bassano del Grappa a Venezia". Dal Veneto alla Sicilia per segnalare la mobilitazione a Catania, dove in coincidenza con lo sciopero si è tenuto un sit-in dalle ore 11 alle ore 12 di fronte alla Prefettura (via Etnea) organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
In Emilia Romagna i sindacati dei trasporti hanno tenuto due sit-in: uno nel piazzale antistante la stazione di Bologna Centrale dalle ore 8.30 alle 10.30, l’altro alla stazione di Rimini dalle 9 alle 11. Oltre ai problemi a livello nazionale, “nella nostra regione – si legge in una nota – stiamo assistendo al cosiddetto ‘spezzatino’ dei lotti di gara, con una spartizione di singoli lotti tra più soggetti, venendo così a mancare i vantaggi che si possono generare in termini di efficienza organizzativa. A ciò conseguono le sistematiche dichiarazioni di esuberi, all'utilizzo di sempre più lavoratori in part time o addirittura applicazioni di contratto di lavoro diversi da quello del settore delle attività ferroviarie".
Infine, mobilitazione e presidi anche in Liguria, dove i lavoratori del settore sono circa 450 e l’esubero stimato, come nel resto del Paese, è intorno al 20%. "Attualmente - spiegano i sindacati - la società che gestisce le pulizie del trasporto regionale (Società Boni) ha dichiarato 15 licenziamenti, per i quali siamo alle fasi finali del confronto, che al momento non prevede esiti positivi, nonostante l’impegno dell’assessore regionale al Lavoro".