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Pescara, 24/07/2024
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Data: 02/10/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Abruzzo verso le regionali - Biondi vuol correre ma è tiepido il suo stesso partito

PESCARA Pierluigi Biondi sarebbe pronto a dimettersi da sindaco dell'Aquila per candidarsi alle regionali, ma dovrà farlo entro il 6 ottobre per rispettare la scadenza di legge. «Sino a due giorni fa le cose stavano così - conferma il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, Giandonato Morra - ma non so se in queste ultime 48 ore ci siano stati dei ripensamenti. Certo, lui vorrebbe avere qualche segnale prima...». Il fatto è che nel partito di Giorgia Meloni tutti stanno ancora aspettando il via libera da Roma. «A giorni - dice ancora Morra - io e Sigismondi (l'altro coordinatore regionale di FdI) la incontreremo personalmente. Al momento siamo fermi al documento uscito dal coordinamento regionale». Un documento in cui Fratelli d'Italia auspica che il candidato presidente del centrodestra, che gli accordi nazionali hanno assegnato al partito della Meloni in Abruzzo, sia un politico e non un esterno.
INTENZIONI
«Però - ribadisce Morra - ad oggi non sappiamo quale nome abbia in testa la Meloni». Quelli della prima ora: dal titolare della Mirus, Michele Russo, all'avvocato Augusto La Morgia, non hanno creato grandi entusiasmi. Ecco perché si punta a riportare tutto nell'ambito della politica istituzionale e di apparato. Biondi è il simbolo della grande vittoria in rimonta del centrodestra al Comune dell'Aquila e gode del sostegno di molti sindaci. A Pescara il partito fa il tifo per l'ex presidente della Provincia, Guerino Testa, mentre gli alleati di coalizione (Lega e Forza Italia) non vogliono l'arrivo del commissario all'Aquila e questo riduce le chance di Biondi per la candidatura in Regione. Lo stesso Morra e l'altro coordinatore regionale di FdI, Etelwardo Sigismondi, sono due nomi importanti da spendere per il voto del 10 febbraio.
CURRICULUM
Morra è stato assessore ai Trasporti nella precedente giunta Chiodi, un curriculum di tutto rispetto condito da una chicca che nel 2014, proprio alla vigilia delle ultime elezioni regionali, lo portò sulle cronache nazionali. Fu infatti l'unico assessore del governo Chiodi a non finire nell'inchiesta sui cosiddetti rimborsi facili che coinvolse tutti i suoi colleghi di giunta e mezzo consiglio regionale, anche se poi il caso si sgonfiò con una raffica di assoluzioni. Morra uscì indenne da quella bufera giudiziaria semplicemente perché non aveva ritirato la carta di credito della Regione utilizzata per i rimborsi spesa: «Non mi serviva - disse allora quasi come fosse stata una colpa - perché quando mi recavo Roma negli uffici dei ministeri non avevo il tempo per andare al ristorante: mangiavo un panino al bar e via». Vicenda che nell'era del populismo dilagante dovrebbe premiare con il consenso. Sul fronte del centrosinistra si aspetta il sì di Giovanni Legnini. L'ex vice presidente del Csm ha chiesto però precise garanzie: alleanza ampia e qualche segnale importante dal mondo che conta: apparati produttivi, accademici, del sociale, per convincerlo che la sua candidatura non rappresenta un salto nel buio. Per il Pd i sondaggi sono quelli che sono. Da qui alla data delle regionali gli eventi nazionali potrebbero tuttavia ribaltare gli attuali equilibri. Ma Legnini non vuole confidare solo sulle disgrazie altrui e chiede di partire con qualche jolly in più nella manica.

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