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Pescara, 24/11/2024
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Data: 01/10/2018
Testata giornalistica: Il Centro
La riforma delle pensioni - Pensioni, quote e anticipi le novità della manovra. L'asticella di quota 100 si è fermata a 62 anni di età con 38 di contributi rinvio al 2019 per l'uscita a quota 41. Proroga nel 2019 per Opzione donna

PESCARA Si delinea con più chiarezza in queste ore il cantiere pensionistico del governo Conte.
QUOTA 100. Il riordino della legge Fornero aprirà le porte della pensione per chi raggiunge "quota 100" con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi, mentre gli anni di versamento non potranno essere meno di 36 o 37. Non bisognerà dunque aspettare i 67 anni di età (con 20 anni di contributi) per il meritato riposo. Ma la manovra nel 2018 si limiterà a questo.
QUOTA 41. Sarà infatti rinviato al 2019 l'introduzione di "quota 41", cioè la possibilità di uscire dal mondo del lavoro indipendentemente dall'età anagrafica una volta raggiunti 41 anni di contributi. Penalizzati da questo rinvio saranno i lavoratori nati dopo il 1957 che hanno cominciato a lavorare giovani, ma che oggi non hanno ancora raggiunto i 43 anni di contributi previdenziali.
PENSIONE DI VECCHIAIA. Nessun cambiamento in vista per le pensioni di vecchiaia (dall'anno prossimo scatta l'uscita a 67 anni) mentre per i lavoratori precoci (quelli che hanno cominciato a lavorare prima dei 19 anni) in situazioni di difficoltà (per i quali era intervenuto il Governo Gentiloni) come la disoccupazione o la disabilità di un familiare resta l'accesso alla pensione con 41 anni di contributi.
PENSIONE ANTICIPATA. Per la pensione anticipata indipendente dall'età anagrafica si studia lo stop all'aumento dell'aspettativa di vita di cinque mesi e quindi il mantenimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne). In attesa di trovare una soluzione compatibile con i conti si dovrebbe però intanto bloccare l'aumento di 5 mesi, legato all'aspettativa di vita, per le pensioni anticipate. Anche nel 2019, quindi, si dovrebbe continuare a poter uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 3 mesi per le donne) invece che con 43 anni e 3 mesi.
CHI SI AVVANTAGGIA. Il vantaggio massimo del cantiere pensionistico in corso sarà per chi è nato nel 1957 e ha cominciato a lavorare nel 1981 perché uscirà con quota 100 anticipando la pensione di cinque anni rispetto alle regole attuali. Vantaggi anche per chi è nato negli anni successivi ma ridotti fino a un solo anno per chi è nato nel 1953 e ha cominciato a lavorare nel 1977, perché andrà a riposo a 66 anni e 42 di contributi.
I COSTI. La riforma dovrebbe costare il primo anno circa 8 miliardi. La platea di lavoratori è stata calcolata in 400mila. Salvini ha sostenuto che la misura libererà «altrettanti posti di lavoro», ma un'analisi del sito economico lavoce.info (tra i fondatori c'è l'attuale presidente dell'Inps Tito Boeri) ha contestato le cifre sulla base di alcuni studi, sostenendo che la visione più ottimistica farebbe pensare a un rapporto 5 a 1, cioè un nuovo posto di lavoro per ogni 5 pensionati.
OPZIONE DONNA. Anche Opzione donna, cioè l'anticipo della pensione per le donne con il ricalcolo dell'assegno da retributivo a interamente contributivo, dovrebbe essere confermata.
PENSIONE DI CITTADINANZA. Tutta da definire anche la platea di reddito e pensione di cittadinanza: i 780 euro, ha spiegato il ministro Luigi Di Maio, «significa che nessuno potrò guadagnare o avere una pensione minima inferiore a 780 euro». Quindi i 10 miliardi di stanziamento annunciati, sottolinea, non vanno divisi per i 6,5 milioni che si vorrebbero raggiungere - che potrebbero corrispondere alle persone calcolate da Eurostat in "grave deprivazione materiale, 6,1 milioni nel 2017 - perché in molti casi ci saranno «delle integrazioni» per arrivare a un assegno di 780 euro.
MISURE FISCALI. Con il decreto fiscale in preparazione per ottobre, che accompagnerà la manovra, il vicepremier Salvini ha poi annunciato l'arrivo, oltre alle misure fiscali volute dalla Lega, di tre interventi a favore delle imprese: una semplificazione del codice degli appalti per «eliminare un terzo delle norme», la riforma del codice civile «per portare da sette a tre anni» i tempi del contenzioso e un «pacchetto di sburocratizzazione» che consentirà di «eliminare un sacco di cartacce inutili».

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