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Data: 03/10/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Riace, arrestato il sindaco simbolo dell'integrazione: «Favorisce i clandestini»

ROMA Adesso il sindaco, simbolo dell'accoglienza è agli arresti domiciliari. L'accusa è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e turbata libertà degli incanti. Quasi un vanto per Mimmo Lucano, sindaco di Locri, per il quale il gip Domenico Di Croce, ha, però, respinto le accuse più pesanti: dall'associazione a delinquere all'abuso d'ufficio, dal falso al concorso in concussione. La contestazione riguarda proprio i suoi metodi di accoglienza, che prevedevano anche la violazione delle leggi: in primis organizzare falsi matrimoni pur di non far ritornare in patria migranti senza diritti. Per portare in Italia il fratello della sua compagna etiope, Tesfahun Lemlem, il sindaco prova persino a farlo sposare con la donna. Per Lemlem è stato disposto il divieto di dimora. Ma le contestazioni riconosciute dal gip, riguardano anche l'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a una coop del luogo, dove trovavano impiego i migranti. Respinte le richieste di custodia cautelare per corruzione in quest'inchiesta, trasmessa anche alla Corte dei Conti, che vede 31 indagati e ha scatenato una valanga di polemiche.
LE REAZIONI
Il primo ad intervenire è il ministro dell'Interno Matteo Salvini - che con Lucano era entrato in attrito anche in passato. «Accidenti - twitta il vicepremier di primo mattino - chissà cosa diranno Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l'Italia di immigrati». Posizione sostenuta dal blog degli alleati 5 Stelle. «Riace non era un modello, è finita l'era del business dell'immigrazione» affermano, con il vicepremier Luigi Di Maio che esorta ad evitare «di enfatizzare dei modelli quando poi finiscono arrestati». E se non sorprende la reazione del presidente della Camera, Roberto Fico: «Quando inizierà il processo ci sarà il dibattimento e si arriverà a una verità. Al momento non c'è», meno scontato è il post su Facebook del vicesindaco pentastellato di Roma, che si rivolge direttamente a Salvini: «Al Sig. Ministro - scrive Luca Bergamo - il principio per cui si è innocenti fino a prova contraria si applica a chiunque, anche quando l'autorità giudiziaria avvia procedimenti a carico di rappresentanti istituzionali: come a lei, per esempio, o al Sindaco di Riace, Domenico Lucano». In difesa di Lucano, che oggi a Roma ha visto anche una manifestazione a suo sostegno, si schiera senza se e senza ma Roberto Saviano.
L'ORDINANZA
Il Gip non concorda in toto con la procura e respinge sette delle quattordici contestazioni ipotizzate: «Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt'altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate». E il giudice va oltre parlando di congetture, errori procedurali, inesattezze di inquirenti e investigatori, che lo hanno portato a rigettare la richiesta di ordinanza per i reati più gravi. Del sindaco simbolo dell'accoglienza, ai domiciliari solo per il pericolo di reiterazione del reato, scrive: «Vive oltre le regole, che ritiene d'altronde di poter impunemente violare nell'ottica del fine giustifica i mezzi» e ammonisce: «Dimentica, però, che quando i mezzi sono persone, il fine raggiunto tradisce quegli stessi scopi umanitari». Un uomo, insomma, «avvezzo a muoversi sul confine (invero sottile in tali materie) tra lecito ed illecito, pacificamente superato nelle vicende relative all'affidamento diretto dei servizi di pulizia della spiaggia di Riace ed al matrimonio fittizio tra la Tesfahun ed il fratello. Avvalendosi e chiaramente abusando del ruolo rivestito».

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