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Data: 25/09/2018
Testata giornalistica: Il Centro
La Cgil verso il congresso - Contratti di lavoro sempre più precari. Diminuiscono quelli a tempo indeterminato, dilagano quelli "pirata" che prevedono meno diritti e stipendi più poveri. L'allarme della Cgil. Aurelio D'Eugenio (Filt Cgil): «Tra le nostre battaglie c'è quella del biglietto unico su tutto il territorio regionale. Non è possibile che gli utenti teramani e aquilani per muoversi sugli stessi chilometri dell'area metropolitana Pescara-Chieti spendano tre volte di più» (l'articolo in pdf)

TERAMO Una provincia ferma al palo, dove aumenta la disoccupazione e il lavoro che c'è è sempre più precario. Tanto che se nel 2017 ad essere assunto a tempo indeterminato era quasi un lavoratore su cinque, adesso la forbice si è allargata a circa un lavoratore su sei. Da qui la necessità di fare sistema, ascoltando i sindaci, confrontandosi sulle difficoltà del territorio e mettendo in campo una sinergia dalla quale venga fuori una proposta progettuale che porti il Teramano fuori dalla crisi. È quanto emerge dalle parole del segretario provinciale della Cgil Giovanni Timoteo e dai segretari delle diverse categorie, che ieri mattina hanno sottolineato come sia necessario ripartire dai valori e rimettere il lavoro al centro della discussione. «L'esigenza di farlo nasce non solo dalla lettura dei dati economici degli ultimi anni», ha commentato Timoteo, «ma anche dagli ultimi dati occupazionali che ci dicono non solo che aumentano i disoccupati, ma che il lavoro che c'è è sempre più precario».Secondo i dati ufficiali, se lo scorso anno al centro per l'impiego erano iscritti 68.120 teramani, quest'anno, al 31 maggio, gli iscritti sono ben 70.957, con un aumento di quasi 3mila unità. «Sempre i dati dei centri per l'impiego ci dicono che lo scorso anno erano 49.558 i lavoratori assunti con contratto di lavoro», ha continuato Timoteo, «di questi 37.573 erano a tempo determinato e 11.985 quelli a tempo indeterminato; quest'anno nei primi cinque mesi i nuovi contratti sono stati complessivamente 26.687, di cui 21.702 a tempo determinato». Tra i settori maggiormente in sofferenza quelli dei servizi e del commercio, dove si registrano la maggior parte delle vertenze, ed in particolare il mondo dei servizi pubblici dati in appalto esterno quali l'assistenza agli studenti disabili o i servizi alla persona. «Ad ogni cambio di appalto c'è una clausola sociale che garantisce il riassorbimento dei lavoratori in servizio», ha sottolineato Pancrazio Cordone della Funzione pubblica, «ma nel cambio di appalto spesso mutano le condizioni. Pensiamo all'assistenza ai disabili, che ad ogni appalto vede una riduzione delle ore di assistenza. Il nostro obiettivo è quello di modificare il codice degli appalti e superare la logica del massimo ribasso».Ma le criticità si riscontrano in tutti i settori. E così se il segretario della Flai Franco Di Ventura ha denunciato come anche in provincia sempre più aziende, indirettamente o indirettamente, applichino cosiddetti contratti "pirata", quelli non firmati dai tre sindacati confederali, con meno diritti e stipendi più poveri per i lavoratori, quello della Fiom Mirko D'Ignazio ha spiegato come a fronte del decreto dignità, e quindi sempre dell'impossibilità per molte aziende di ricorrere al lavoro interinale, molti datori invece che stabilizzare il lavoratore preferiscano ricorrere ai contratti di staff leasing, con gli interinali stabilizzati dalle agenzie, spaccando ulteriormente il mondo del lavoro dentro le fabbriche. «Anche i lavoratori dei trasporti vivono una situazione di sempre maggiore precarietà», ha aggiunto il segretario della Filt Aurelio D'Eugenio, «senza considerare che la provincia, in tema di trasporto ferroviario, è tagliata fuori dall'alta velocità e vede sempre meno treni fermarsi nelle sue stazioni. Tra le nostre battaglie c'è quella del biglietto unico su tutto il territorio regionale. Non è possibile che gli utenti teramani e aquilani per muoversi sugli stessi chilometri dell'area metropolitana Pescara-Chieti spendano tre volte di più». Questioni che saranno affrontate nei congressi di categoria che si svolgeranno nelle aree interne, colpite sia dal sisma che dalla crisi industriale, e che partiranno il 28 settembre con quello della Fisaac (bancari) per trovare una sintesi nel congresso provinciale del 22 e 23 ottobre.

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