FRANCAVILLA AL MARE Voleva raggiungere lo stadio Adriatico di Pescara per seguire i campionati nazionali di atletica, ma non immaginava che il percorso sarebbe stato così complicato. La colpa, come racconta Francesco D'Alessandro, lo sfortunato protagonista della vicenda, è del malfunzionamento delle pedane saliscendi montate sugli autobus urbani, in particolare sulla linea 21, che dovrebbero garantire il comodo accesso al trasporto pubblico a chi, come lui, si muove sulla sedia a rotelle. «Sono rimasto alla fermata per ben 45 minuti, perché su tre bus consecutivi il saliscendi era fuori uso», racconta il ragazzo di Francavilla. Che poi spiega meglio la vicenda: «Sabato 8 settembre sono uscito per andare allo stadio di Pescara, ma in pratica ho passato più tempo ad aspettare un autobus idoneo alle mie esigenze. Arrivato alla fermata di via Pola intorno alle 18, il primo mezzo che si è fermato aveva la pedana rotta. Così l'autista mi ha invitato ad attendere il successivo». Ma la musica non cambia: «Anche il secondo», va avanti D'Alessandro, «aveva lo stesso problema del primo e anche in questo caso sono stato invitato ad attendere il successivo».Ma anche il terzo presenta lo stesso problema. «A quel punto mi sono spazientito. Capisco l'imprevisto, ma se tre autobus consecutivi hanno lo stesso problema la questione cambia. L'autista del terzo mezzo, ignaro di quello che era già accaduto, mi ha invitato ad attendere ulteriormente, ma io gli ho risposto che non potevo più restare ad aspettare. Tra l'altro in quel tratto la strada è molto stretta e dietro l'autobus si era creata una discreta coda di mezzi, tra cui ho visto una macchina dei carabinieri. Stavo per dirigermi verso di loro quando per fortuna lo stesso autista, aiutato da un passeggero, mi ha preso di peso e messo a bordo. Una manovra rischiosa, ma indispensabile per consentirmi di salire». E così hanno fatto per farlo scendere una volta arrivato a destinazione a Pescara, in viale Marconi. Non senza ritardo. «Purtroppo è una scena già vista. Altre volte in passato mi sono trovato in situazioni simili, come quando ad agosto 2017, alle 4 del mattino, orario dell'ultima corsa, il personale di bordo mi ha invitato ad attendere quello delle 7. Io e un mio amico ci siamo messi davanti all'autobus costringendo l'autista a chiamare la Tua per trovare un mezzo funzionante. Ci sono diverse persone che come me vivono sulla sedia a rotelle e non è corretto che abbiano tali disagi. Ho notato che questo tipo di disservizio si verifica soprattutto con i dispositivi elettrici, meno con la pedana manuale. Mi auguro», conclude il giovane, «che l'azienda possa prendere provvedimenti per eliminare definitivamente il problema».Un impegno che Tua raccoglie senza difficoltà, scusandosi con l'utente per l'accaduto e rimarcando come l'autista abbia fatto tutto il possibile per ovviare al problema. Inoltre, l'azienda per il trasporto pubblico precisa che le pedane elettriche, posizionate sotto cassa e soggette a urti e guasti, sono in fase di sostituzione.Quelle nuove, di tipo manuale (a botola ribaltabile), vengono azionate a richiesta dall'autista e hanno il vantaggio di essere sempre disponibili e di non essere vulnerabili come quelle elettriche. «L'obiettivo», sottolinea Tua, «è quello di assicurare la piena disponibilità di tale servizio su tutti i bus». Infine l'azienda spiega come sia particolarmente sensibile su questi aspetti e annuncia la creazione di un osservatorio ad hoc.