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Pescara, 24/11/2024
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Data: 29/09/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni. Uscita a quota 100 ma per i contributi minimo di 38 anni. Non dovrebbero invece essere previste penalizzazioni per chi anticipa l'uscita

ROMA L'obiettivo di cancellare l'odiata legge Fornero, motore della manovra Salva-Italia messa a punto dal governo Monti nel 2011, è sempre più vicino. La Lega, che sul punto aveva battuto con insistenza nel corso della campagna elettorale del 4 marzo scorso, ha centrato il bersaglio ottenendo la cosiddetta Quota 100. Vale a dire la somma minima di età anagrafica e contributi previdenziali necessaria per poter andare in pensione. Un principio che, di fatto, cancella l'attuale impianto che prevede 67 anni dal 2019 per l'uscita di vecchiaia. Secondo quanto filtra dalla maggioranza, ci saranno comunque alcuni paletti. Ad esempio, la quota 100 tra età e contributi per andare in pensione nel 2019 dovrebbe avere una doppia condizione, con l'età minima a 62 anni e i contributi a 38 anni. Inoltre, si starebbe studiando la possibilità di bloccare l'aumento dell'aspettativa di vita di 5 mesi per le pensioni anticipate previsto per il 2019. In pratica quindi, dal prossimo anno, si potrà continuare ad andare in pensione indipendentemente dall'età avendo 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 3 mesi per le donne) invece che 43 anni e 3 mesi.
I DETTAGLI
In sostanza, la quota 100 secca varrà solo per chi esce dal lavoro avendo 62 anni di età e 38 di contributi mentre se si esce con un'età più elevata la quota sale (101 con 63 anni più 38, 102 con 64 anni più 38 e così via. L'intero pacchetto pensioni dovrebbe costare circa otto miliardi l'anno prossimo e nove il successivo con un aumento contenuto poiché la gran parte delle persone dovrebbero uscire nel 2019. Potranno andare in pensione prima dei 62 anni i precoci con 41 anni di contributi e tutti coloro che hanno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi le donne) con lo stop all'aumento dell'aspettativa di vita per la pensione anticipata rispetto alla vecchiaia che avrebbe dovuto scattare nel 2019. Dovrebbe essere inoltre prevista la proroga dell'opzione donna con l'anticipo per l'accesso alla pensione a fronte del ricalcolo interamente contributivo per gli anni di lavoro. Non dovrebbero invece essere previste penalizzazioni per chi anticipa l'uscita. Con il pacchetto delle nuove norme sulla previdenza (che potrebbero prevedere anche qualche aggiustamento sull'Ape sociale che al momento scade a fine anno) dovrebbero andare in pensione secondo i conti del Governo circa 420 mila persone. Negli auspici di Palazzo Chigi, questo esodo dovrebbe produrre un maxi-ricambio generazionale sui luoghi di lavoro.

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