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Pescara, 24/07/2024
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Data: 03/10/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso il voto in Abruzzo - Incontro della verità tra Biondi e Meloni ma spunta Di Stefano. Il sindaco dell’Aquila a Roma per chiedere l’investitura alla leader di FdI, la corsa solitaria dell’antagonista farà oggi tappa all’Aquila

PESCARA Quelli che aspettano la fumata bianca dai camini romani e quelli che fanno già sul serio. Come Fabrizio Di Stefano che oggi, alle 17, sarà all'Aquila per incontrare a Palazzo Fibbioni le associazioni culturali che fanno riferimento al Fus (Fondo unico dello spettacolo). Si tratta di una delle 305 tappe elettorali con cui Di Stefano ha lanciato, una settimana fa, la sua candidatura alla presidenza della Regione. Una corsa ancora solitaria nel campo del centrodestra, sostenuta da tre liste civiche, ma che non appare più come una boutade, una semplice provocazione lanciata verso i partiti della coalizione rimasti prigionieri dell'attendismo di Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni continua infatti a rinviare la scelta del candidato presidente del centrodestra, che gli accordi nazionali hanno assegnato al suo partito in Abruzzo. La leader di FdI ha incontrato ieri a Roma il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, che entro il 6 ottobre dovrà lasciare in portineria le chiavi del Municipio per potersi candidare a governatore della Regione. L'incontro viene ritenuto molto importante, forse decisivo, ma le bocche sono rimaste rigorosamente cucite. Di certo ancora non è arrivato il via libera. E questo autorizza qualsiasi scenario. Attesa snervante, che ha già creato non pochi musi lunghi anche tra gli alleati della Lega e di Forza Italia. Di Stefano ha provato ad accreditarsi come l'uomo giusto per mettere tutti d'accordo: piace al partito di Salvini, ha ancora molti sostenitori in Forza Italia e con la Meloni vanta una antica amicizia che risale ai tempi del Fuan, i giovani della destra militante. Ha atteso un po', poi visto che non si muoveva foglia ha sfoderato il suo programma elettorale ed è partito per il tour che da qui al voto del 10 febbraio lo porterà nei 305 Comuni della regione.
GLI SFORZI DEL PD
In realtà si tratta del primo aspirante governatore a scendere in campo, perché dal M5S non ci sono ancora grandi segnali di vitalità, nonostante Sara Marcozzi sia già stata incoronata da tempo con le Regionarie. Nel Pd il segretario reggente, Enrico Di Sabatino è alle prese con uno sforzo titanico che gli è stato affidato dal partito: costruire una cintura più ampia possibile attorno a Giovanni Legnini, che prima di accettare la candidatura a governatore chiede un'alleanza larga, qualcosa che dovrebbe assomigliare molto all'Ulivo di Romano Prodi, con dentro i partiti della sinistra radicale fino a quelli dell'area moderata, supportata anche da i movimenti civici, dalle categorie produttive, le associazioni ambientaliste.
IL SOGNO DELL'UNITA'
Anche qui un primo segnale è già arrivato. A battere il colpo, offrendo un assist all'ex vice presidente del Csm, è l'assessore regionale Marinella Sclocco, transitata in Leu dopo avere abbandonato il Pd nel corso della legislatura: «Il pudore della competenza, la lucidità della misura, la tempra del lavoratore, sono tutte caratteristiche - osserva Sclocco - che fanno di Legnini l'uomo per l'Abruzzo. Possiede lo spessore e il carisma politico per riuscire nel dialogo con la sinistra, per sviluppare un fronte ampio in grado di parlare alla società e ai cittadini. Ma, in particolare, sarà capace di fare tutto questo in mezzo e accanto agli abruzzesi». Un segnale anche di discontinuità: «Ho sempre preferito - sottolinea Sclocco - la vicinanza, la piazza e non le distanze dei podi e delle balconate».

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