Giocano sporco, bluffano, tramano, si passano le carte sottobanco, bruciano nomi, segno che la partita è grossa: la scelta del candidato presidente della Regione Abruzzo fa fare notti in bianco a tantissimi aspiranti candidati da quando, venerdì scorso, la scelta del governatore è stata assegnata a Fratelli d’Italia. Per il centrodestra abruzzese sono gli ultimi giorni di fuoco: prima di giovedì non si deciderà niente, Berlusconi Salvini e la Meloni saranno troppo occupati a decidere le ultime nomine, come il vice presidente del Csm che prenderà il posto di Legnini e quindi c’è tempo per tramare e per colpire alle spalle.
L’avvocato pescarese Augusto La Morgia, contrariamente alle voci fatte circolare dal centrodestra abruzzese, acconsente alla candidatura: è un nome forte e autorevole, disponibile a tenere unita la coalizione e a correre per l’Abruzzo. Il primo a contattarlo è Guerino Testa. Poi anche esponenti romani di Fratelli d’Italia. Ma contro di lui si armano molti concorrenti, quelli che vogliono un politico a tutti i costi, quelli che aspiravano e aspirano tuttora, e soprattutto Michele Russo, ex presidente della Gtm e ideatore del nuovo logo di Fratelli d’Italia: insomma uno che con la Meloni ha avuto a che fare. Lui forse all’inizio non ci spera ma poi, quando vede le difficoltà del centrodestra nel trovare un nome che tenga unita la coalizione, ci si tuffa a pesce. Agli amici dice che la Meloni lo ha chiamato e che lui “ci sta pensando”, insomma gliel’hanno chiesto ma lui non è ancora convinto, anche se nessuno gli crede (che non sia convinto). Mentre il nome di La Morgia, vanno mettendo in giro, non sarebbe “gradito alla coalizione”. Schermaglie.
Di fatto contro l’avvocato pescarese si armano quelli che non vogliono delegare a un esterno, non-politico, la gestione della Regione. Ma lo stesso Michele Russo è visto come fumo negli occhi dentro Fratelli d’Italia: intanto perché viene considerato vicinissimo a D’Alfonso, poi perché ha una sorella a sua volta assessore nella giunta di centrosinistra a Francavilla, e in più un cognato presidente di Abruzzo sviluppo nominato proprio da D’Alfonso, oltre ad essere amico di Federica Chiavaroli (anche se i rumors dicono che recentemente i rapporti si siano raffreddati). C’è poi chi gli attribuisce la responsabilità delle sconfitta al Comune di Pescara quando il centrodestra si divise a causa di Guerino Testa (suo amico, al quale curò la comunicazione) che decise di correre da solo. Insomma, mai e poi mai. Dentro Forza Italia le sue quotazioni invece si rialzano un po’: il coordinatore Nazario Pagano sarebbe favorevole alla sua candidatura mentre invece è contrario a quella, eventuale, del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.
Ma anche dentro Fratelli d’Italia si sta insinuando un’altra considerazione: se puntano sul cavallo sbagliato, e Russo potrebbe esserlo, e perdessero le elezioni in cui invece i sondaggi danno vincente il centrodestra, per Fratelli d’Italia in Abruzzo non ci sarebbe più storia. D’altronde, il candidato delle liste civiche Fabrizio Di Stefano che per oggi ha annunciato una conferenza stampa per presentare il suo programma (segno che non indietreggia di un passo), sembra comunque intenzionato a correre anche da solo. Se così fosse, il centrodestra si spaccherebbe consegnando la Regione ai Cinquestelle.
E ieri sera al coordinamento regionale di Forza Italia è scoppiata un’altra grana grossa come una casa. E’ stato il consigliere regionale Lorenzo Sospiri ad accusare la dirigenza del partito abruzzese, e in particolare Nazario Pagano, di non aver rivendicato la scelta del candidato presidente al tavolo romano, di non aver fatto valere la forza del partito. Di non aver battuto i pugni sul tavolo. Di non aver fatto nulla.
“Io, mi sembra di poterlo dire, sono anni che faccio una dura opposizione insieme a Mauro Febbo senza perdere una battuta, senza farmi un giorno di vacanza. Mi potranno dire che ho fatto bene o ho fatto male, ma ho fatto. Non possiamo certo dire lo stesso del partito: possibile che Fratelli d’Italia, al tavolo con Salvini e Berlusconi riesca ad ottenere la candidatura, senza avere in tasca il nome di un candidato proponibile, solo perché la Meloni si alza e “fa tanto casino” così come raccontano le cronache? E loro che hanno fatto?”
Un vero e proprio atto di accusa. Ma anche uno sprone a cercare di ribaltare il tavolo e scippare la scelta del candidato presidente a Giorgia Meloni, magari ipotizzando uno scambio con un’altra regione, tipo la Basilicata. Uno spazio ci sarebbe, visto che la scelta di attribuire l’Abruzzo a Fratelli d’Italia non è stata ancora ufficializzata, né con un comunicato né con una dichiarazione. E così alla fine Pagano ammette la responsabilità e si dice contrario alle candidature della società civile.
ps: Un risultato per Sospiri. La telenovela continua.