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Data: 03/10/2018
Testata giornalistica: Il Centro
E il viadotto Sente è ancora vietato. Unisce l'Abruzzo al Molise, interrogazione del senatore D'Alfonso a Toninelli

ROMA Il viadotto Sente rappresenta il cordone ombelicale tra l'Abruzzo e il Molise. Ma dal 13 settembre scorso è stato chiuso al transito con un'ordinanza disposta dalla Provincia di Isernia, a seguito delle verifiche successive al terremoto di agosto, con epicentro a Montecilfone. Da allora sono tantissimi i disagi riscontrati dai cittadini, costretti ogni giorno a percorrere strade alternative lunghe e tortuose per raggiungere scuole, strutture sanitarie e aree industriali del Chietino e del Vastese. Per questa ragione il senatore del Partito democratico Luciano D'Alfonso ha presentato un'interrogazione a risposta orale al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, chiedendo di conoscere «quali provvedimenti siano stati adottati o si intendano adottare per garantire un piano di intervento che assicuri funzionalità nel tempo ed elevati livelli di sicurezza dei viadotti e dei ponti ubicati sull'intero territorio nazionale che possiedono la massima priorità di intervento come il viadotto Sente». Nelle condizioni del viadotto Sente, realizzato tra i Comuni di Belmonte del Sannio (Isernia) e Castiglione Messer Marino (Chieti) nel periodo 1974-1977 per collegare l'Abruzzo con il Molise lungo l'ex strada statale 86 "Istonia", si trovano tante altre infrastrutture. L'ex governatore D'Alfonso auspica «l'analisi periodica delle condizioni di deterioramento delle infrastrutture pubbliche che hanno una vita di servizio superiore a 50 anni» e l'inserimento di una voce dedicata nei bilanci degli enti gestori. D'Alfonso chiede, inoltre, di sapere «se gli obiettivi di ripristino, funzionalità e sicurezza di ponti e viadotti possano essere conseguiti attraverso una costruttiva revisione dell'impianto normativo vigente, che introduca l'obbligo per l'ente gestore di una periodica analisi delle condizioni di deterioramento dei manufatti mediante la realizzazione di un "fascicolo della manutenzione" o di analogo strumento, allo scopo di assicurare la gestione ottimale del bene a tutela della pubblica incolumità».

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