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Pescara, 24/07/2024
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Data: 26/09/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Di Stefano presenta il programma per ora con le civiche

PESCARA Un faccia a faccia con Giorgia Meloni per dire che lui è pronto a guidare il centrodestra alle prossime regionali. Ma dell'incontro romano tra Fabrizio Di Stefano e la leader di Fratelli d'Italia non è trapelato molto, se non che la decisione più attesa è stata ancora una volta rinviata. Poco male, perché Di Stefano ha fatto capire che lui sarà comunque della partita. Ieri, al Bistrot Camuzzi di Pescara, l'ex parlamentare di Forza Italia è stato il primo a rompere il ghiaccio presentando il suo programma elettorale per la Regione. Anzi, quello delle liste civiche che hanno deciso di sostenerlo nella probabile sfida a quattro per la carica di governatore.
Per il momento si tratta di Azione politica, LiberalAbruzzo e Noi Abruzzo. Di Stefano parte intanto da qui e spiega che la sua campagna elettorale prevede 305 tappe negli altrettanti Comuni abruzzesi: «Nella nostra regione si è perso di vista il vero obiettivo. Sino ad oggi si è parlato solo di nomi. Ma la vera questione - insiste Di Stefano - non è chi vincerà il 10 febbraio, ma cosa farà dopo per risollevare l'Abruzzo».
PROPOSTE
Quindi il programma: «Da undici mesi lavoriamo a una serie di proposte che intendiamo sottoporre al mondo produttivo, sociale, delle categorie». Al primo punto c'è quella che Di Stefano definisce la riforma radicale del sistema sanità: «Si rischia di tornare al commissariamento - avverte -, e uno dei nostri obiettivi è quello di spalmare i servizi sul territorio, recuperando le vecchie strutture che sono state chiuse mentre la spesa ha continuato a crescere».
Di Stefano invoca anche un vero e proprio piano Marshall per la viabilità interna e il recupero territoriale della identità abruzzese, anche attraverso il rilancio dell'agricoltura di qualità.
ALLEATI
Gli altri alleati del centrodestra rispondono al momento con una certa freddezza. In casa di Forza Italia c'è molto nervosismo in attesa che Fratelli d'Italia si decida a tirare fuori il nome del candidato presidente assegnato al partito della Meloni dal tavolo nazionale . Intanto c'è già qualche veto, ad esempio sul sindaco dell'Aquila, Maurizio Biondi: «Questo - diceva ieri Mauro Febbo - è uno di quei nomi che da noi non passa. Non scherziamo, all'Aquila abbiamo vinto l'altro ieri e oggi sfasciamo tutto facendo un regalo alle opposizioni e uno sfregio ai nostri elettori?». Intanto il senatore e coordinatore regionale di Fi, Nazario Pagano nega di essere stato messo sotto accusa dal suo partito: «Una notizia priva di qualsiasi fondamento. C'è solo il rammarico per l'esito dell'accordo nazionale che in Abruzzo ha assegnato il candidato presidente a un partito del 4%. Tutto qui. Siamo in attesa come tutti. Ma i nomi fatti sino ad oggi - sottolinea Pagano - mi sembrano tutti di fantasia. Nessuno dei coordinatori regionali di Fratelli d'Italia mi ha chiamato per darmi notizie. Segno evidente che il nome non c'è ancora».
Segnali dal territorio. «Sto valutando l'ipotesi di provare a candidarmi. Rifletterò in questi giorni, fino al 5 ottobre, se assumermi la responsabilità». Così Enrico Di Giuseppantonio, sindaco di Fossacesia, spiega l'atto dovuto delle proprie dimissioni che in questi giorni ha dovuto obbligatoriamente presentare per poter valutare la proposta di candidarsi.

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