L'AQUILA Se Giorgia Meloni ritarda, la candidatura di Pierluigi Biondi salta e torna in pista il nome di Michele Russo. Ma i vertici abruzzesi di Fratelli d'Italia fanno quadrato intorno al sindaco dell'Aquila e dicono a chiare lettere che se la scelta dovesse ricadere su un esponente della società civile il partito si spaccherebbe nel giro di appena 24 ore con effetto domino sull'intera coalizione.Le prossime ore diventano determinanti per il centrodestra abruzzese che deve scegliere il proprio aspirante governatore. La fibrillazione in Fdi locale è però balzata alle stelle dopo che da Roma sono trapelate indiscrezioni secondo le quali la leader non sarebbe disposta a rinunciare all'imprenditore pescarese Russo che ha curato la sua campagna elettorale del 4 marzo. Il capo del partito non vi rinuncerebbe nonostante il veto imposto venerdì sera dal comitato regionale a candidati della società civile. Così la Meloni potrebbe anche sciogliere le riserve dopo il 6 ottobre per mettere fuori dai giochi Biondi che ha come termine ultimo per dimettersi da sindaco la giornata di sabato prossimo. Ecco perché da Fratelli d'Italia chiedono alla leader di pronunciarsi entro oggi o al massimo domani. È una guerra dei nervi quella che si sta consumando tra il partito locale e i vertici romani. Una guerra che potrebbe persino far tornare in pista, come alternativa a Biondi e Russo, l'avvocato Augusto La Morgia. Sugli altri fronti invece si registra la conferma da parte dei consiglieri di Forza Italia del ricorso al Tar contro la data delle elezioni, un ricorso che sarà depositato entro giovedì. Mentre i 5 Stelle hanno scelto un'altra via. «Abbiamo presentato un'interrogazione, indirizzata al Ministro dell'Interno ed al Ministro degli Affari Regionali, per fare luce sulle motivazioni, tutte politiche, che hanno portato alla fissazione delle prossime consultazioni per l'elezione del presidente e della Giunta regionale abruzzese al 10 febbraio», affermano i deputati Valentina Corneli e Andrea Colletti. «Nella nostra interrogazione», spiegano, «chiediamo che si faccia luce su quello che sembra proprio un provvedimento irregolare, frutto di una interpretazione illegittima: la legge elettorale abruzzese prevede infatti che, nel caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale le elezioni si svolgono entro tre mesi. La data quindi sarebbe dovuta essere il 10 novembre e non il 10 febbraio. Questa decisione», sostengono, «rischia non solo di compromettere le prerogative degli elettori, congelando il loro diritto a decidere da chi farsi rappresentare, ma anche di provocare contenziosi».