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Data: 03/10/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Regionali: incontro segreto Biondi-Meloni «Se mai sarà, è perchè utile per la città». Il sindaco corre alla camera dei deputati, prima del faccia a faccia con la leader ad abruzzoweb esce allo scoperto, ''ma andra' spiegato bene agli aquilani''

L'AQUILA - Il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi fa sul serio per la candidatura alla presidenza della Regione Abruzzo: nel pomeriggio, da quanto appreso da AbruzzoWeb, ha avuto un incontro di carattere interlocutorio, alla Camera dei deputati, con la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

Un appuntamento che doveva restare segreto e dall'esito incerto, al quale è stato accompagnato dal vice sindaco Guido Liris, vice coordinatore regionale di Forza Italia, a riprova del sostegno di cui Biondi gode nel centrodestra aquilano, a differenza del piano regionale dove gli azzurri hanno posto un chiaro veto sul suo nome ritenendo opportuno che continui ad amministrare il capoluogo, riconquistato da appena quindici mesi dopo dieci anni di centrosinistra.

Prima di correre a Roma, il sindaco parlando con questo giornale è uscito per la prima volta allo scoperto, pur senza confermare, ma neppure smentire, che entro sabato presenterà le dimissioni per rimuovere la causa di incandidabilità prevista dalla legge elettorale: "Se sarà, sarà soltanto perché penso possa essere utile per la città", ha detto.

"Se mai dovesse essere andrà spiegato bene alla città", ha aggiunto a proposito del fatto che lasciare ora significherebbe aprire le porte ad un lungo periodo di commissariamento facendo ritrovare L'Aquila senza sindaco persino nel decennale del terremoto.

Amico personale della Meloni sin dai tempi dei movimenti giovanili di An, Biondi in queste ore sembra tuttavia poter contare poco sulla storica relazione con la leader, che da quanto trapela da ambienti romani sarebbe orientata a scegliere su candidati non presenti nella rosa abruzzese: "In politica se ti fai un'amicizia è meglio, ma quando subentrano cose così importanti l'amicizia è marginale, è più importante la lucidità", ha affermato.

È forse anche per un chiarimento in questo senso che si è reso necessario il faccia a faccia, imprevisto o almeno mantenuto segreto fino a questo momento, di oggi pomeriggio a Montecitorio.

"Fare il sindaco dell'Aquila è la cosa più bella del mondo, ho sempre e soltanto fatto vita amministrativa all'interno dei Comuni, non mi sono mai candidato a nessuna parte, ad eccezione del Consiglio degli studenti e dell'Adsu, perché questo è il posto più bello per uno innamorato della politica", ha detto Biondi, "nella sua complessità, L'Aquila ha delle opportunità straordinarie e l'obiettivo resta quello di lavorare per la città: se sarà, sarà soltanto perché penso possa essere utile per la città".

"Non bisogna fare la guerra delle aree interne contro le aree costiere", ha chiarito, "non sono uno di quelli che dice che bisogna redistribuire il reddito, anche se è giusto e talvolta legittimo, quanto piuttosto accelerare sulle opportunità delle aree interne che sono complementari con quelle della costa, si tratta di far emergere tutte le potenzialità che ha l'Abruzzo interno".

Alle accuse di abdicare ai favori del momento per sedere su una poltrona più comoda e meglio remunerata, il sindaco dell'Aquila ha detto poi che "avrei la strada spianata a restare qui, una poltrona già ce l'ho".

Alla città, Biondi sa bene che "andrebbero spiegate le opportunità che si potrebbero aprire" con un governatore aquilano, e appare consapevole di quanto questo sia complesso, dopo quindici mesi in cui il centrodestra è apparso spesso diviso e litigioso e che anche oggi, posto davanti a un bivio, appare poco dialogante.

Stando a quanto filtra quotidianamente dagli ambienti politici e dagli umori di molti, infatti, sulle scelte da compiere il sindaco non sembra stia coinvolgendo i partiti che compongono la maggioranza. Ma anche su questo, Biondi è chiaro: "I responsabili locali sono al corrente di tutto e si dialoga costantemente, anche se si è consapevoli che la scelta non dipenderà da noi".

Per la scelta, che la Meloni potrebbe esercitare andando oltre la rosa composta dal coordinamento regionale, Biondi garantisce che non utilizzerà modi che potrebbero apparire ricattatori: "Vediamo quel che succede, in questi giorni ragiono in particolare con me stesso", dice a proposito delle dimissioni che dovrebbe presentare entro il 6 ottobre per rimuovere la causa di incandidabilità.

Ma assicura che non sfrutterà i 20 giorni di tempo entro i quali la legge gli consente di ripensarci per esercitare pressioni di sorta: "Non si può tenere sotto scacco la città".

E sui rischi che può correre la coalizione all'Aquila, soprattutto se non dovesse andare in porto la sua candidatura, Biondi si dice tranquillo e ritiene l'amministrazione al riparo da scossoni: "Bisogna solo continuare a lavorare, come e anzi di più di come si sta già facendo".

Insieme a Biondi, nella rosa abruzzese ci sono i due coordinatori regionali Giandonato Morra ed Etelwardo Sigismondi, il coordinatore provinciale di Chieti Antonio Tavani e il capogruppo al Comune di Pescara Guerino Testa, ma da Roma si fanno largo le ipotesi del manager della comunicazione Michele Russo, di Pescara, e, nelle ultime ore, del senatore Marco Marsilio, romano ma abruzzese di origini.

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